Prendi quello che ti danno. L'Italia non è stata capace di farlo. Oggi, l'Italia, esce sconfitta più che a sorpresa dalla gara con la Costa Rica. 1-0. Quanto basta, ai costaricensi, per mettersi in tasca altri tre punti che sanno di palme, spiaggia e cascate. Che sanno di novità, di sorpresa e di aria fresca. Aria fresca in questa cappa umida che è Recife, dove non si respira per colpa del 70% di umidità. Sno senza dubbio loro, i Ticos, la sorpresa di questo Mondiale. Non il Belgio, non la Colombia: la Costa Rica. Capace di battere Uruguay ed Italia. Aspettando l'Inghilterra già eliminata.
Prenditi quello che ti danno e metti in borsa, dicevamo. Siamo intorno a metà del primo tempo e gli Azzurri hanno offerto una prestazione tutt'altro che esaltante. Il tiki-taka, il palleggio, che contro un'Inghilterra con due soli centrocampisti di ruolo abituati a correre aveva tanto reso, contro una Costa Rica che galoppa in undici, suda e che qui in Sudamerica si sente a casa sua diventa vano, irritante e contro-producente.
Ti aspetti che la Costa Rica faccia catenaccio e riparta, atteggiamento praticamente imposto ai Ticos dalle dosi di talento che passa il convento. Invece no: la Costa Rica va a pressare alto, altissimo. Alza Bryan Ruiz e Bolanos ad esterni d'attacco, e loro, allineati a Campbell centralmente, vanno a scovare ovunque i difensori italiani. Barzagli e Chiellini si trovano in difficoltà nel far scorrere palla, Pirlo e De Rossi non riescono a venirla a prendere dietro. Pressano altissimo, quasi entrano in porta in fase di non possesso. La linea difensiva centro-americana viene trainata dal pressing alto degli attaccanti fino a centrocampo, per forza di cose.
Con questa situazione in campo l'Italia ha una sola soluzione. Palla a Pirlo e lancio lungo per i tagli di Balotelli, alle spalle del trio difensivo Duarte-Gonzalez-Umaña. Ed è così che nasce la doppia occasione che il nostro bomber seriale ha sui piedi intorno alla metà della prima frazione. Al 30° riceve un passaggio che descrivere come mostruoso è poco di Pirlo. Balo indovina il movimento senza palla ma sbaglia il primo stop.Il vantaggio su difensore e portiere guadagnato precedentemente gli consentono una seconda chance: la palla sta rimbalzando e Mario cerca lo scavetto a scavalcare Keylor Navas. Anche questo tocco è rivedibile, però. Non passano nemmeno due minuti e Balotelli ha l'occasione di rifarsi: tiro al volo da lontano, stavolta, senza stoppare. Keylor Navas c'è e dice no.
Saranno solamente queste due le occasioni che la Costa Rica concederà agli Azzurri nell'arco dei 90 minuti. Il 4-1-4-1 o 4-3-3 italiano è imbrigliato. Gamboa e Junior Diaz, i terzini, stanno alti e tengono a bada Marchisio e Candreva. Balotelli è preda di quei tre. A centrocampo, di regola, dovremmo avere la superiorità. Thiago Motta, Pirlo e De Rossi devono far fronte ai soli Tejeda e Borges. Niente da fare nemmeno lì. La sagacia ed il tempismo dei due mediani Ticos costringeranno Prandelli a ripensarci, un po' più tardi.
Forse troppo tardi. Al 44° del primo tempo succede l'incredibile: Junior Diaz scavalla in fascia e crossa molto bene. Sul secondo palo c'è Bryan Ruiz la Donnola. E' svelto col pallone, ha un tocco niente male. Ma sa anche saltare. Evidentemente non se lo ricordano Chiellini che se lo perde, Abate che non copre con la diagonale e Buffon fa un passettino per uscire e poi ci ripensa. Bryan Ruiz svetta e mette dentro per l'1-0. La Costa Rica è in fiamme.
Sale l'adrenalina e nel secondo tempo i costaricensi non pagano dazio le fatiche del primo tempo. Tengono duro. Da collante fa l'anima. Contro quegli spazi che lasciano dietro i tre centrali avversari sarebbe opportuno forse inserire un'altra freccia da profondità come Immobile. Prandelli non è d'accordo e chiama dalla panchina chi la profondità la detta: Antonio Cassano va a fare il rifinitore dietro Balotelli in un 4-2-3-1 in cui esce Thiago Motta e Pirlo si ricongiunge con De Rossi. Non è nemmeno questa la chiave di volta. Cesare opta per allargare le maglie dei duri costaricensi. Cerci ed Insgine subentrano a Candreva (opaco) e Marchisio (volenteroso) ma non imbeccheranno mai Balotelli. L'Italia si ammoscia e l'opzione esplorata nel primo tempo, quella del lancio lungo, torna in voga proprio adesso che con la palla devi saltare l'uomo, non apparecchiare lanci alti.
L'Italia, tutto sommato, fa la partita nel secondo tempo ma al termine dei 90 minuti deve soccombere alla Costa Rica, che fra una resistenza e l'altra trova il tempo anche di confondere le idee un altro paio di volte al pessimo Chiellini di oggi e di far scattare la trappola del fuorigioco una miriade di volte: 11 offside, a dimostrazione del baricentro difensivo molto alto. La sensazione al termine della gara di Recife è che la Costa Rica abbia ampiamente meritato la vittoria, i tre punti ed il conseguente superamento della prima fase. E pensare che al 43° del primo tempo, poco prima dell'1-0, Pinto ed i suoi prodi avevano reclamato un rigore nettissimo non concesso da Osses per spinta di Chiellini su Joel Campbell, appena entrato in area di rigore.
Non ci resta che aggrapparci a questi numerini che con la nostra storia hanno poco a che vedere e cominciare a prendere le misure al Conejo, al Pistolero, chiamatelo come volete: a Suarez la bestia. Dalla partita di oggi ne usciamo con le ossa rotte, consapevoli che forse Chiellini terzino era più adeguato dell'Abate rivedibile visto oggi e che, contro una squadra che gioca come la Costa Rica (difensa alta, che invita ai tagli dietro i difensori), una seconda regia come quella di Verratti (più adatto alla gittata rispetto a Thiago Motta, bravo nel fraseggio corto) sarebbe stata necessaria.
A fine partita nel campo si scatena la bolgia e Ruiz guida il suo esercito: "Molti non avevano fiducia in noi. Eravamo nel gruppo della morte. Ma adesso i morti sono altri."