Cellino-Leeds, Leeds-Cellino. Tante parole, troppe, il più delle volte a caso. Più che parole schiamazzi, urlati a destra e a sinistra nella feroce corsa alla prima esclusiva e nella meschina gara del "siamo i primi a dare l'ufficialità". Non vi dirò chi ha vinto il premio della "gara" a chi urla di più e più a sproposito, ma vi dirò che nessuno (quasi) di quei partecipanti aveva pienamente motivo di scrivere ciò che scriveva. "E' fatta!": L'ufficialità balzava agli occhi sui giornali già dal mercoledì mattina. E' tanto fatta che, al giovedì sera, l'ufficialità ancora manca in quel di Elland Road.

Sebbene nella giornata di oggi ci sia più chiarezza sulle stato della trattativa tra Cellino ed il club inglese, lo stesso non si può dire dei giorni precedenti. Questo (e forse pochi dei partecipanti di quella strana "gara" lo sapevano) perchè il Leeds United era già in trattativa per la cessione di parte delle sue quote. La tradizione dello United a passaggi dirigenziali d'altronde è piuttosto celebre. I problemi che tutti conoscono risalgono al 2002, al magico Leeds di Viduka, Kewell, Bowyer, Yeboah, Radebe, Batty, Rio Ferdinand e dal florido vivaio, dal quale escono, tra tutti, giocatori come Alan Smith, Jonathan Woodgate e Gary Kelly. L'allora presidente del club, Peter Ridsdale, contrasse numerosi debiti con le banche per ambire al consolidamento dello status europeo della squadra, sperando di ripagare con i proventi dalla qualificazione nella Champions League. Sfortunatamente, proprio in quell'anno, il Leeds di O'Leary arrivò quinto alle spalle del Newcastle ed iniziarono i problemi nello Yorkshire.

Nel 2005 dopo una sorta di italiana "autogestione finanziaria" Ken Bates, imprenditore alberghiero inglese ed ex-presidente del Chelsea prima dell'era-Abramovich, comprò il club traghettandolo fino ai tempi più recenti, più precisamente fino al 21 Novembre 2012 quando si ufficializzò l'entrata nel consiglio di amministrazione della GFH-Capital, una banca d'investimenti araba con sede in Bahrain, che ne diviene unica proprietaria l'1 Luglio 2013, il primo giorno della corrente stagione calcistica. In quanto banca d'investimenti la GFH mira principalmente a rivendere le quote comprate traendone profitto, fungendo insieme da provider e "custodi" del club. 

Direttore esecutivo di una sezione della GFH è il businessman inglese David Haigh, nominato AD del Leeds United, che proprio nell'ultimo mese ha formulato un'offerta al club per rilevare il 75% delle quote del club per conto di un consorzio di imprenditori inglesi, chiamato Sport Capital, capitanato da lui stesso e da Andrew Flowers, presidente della Enterprise Insurance, main sponsor del Leeds United.

E' probabile, se non certo, che nella corsa all'annuncio non tutti sapessero questo. E' chiaro immaginare come con tale trattativa in corso da un mese, e della quale si annuncia l'imminente chiusura da ormai due settimane, risulta assai difficile, a differenza di come risulterebbe dalle news italiane, interessarsi all'acquisto, incontrarsi, decidere il costo dell’affare e concludere in appena tre giorni. Difficile credere ad un acquisto lampo della società, specie con questi presupposti. Più facile invece che questo tipo di accordo, tra Cellino ed il Leeds, sia sì stato fatto in gran segreto ma da almeno due settimane, quindi in maniera piuttosto premeditata, e non dovuto ad un momento di schizofrenia o ad un capriccio improvviso del presidente sardo.

Poco chiaro inoltre alla luce di questa situazione il ruolo dello stesso presidente Cellino. Non si sa se rientrerà nel consorzio occupando una posizione di prima fila o se acquisterà unicamente la squadra, avendo intavolato una trattativa parallela con la società. Risulta però strano pensare, ma siamo già nel campo della speculazione, che l'AD di GFH nonchè "frontman" della potenziale acquirente SportCapital permetta o non sia a conoscenza di un'eventuale trattativa parallela con terzi. E' per questo motivo che, ad ora, prende quota la logica idea che il "takeover", come lo chiamano in Inghilterra, potrebbe prevedere la presenza di entrambi i soggetti alla guida del Leeds United.

In tutto questo le attendibili fonti inglesi si sono mosse tramite web solo quando qualcosa di concreto iniziava effettivamente a muoversi all'ombra della statua di Billy Bremner, icona del Leeds United di Don Revie, appena fuori Elland Road. Precisamente il primo rumours del genere si registra nella serata del mercoledì di questa caotica settimana, e solo a seguito di una foto di Elland Road postata su Instagram dal figlio del presidente sardo, Ercole Cellino, poco dopo rimossa. E in Italia, paese di visionari, il Leeds era già tricolore da tre giorni. God Save Leeds.