Una partita, 90 minuti, tra le mura amiche, per cambiare il destino, per non tornare all'infausto '94. Allora fu la Bulgaria a spegnere i sogni dei galletti, oggi potrebbe essere l'Ucraina. Kiev ha freddato le manie di gloria dei blues. La Francia si è scoperta fragile. Arginata da un undici disciplinato, commovente per abnegazione e coraggio, non certo infarcito di talento. Due ali, schegge impazzite, capaci di mettere a ferro a fuoco la retroguardia di Deschamps, e tanta organizzazione difensiva. Questo il piano, vincente, proposto da Fomenko. Spento Ribery, accerchiato Pogba. La corrente d'oltralpe intermittente e nebbiosa.
Deschamps, costretto, non può che ostentare calma "Manca ancora la seconda tappa. I tifosi devono essere i primi a credere nella rimonta". Benzema "Passeremo noi". Proprio l'attaccante del Real potrebbe essere la mossa di Didier. Costretto a recuperare il pesante 0-2, non è detto che il tecnico non scelga di schierare due punte. Karim con Giroud, per variare quel classico 4-2-3-1, che l'Ucraina ha dimostrato di conoscere e interpretare, o meglio limitare, così bene. Fomenko non inventerà nulla. Solita partita fisica, aspra, fallosa anche. Poi ripartenze feroci, con Yarmolenko e Konoplyanka. Mancheranno Koscielny e Kucher i protagonisti della rissa finale dell'andata, ma la sensazione è che la partita prescinderà dagli effettivi in campo. Dalle qualità tecniche. Una battaglia sul filo della latente psicologia mentale. L'obbligo del risultato, ampio, a formare una spada di Damocle sopra la testa di Lloris e compagni. La foga, l'esigenza, a fungere da nemico. Le lancette a segnare il tempo che separa dall'eliminazione più inattesa.
A rincuorare il doppio precedente a favore. Nel 2007 Ribery e Anelka trascinarono i blues in fase di qualificazione, mentre nel 2012, durante l'Europeo, furono Menez e Cabaye a garantire il successo ai galletti. Il fantasma dell'ennesima delusione porta invece le vesti di un'infernale tradizione in sede di spareggi mondiali. Da Cajkovski a Kostadinov, quarantacinque anni di insuccessi e cocenti delusioni.