Il comune denominatore per le squadre italiane impegnate in Champions League questa settimana è la quantità di infortuni che costringono ogni volta a cambiare formazione; con la Confederations Cup giocata in estate, le amichevoli di lusso giá da fine luglio e le partite ogni tre giorni, il Milan è falcidiato dagli infortuni muscolari e in costante emergenza. Rami arriverà solo a gennaio e la difesa ha incassato 13 gol in 8 partite di campionato: manca il miglior Mexes e Abate e Constant fanno quello che possono. Il rientro di Kakà è provvidenziale ed è inevitabile aspettarsi un salto di qualitá con il brasiliano in campo. Ma si è fermato Balotelli e continuano a mancare Pazzini, El Shaarawy, De Sciglio e Bonera. E Abbiati.
Non va meglio al Napoli, che oltre a Higuain a mezzo servizio ha fuori Zuniga, Inler e Britos. El Pipita soffre di un problema all’adduttore che si è portato da Madrid e lo sta tenendo fuori piú del previsto. Al Real Higuain entrava spesso a partita in corso e ne ha decise tante in sette anni: anche a Marsiglia potrebbe partire in panchina. La Juve invece rischia di dover fare a meno di Vidal, uno degli intoccabili di Conte, e in attacco ha gli uomini contati: non puó contare su Quagliarella e Vucinic, e Giovinco è andato in panchina a Firenze solo grazie a un’infiltrazione.
L’anno scorso la Juventus pareggiò le prime tre partite del girone di Champions ma riuscì comunque a qualificarsi come prima nel suo gruppo, eliminando il Chelsea e chiudendo con una vittoria in trasferta sullo Shaktar. Il Milan pareggió la prima a San Siro e perse a Malaga nella terza giornata, e in un girone dal punteggio basso arrivò secondo lasciandosi alle spalle lo Zenit. In questa stagione l’avvio è stato migliore, ma anche se i rossoneri hanno 4 punti e un secondo posto in teoria agevole da raggiungere, sia Juve che Milan si trovano con il morale basso alla vigilia di un doppio scontro con le due superpotenze del calcio spagnolo e mondiale.
Nonostante le enormi differenze dal punto di vista economico, organizzativo e mediatico con Barcellona e Real Madrid, in 90 minuti si puó sempre azzeccare la partita perfetta (come fece il Milan col Barça in primavera) e le squadre italiane sono ancora maestre di tattica. Non partono battute e incutono rispetto nell’avversario. Ma nessuna parte favorita.
La Juve è quella che rischia di piú: isterica e senza spiegazioni per l’accaduto a Firenze arriva al Bernabeu dopo aver regalato la partita di domenica. Non c’è modo peggiore di arrivare a un match complicato come quello di Madrid. La squadra è crollata nel secondo tempo con un rumore che risuonerebbe per una settimana se non si tornasse subito in campo. La Juve che arriva al Bernabeu è una squadra estranea a sé stessa, che ha perso l’onore in 15 minuti di follia (e di errori) e non ha il tempo per rifletterci su. Cristiano Ronaldo e soci incombono. Vincere a Madrid sembra un sogno impossibile e un pareggio sarebbe giá una bella soddisfazione.
Il Milan ha un DNA diverso in Champions League e nei momenti peggiori ha sempre reagito in qualche modo, aggrappandosi ai tempi che furono e al rispetto che le grandi squadre europee concedono a chi ha vinto il trofeo sette volte. In classifica è quella messa meglio con 4 punti in due partite. Arriva il Barça a San Siro, un campo maledetto per i catalani, che ci hanno perso clamorosamente nel 2010 (1-3 con l’Inter di Mourinho) e l’anno scorso negli ottavi (0-2 coi rossoneri). Il Barcellona a Milano non riesce mai a girare, per un motivo o per l’altro: Messi non ha mai segnato a Milano e non puó essere un caso.
Il Napoli a Marsiglia giocherà una partita difficile e servirá un buon risultato per non cadere nel pessimismo. Partita interessante per capire la soliditá della squadra di Benitez, al primo momento difficile della sua gestione dopo il KO con la Roma. La rosa è ampia e puó supplire alle assenze, ma è chiaro che il Napoli ha bisogno dei suoi top player al massimo della forma (Higuain in primis) per essere davvero competitivo. Non ci sono precedenti contro i francesi, al Velodrome si attende un grande spettacolo di pubblico: i marsigliesi sono la miglior curva di Francia, e l’esodo dei tifosi azzurri è garantito.