La verità è che ci piacciono le sfide difficili, siamo effettivamente un pò masochisti. In altra maniera non si può spiegare questa Nazionale. Serviva una vittoria per la certezza di presentarsi da teste di serie al sorteggio di Salvador. Invece gli azzurri stasera, contro i non irresistibili armeni, hanno perso un'occasione importantissima per garantirsi un impatto più soft a Brasile 2014. Quindi occhi ed orecchie pronti a captare i segnali che nella notte arriveranno dal Sudamerica, in particolare quelli riguardanti Colombia ed Uruguay, che potrebbero scalzarci dal gruppetto principale. I Cafeteros saranno impegnati contro il Paraguay, mentre l'Albiceleste sfiderà gli eterni rivali dell'Argentina.
La partita di stasera ha messo in mostra i limiti di una Nazionale che, a qualificazione già archiviata, ha faticato a trovare gli stimoli giusti per superare i modesti Armeni. Il campanello d'allarme dovrà suonare forte, molto forte. Siamo andati ad un passo da una clamorosa figuraccia, che i 22mila del San Paolo francamente non avrebbero meritato. Come a Copenhaghen, la difesa è stato il reparto più in difficoltà; cambiando l'ordine degli interpreti, il risultato non cambia. Chiellini-Ranocchia venerdì, Bonucci-Astori questa sera. 4 gol subiti in sole due partite, ed i primi 5 minuti del San Paolo sono stati emblematici, con il semisconosciuto Movsisyan che scorazzava felice nelle praterie concesse dalla nostra retroguardia, specie in occasione del primo gol, con la collaborazione anhe di Aquilani.
Detto ciò, il commissario tecnico può sorridere guardando alle prestazioni positive di Insigne, acclamatissimo dal pubblico amico, Florenzi e Balotelli. Ecco, Mario Balotelli: non c'era miglior modo di rispondere alle mille critiche di questi giorni che non con una prestazione del genere. Oltre al gol del pareggio, l'attaccante del Milan è parso molto propositivo e voglioso di fare bene. Per di più, tutti ancora ci mangiamo le mani per quel coast to coast finale che quasi regalava il 3-2: una cavalcata palla al piede che tanto ha ricordato quella di George Weah a San Siro contro il Verona; unica differenza, l'esito finale. Dopo essersi trascinato dietro tutta la retroguardia armena, il destro di SuperMario si è spento di un niente a lato, complice anche la deviazione di Berezovsky non ravvisata dall'arbitro Oliver.
Lorenzo il Magnifico, che stasera indossava le vesti del padrone di casa, ha offerto un grandissima prestazione a cui è mancato solo il gol. Due clamorose occasioni fallite dall'idolo del San Paolo, che avrebbe potuto mettere l'ombrellino nel long drink di una partita giocata da protagonista, senza sentire la pressione addosso. Da vedere e rivedere, invece, l'assist da fermo per il pareggio di Florenzi. La coppia che arriva dall'Under 21 di Mangia funziona a meraviglia, tanta fantasia e spirito di sacrificio.
Da rivedere invece Federico Marchetti; incolpevole sul primo gol, si è fatto sorprendere in occasione del secondo vantaggio armeno firmato Mkhitaryan, che da azione da calcio d'angolo ha anticipato l'estremo difensore azzurro, protagonista di un'uscita quantomeno avventata.
Le poche note positive non salvano però l'Italia di stasera, apparsa svogliata e poco cattiva, rea del grave peccato di non sfruttare un'occasione ghiottissima contro un avversario alla portata. In Brasile ci andremo, meritatamente, ma il sorteggio potrebbe riservarci qualche brutto grattacapo già in partenza. Ma a noi italiani piacciono le sfide, ci esaltiamo quando le difficoltà sono maggiori. Buon Brasile a tutti.