Il Mondiale conquistato, il mirino puntato verso il Brasile, con speranze e paure. L'Italia del pallone si stringe intorno alla nazionale e, attenta, osserva le prove del Ct, che, con il pass in tasca, cerca il giusto amalgama per creare un gruppo vincente. Due prove, Danimarca e Armenia, per correggere e creare, mischiare moduli e uomini. Con Balotelli. Un lieve fastidio al ginocchio terrà Mario lontano dai danesi, ma non dalla successiva sfida di martedì. Prandelli lo ha preso, faccia a faccia, a muso duro, e da padre lo ha trattenuto in ritiro. Si è esposto per lui, voltando le spalle al codice etico, aldilà delle dichiarazioni di rito, e ora non vuol vedere il ragazzotto far le bizze e lasciare al primo inciampo il gruppo, direzione Milanello. Il club può attendere. Questione di principio, questione di rispetto. Ritrova la maglia azzurra Giuseppe Rossi, entusiasta, frenetico. Dopo i guai degli ultimi anni, la chance viola e il volo con Montella. Lui e il bad boy Balotelli rappresenteranno l'Italia al caldo del sole verdeoro. Il commissario tecnico li ha provati e riprovati insieme, per affinarne intesa e talento. Senza il centravanti rossonero, occasione per Osvaldo, altro ribelle, emigrato in Premier, ma già stanco del grigiore inglese. Candreva e Giaccherini, due dei fedelissimi di Prandelli, calciatori di corsa, quantità, ma anche talento, si giocheranno le maglie alle spalle degli uomini d'attacco. Insidiati da un Diamanti in forma smagliante.
Verratti e Insigne non sono al meglio. Entrambi bloccati da un affaticamento muscolare non scenderanno in campo nel primo impegno azzurro. Dispiace soprattutto per il talentino del Psg, osannato in Francia e rimpianto in Italia. Prandelli cerca di ritrovare il vero Montolivo, mentre si coccola il nuovo De Rossi. Thiago Motta (Pirlo, come annunciato da Prandelli non sarà negli undici iniziali) e Marchisio provati tra i titolari negli ultimi allenamenti. Possibile anche la difesa a 4, con sulle corsie De Silvestri e il rigenerato Balzaretti, l'uomo del derby e delle lacrime. “Voglio valutare ragazzi che hanno giocato meno”. Chiara l'intenzione del nostro allenatore.
Test per l'Italia, non per la Danimarca. La compagine di Morten Olsen, dopo aver battuto, con fatica, l'Armenia, grazie a un penalty di Agger, punta al secondo posto occupato dalla Repubblica Ceca. Squadra tosta quella danese, con una stella assoluta, ammirata anche nel bel paese. Christian Eriksen, acquistato nell'ultima sessione di mercato dall'ambizioso Tottenham, è uno dei prospetti più luminosi del calcio europeo. 21 anni, una carriera da lanciere alle spalle, il futuro in una grande alle porte. Il faro di una nazionale tecnicamente povera, ma fisicamente possente. Davanti da seguire il gigante Bendtner, spaesato nell'esperienza bianconera, ma punto di riferimento nel 4-2-3-1 danese.
All'andata fu 3-1 per gli azzurri. Partita non semplice. Una buona Italia, ispirata da Balotelli, tacco splendido per il vantaggio di Montolivo, va sul 2-0, grazie al raddoppio di De Rossi, ma a inizio ripresa resta in inferiorità numerica per l'espulsione di Osvaldo, reo di aver colpito con una manata Stokholm. La Danimarca, che aveva accorciato poco prima con Kvist, prova a crederci, ma è ancora Super Mario a chiudere i conti. Imbeccato da Pirlo, brucia Andersen e fa 3-1. Partita super quella del regista bianconero, ora alle prese con le beghe di un rinnovo contrattuale non semplice. Il Tottenham sornione attende sviluppi.
Una vittoria garantirebbe agli azzurri di restare testa di serie in vista del sorteggio del 6 dicembre. L'arbitro dell'incontro sarà il francese Lannoy.
Le probabili formazioni: