L’altra faccia di Madrid è quella di Carlo Ancelotti, che in conferenza stampa ribadisce le propre responsabilitá e assicura: “Troveró una soluzione, sono qui per questo”. Il Real Madrid gioca male e ha perso il derby, cedendo la supremazia cittadina all’Atletico. E mentre gli uomini di Simeone vivono il loro miglior momento, nei dintorni del Bernabeu si vedono tanti musi lunghi.
L’arrivo di Ancelotti nel Real Madrid non è stato solo un cambio di allenatore, ma di gestione sportiva in generale. Mourinho decideva tutto e durante il suo mandato non esisteva il ruolo del direttore sportivo, ora occupato da Zidane. A differenza di Mou, plenipotenziario con carta bianca su acquisti, cessioni, strategia di comunicazione, Ancelotti si sente un impiegato del club, e pare che stia molto attento ad esaudire i desideri di Florentino Perez, che per portarlo via da Parigi dovette anche pagare una clausola di 7 milioni di euro.
“Florentino Perez è la persona piú importante di questo club” ha detto rispondendo a una domanda sull’influenza del presidente e sugli acquisti estivi “ha fatto molto per portarmi qui e mi ha messo a disposizione tutti gli strumenti per lavorare bene. Sono molto soddisfatto dei giocatori nuovi, tutti giocatori di grande qualitá”. Sulla cessione di Ozil peró è probabile che Ancelotti non fosse d’accordo, anche se non lo dirá mai pubblicamente.
Stasera i blancos affrontano al Bernabeu il Copenaghen, sulla carta la squadra piú debole del girone. C’è bisogno di una vittoria convincente, e possibilmente di tanti gol, per calmare i detrattori di Carletto. Non ci sará Bale, che finora ha creato piú problemi che soluzioni al tecnico: il gallese continua a soffrire di un problema muscolare e nemmeno stasera potrá debuttare da titolare nel Bernabeu. L’arrivo di Bale ha spinto Ozil fuori dal club, e finora non ha portato niente ad Ancelotti, a parte un golletto alla prima presenza in campionato.
“Il nostro problema è che non giochiamo con scioltezza, ed è normale quando si fanno cambi importanti. Dobbiamo trovare equilibrio tra le due fasi del gioco, tra il possesso e il recupero del pallone. Non recuperiamo bene il pallone e per questo motivo iniziamo la giocata sempre da lontano, e cosí contro squadre molto chiuse è difficile trovare spazi”.
I danesi hanno strappato un punto alla Juve nel primo match e hanno giá esperienza di Champions: Il Copenaghen è il club piú giovane dei partecipanti alla Champions ed è stato fondato nel 1992 con la fusione di Kjobenhavns e Boldklubben. Il tecnico Solbakken è un’istituzione del club, di cui è stato capitano e che è tornato ad allenare dopo l’ottimo debutto in questa competizione del 2007 e gli ottavi miracolosamente raggiunti nel 2010. Tre anni fa si fece notare anche per una discussione molto animata con Guardiola durante un Copenaghen – Barcelona. Dovette intervenire Busquets a separarli. Quel Copenaghen sorprese tutti e si qualificò con merito, ma oggi non passa un buon momento ed è penultimo in campionato dopo 10 giornate.