Un lunedi di fine agosto cosi è adrenalina pura per i tifosi del bel calcio. Sullo sfondo l'Old Trafford, il teatro dei sogni di mille "piece" con unico protagonista lo United di Sir Alex Ferguson. A pochi mesi di distanza dal suo addio ai Red Devils, a sostituirlo in panca è arrivato un altro scozzese, quel David Moyes chiamato a riscrivere la storia di uno dei club più titolati del mondo. Antagonista di giornata il temibile Chelsea di Josè Mourinho reduce da un altro ritorno romantico nel club che lo aveva più di tutti amato e rispettato. La prima davanti al pubblico amico è una trappola per Moyes che chiama a raccolta tutta la città e arruola per l'occasione Rooney, titolare nonostante le insistenti voci di mercato che lo vorrebbero destinato proprio ai Blues. Il Chelsea si presenta infatti a Manchester con Schurrle unica punta e con in testa la voglia di aggiudicarsi il nazionale inglese per affidargli le chiavi dell'attacco. Bocciatura senza esami di riparazione all'orizzonte per Torres.
Nonostante un'atmosfera da urlo il primo tempo è una partita a scacchi senza sussulti. La classe e la sostanza in campo sono ai limiti della legalità. Oscar, Hazard e Ramires da una parte, Rooney, Van Persie, Valencia e Welbeck dall'altra, Terry, Lampard e Cech da una parte, Ferdinand, Carrick e Cleverly dall'altra sono spettacolo per gli occhi. Lo United prova a gestire palla e tenere il baricentro alto fin dai primi minuti. La prima occasione però è firmata dalla classe cristallina di Oscar che al 9' prova a sorprendere De Gea. Nei primi venti minuti il Chelsea imbavaglia i padroni di casa provando a sbloccare il punteggio senza fortuna prima con Ivanovic e ancora con Oscar. Nella prima uscita stagionale Van Persie aveva messo subito in chiaro di essere l'uomo squadra dei Red Devils anche in questa stagione. Sono i suoi spunti che provano a mettere alle corde Lampard e compagni. Rooney però non ci sta e prova a mettersi in mostra poco prima della mezz'ora di gioco. Atkinson lascia giocare anche quando Valencia entra in maniera scomposta sul malcapitato Oscar. Al 32' arriva la prima ammonizione del match ai danni del neo acquisto De Bruyne che prova a intimorire lo United a centrocampo. L'ultimo sussulto del primo tempo è una buona azione di squadra che libera il tiro di Cleverley, Cech controlla e all'intervallo il tabellone dice 0 a 0 e qualche sbadiglio di troppo.
Nella ripresa Mourinho prova a mischiare le carte chiedendo ai suoi maggiore personalità. Nei primi minuti di seconda frazione però i ritmi restano blandi. Hazard prova a mettersi in ritmo provando dalla lunga distanza. Al 50' però il punteggio non si sblocca. Pochi minuti dopo Rooney inventa e serve un pallone d'oro per Welbeck che conferma di non essere un cecchino sparando fuori da buona posizione. Salgono i decibel all'Old Trafford e lo United prova ad aumentare i giri. Un fulmine a ciel sereno è il tiro che si inventa Cahill che prova a sorprendere De Gea da oltre trenta metri. Mourinho prova a vincerla mandando in campo El Nino Torres al posto dell'ammonito De Bruyne. Poco prima del 70' Moyes decide di fare a meno del fantasma di Valencia e manda in campo Young per provare a dare dinamismo sulla fascia. L'ala inglese prova subito a sveglare i suoi creando scompiglio con un crossche Cech è bravo a controllare. Il portiere ceco compie un mezzo miracolo al 77' quando interviene sulla sventola di Wayne Rooney che cerca di conquistare i titoli di giornata. Torres è impalpabile e all'80' vede sventolato in faccia un giallo per intervento scomposto. Nei minuti finali lo Special One decide di richiamare in panca Schurrle buttando nella mischia Mikel per alzare definitivamente la diga difensiva davanti a Cech. L'Old Trafford trattiene il respiro poco dopo l'87' quando Van Persie non è rapido nell'insaccare da posizione favorevole. Tre minuti di recupero non bastano alle due squadre che tirano definitivamente i remi in barca, accontentandosi di un pareggio a reti bianche figurina perfetta di un match giocato sottotono e con tanta paura di perderla.