Ogni maledetta estate, verrebbe da dire, si riempiono titoli e pagine per incensare presidenti e direttori sportivi che solennemente danno inizio a progetti destinati ad essere a breve vincenti. Questa parola quantomai proclamata e calpestata, risuona nell'aria del calciomercato estivo come qualcosa di suggestivo ed imitabile, ma che ben presto lascia sempre spazio alla spietatezza di esoneri, rivoluzioni sotto l'albero di Natale, aprendo così la strada a stagioni fallimentari. Tuttavia, è chiaro oramai che la parola progetto risulta più come fumo negli occhi ai tifosi che come vero e proprio tentativo di predisporre delle linee guida per le stagioni a venire. C'è ancora chi crede a Babbo Natale? Negli ultimi anni, è davvero complesso trovare società che hanno perseguito e raggiunto degli obiettivi sportivi ed economici senza modificare il proprio sentiero di cammino, ossia senza rivoluzionare le rose ogni qualvolta si aprisse una finestra di mercato, o anche solo fuoriuscissero degli spifferi. La politica del tutto e subito prevale, e sotto questo aspetto, il calcio d'oltremanica ci fa da professore.
Tralasciando naturalmente i 27 anni da timoniere di Sir Alex Ferguson, ritengo che piccole realtà come quella del Wigan Athletic debbano essere un avviso ai naviganti del calcio di casa nostra. Lo spagnolo Roberto Martinez, giovane allenatore ed ex calciatore spagnolo classe 1973, è dal 2009 alla guida dei Latics, piccola società britannica con un budget veramente ridotto, in queste stagioni di Premier League ha compiuto autentici miracoli, culminati con la entusiasmante vittoria della Coppa della Regina, nota ai più come FA Cup, contro i petrodollari del Manchester City . Nonostante le situazioni di classifica mai tranquille, il Wigan ha sempre rinnovato con convinzione la fiducia al manager Martinez, anche quando la salvezza non appariva altro che un miraggio, ottenendo in cambio meritate permanenze in massima serie. Ben presto le grandi hanno bussato alla porta dei Latics per strappare un contratto da allenatore a Martinez, come testimonia il lungo corteggiamento del Liverpool la scorsa estate dopo la separazione con la leggenda Kenny Dalglish, conclusosi con un nulla di fatto.
Questa stagione la società del presidente David Whelan non ha ripetuto il miracolo della salvezza, superandosi però con un'incredibile ascesa che li ha condotti alla conquista della FA Cup in finale contro il City di Mancini, con una rete nei minuti di recupero ad opera di Watson, legittimando però una partita perfetta nella quale l'undici di Martinez ha letteralmente impartito lezioni di calcio sul magico palcoscenico di Wembley. Nelle ultime stagioni, inoltre, nelle file del Wigan si sono messi in mostra talenti quali Rodallega e Moses, approdati rispettivamente a Fulham e Chelsea, con quest'ultimo autentico trascinatore della Nigeria nella conquista del'ultima Coppa d'Africa.
La pazienza ha premiato questo piccolo club, che, nonostante la recente retrocessione, è stato portato in trionfo dai suoi tifosi. Iniziare un progetto significa avere il coraggio di attendere, di perdere, ma soprattutto di costruire una base solida sia a livello tecnico che dirigenziale, come testimonia l'Udinese, perfettamente orchestrata dalla famiglia Pozzo, che ogni anno é in grado di sopperire alla cessione dei suoi pezzi pregiati e di centrare puntualmente la qualificazione alle coppe europee. In un calcio come il nostro, la pazienza di saper aspettare è merce rara, a partire da presidenti protagonisti e tifosi dal palato fin troppo fine, dimenticandosi che solo chi semina raccoglierà poi i frutti sperati.