Robben: “E’ stata una partita equilibrata: noi abbiamo avuto occasioni, loro hanno avuto occasioni. Ci sono molte emozioni in questo momento, non riesco a crederci!”
Parole a caldo quelle dell’olandese. La sua partita è l’emblema di una bella storia di calcio. Di quel destino che si impone per restituirti quello che in precedenza ti ha negato. Solo un anno fa, in casa, sbagliava il rigore ai supplementari regalando la coppa al Chelsea. Tante le critiche, le accuse che lo travolsero dando corpo a l’immagine del grande giocatore che, nelle occasioni che contano, si fa piccolo piccolo. L’immagine dell’eterno perdente. E la finale mondiale con l’Olanda ne è un’altra dimostrazione. Il rovescio della medaglia questa sera, medaglia che ha il colore prezioso dell’oro. Oggi, ad un anno dalla sciagurata finale casalinga, è lui il match-winner. Suo l’assist per il vantaggio di Mandzukic, suo il gol decisivo al minuto 89. E l’esultanza strillata a gran voce, quello sguardo che sa di vendetta rivolto alla propria curva, ha tutto il senso del riscatto del giocatore olandese. Le lacrime al triplice fischio finale il senso di liberazione e gioia profonda.
“Ho sognato questo momento. Ho avuto buone sensazioni quando oggi siamo arrivati qui ma vincere davvero la Champions League è incredibile. Adesso siamo nei libri di storia. E’ un sogno che si avvera dopo due finali perse. Abbiamo battuto il Barcellona in semifinale e ora abbiamo vinto la finale, cosa si può chiedere di più? Quando ho segnato mi è rimbalzata in mente tutta la mia carriera. Non puoi sempre arrivare secondo, abbiamo meritato di vincere. Doveva essere la nostra notte”
Buona la terza dunque per gli uomini di Heynckes. Arriva la quinta coppa per i bavaresi, quella che aspettavano dal 2001 e che hanno rischiato di vincere già nel 2010 e nel 2012. La squadra di Monaco è, da questa sera, la terza nell’albo d’oro della Champions dopo Milan e Barcellona. Vince dopo una cavalcata trionfale dando prova di un calcio perfetto. Vince, forse, nella partita giocata più in sordina, in quella meno meritata. Ci sono stati 45 minuti, i primi, in cui è sembrato potesse perderla nuovamente.
Heynckes: “Non siamo entrati in partita nel primo tempo quindi ho corretto alcune cose all’intervallo mattendo Robben trequartista. La mossa ha pagato. Ci sono state pressioni su entrambe le squadre ma certamente nei primi venti minuti abbiamo avvertito il peso di essere favoriti.”
Lo sa bene il mister dei bavaresi e la sua analisi è schietta e sincera. E’ quella di un veterano, di un prossimo pensionato, ammesso sia vero che smetta del tutto. Uno dei pochi, nella storia, ad aver vinto due coppe con due diverse squadre. E come per la precedente, quella vinta alla guida del Real, lascierà a fine stagione. Allora costretto perché accusato della scarsa prestazione in campionato, oggi potrà lasciare da grande. Con la Bundesliga, vinta dominando, e la Champions già conquistate manca solo la finale di Coppa di Germania, il primo giugno contro lo Stoccarda, per chiudere la sua carriera con un triplete difficile da eguagliare anche per il suo blasonato successore Guardiola.
“E’ una grande soddisfazione ma ora voglio chiudere al Bayern con il mio terzo titolo in un anno: dobbiamo vincere la Coppa di Germania.”
Disillusione in casa Borussia. Inutile dire quanto sia grande la delusione che serpeggia in un’altra parte della Germania. Le piazze gremite si sono svuotate mestamente. Il fiume giallo lascia Wembley con il cuore pieno di amarezza. Ma c’è da essere orgogliosi di questa squadra che in quattro anni è stata capace di vincere due campionati e di arrivare a sfiorare il tetto d’Europa. E anche questa sera ha dato del filo da torcere al più esperto Bayern, dominandolo per venti minuti. Lo sa bene Weidenfeller: “Siamo orgogliosi per ciò che abbiamo fatto ma puntavamo al primo gradino. Ora andiamo in vacanza e puntiamo alla prossima stagione. In effetti abbiamo giocato un grandissimo primo tempo, forse ci siamo dati troppo. Abbiamo giocato bene ma non è stato sufficiente. Il risultato però è un po’ bugiardo, questo è il rammarico”.
Klopp: “Abbiamo giocato con il cuore, siamo arrivati vicinissimo ma non possiamo recriminarci nulla. Congratulazioni al Bayern e a Jupp, non è possibile invidiargli la vittoria. Siamo stati bene in partita ma alla fine tutto è andato dalla loro parte e hanno vinto. Non ho rivisto il gol decisivo, era una punizione e noi non eravamo ben piazzati. La partita era quasi finita, è stata una stagione molto dure per noi e si è visto negli ultimo quarto d’ora. Ho detto ai giocatori che torneremo, che cercheremo di raggiungere un’altra finale, non so quando ma torneremo.”