Con il calciomercato e il toto-allenatori che hanno iniziato da subito a riempire le prime pagine di tutti i giornali, l’ultima di campionato ha consegnato agli almanacchi una stagione di alti e bassi per il nuovo Liverpool targato Rodgers. Ci voleva tempo e tempo sarà dato al tecnico nord irlandese che, dopo l’esperienza Swansea, importante e costruttiva sotto ogni punto di vista, ha accettato presumibilmente la sfida della vita. Commitment la parola d’ordine all’inizio della sua avventura, disappointment, quella più volte pronunciata in conferenza stampa dopo tante partite, outstanding quella per l’impegno, la voglia e la dedizione di tutti i giocatori chiamati a vestire una maglia che pesa e peserà sempre di più. Intorno a queste tre parole chiave ha girato tutta la stagione dei Reds. Intorno a queste tre parole hanno ruotato le idee di gioco e i risultati ottenuti sul rettangolo di gioco.

L’imperativo che ha accompagnato di pari passo i primi giorni di Rodgers è stato sempre progetto di ricostruzione, rinascita e sviluppo di un‘idea di gioco ben definita. Ricerca del risultato attraverso lo spettacolo offerto in campo, possesso palla vertiginoso, recupero del pallone con il pressing organizzato. E gol, tanti gol, partendo da una difesa solida e con i piedi giusti per impostare l’azione, ma soprattutto tanto sacrificio e l’utilizzo dei giovani più talentuosi e determinati. Ambizioso è il termine più azzeccato per sottolineare la mole di lavoro che ha sollecitato lo staff tecnico e i vertici dirigenziali ad accontentare le richieste estive del tecnico. Ecco arrivare dunque Borini dalla Roma, già allenato in passato, il centrocampista Allen, altro elemento agli ordini di Rodgers allo Swansea, il marocchino Assaidi, tecnica e corsa niente male dall’Olanda,la scommessa Sahin in prestito dal Real Madrid dell’amico Mourinho e il promettente attaccante tedesco Yesil, bomber infallibile della Germania a tutti i livelli di under.

Con Big Andy Carroll spedito al West Ham in prestito, l’attacco sembra essere il reparto più leggero per profondità e tecnica. Suarez è tanta roba ma non può bastare fino a gennaio. Ai blocchi di partenza, però, la rosa non cambia e le prime perplessità aleggiano dalle parti di Melwood. I primi risultati positivi non tardano ad arrivare. In Europa League il Gomel è poca roba, ma Downing e compagni mostrano i muscoli e superano agilmente il turno preliminare. L’amichevole vittoriosa con il Leverkusen e il primo gol del talento cristallino Sterling, chiudono una prima fase di lavoro con non poca soddisfazione degli addetti ai lavori. La caduta rovinosa però è dietro l’angolo. L’esordio in Premier è una capitombolo con il West Bromwich: 3-0, rosso ad Agger e tutti a casa. La prima ad Anfield, intervallata dalla trasferta vittoriosa in Scozia con gli Hearts, racchiude tutta la stagione che verrà. Possesso palla, gioco frizzante, occasioni a valanga e gol subiti alla prima buona per gli avversari. Risultato, pareggio risicato e primi punti gettati alle ortiche.

L’accesso alla fase a gruppi di Europa League regala un mezzo sorriso che le sconfitte interne con Arsenal e i rivali storici dello United non tardano a trasformare in un ghigno amarissimo. La pazienza non è una virtù delle società abituate a vincere, ma per una delle squadra più titolate d’Inghilterra, l’inizio ad handicap del campionato è una scure che si abbatte su Rodgers. Il progetto però deve continuare, perché Liverpool non abbandona e non lascia solo nessuno. Le risposte arrivano a Norwich: Suarez è scatenato, ad Anfield. con il Reading, dove brilla ancora una volta la stella di Sterling, e nel derby con l’Everton, anche se il doppio vantaggio di Suarez, vale solo un punto a fine match. La squadra subisce l’eliminazione in Coppa di Lega con lo Swansea, ma ciò che peserà a fine anno saranno i tanti pareggi.

Newcaste e Chelsea inaugurano novembre, quello con lo Swansea e la sconfitta sul campo del Tottenham chiudono un mese abulico, che il 3-0 con il Wigan non sa rianimare. Il bottino dopo tre mesi parla di 16 punti in 14 partite e solo tre vittorie. I giovani guadagnano spazio in prima squadra, vedi il già citato Sterling, lo spagnolo Suso, il difensore Wisdom, in gol in Europa League, Shelvey, non più una scoperta, Morgan e cosi via. I senatori fanno ancora a cazzotti con la nuova filosofia di gioco, ma l’attitudine è ai massimi livelli. Dicembre sembra essere il mese della riscossa con ben 4 successi con Southampton, West Ham, Fulham e Qpr. Suarez, Agger, Gerrard, il ritrovato Downing e il rinato Cole alimentano sogni di rimonta clamorosi. La vittoria in casa dell’Udinese con il gol di Henderson, vale l’accesso all’ultima fase di Europa League. Il Natale sembra essere più dolce per tutti e il nuovo anno regala una luce in fondo al tunnel.

A gennaio si parte forte, 3-0 e Sunderland abbattuto. La sconfitta dell’Old Trafford ci sta ma è immeritata. Intanto Rodgers è protagonista del mercato con gli acquisti di Sturridge dal Chelsea e soprattutto Coutinho dall’Inter. La rabbia per il ko con il Manchester si riversa sul malcapitato Norwich seppellito sotto cinque gol. Sturridge fa centro, facendo capire di voler essere protagonista da subito. Coutinho ha numeri da paura e dalle parti di San Siro qualcuno giù lo rimpiange. Con l’Arsenal altra partita maestosa ma il 2-0 iniziale si trasforma nell’ennesimo pareggio finale. Con il City il punteggio non cambia, 2-2 come all’andata, e i rimpianti circondano il gruppo. La naturale conseguenza è un'altra partita all’attacco con il West Brom, tante occasioni sciupate e due gol subiti nel finale che gridano vendetta. Gerrard sbaglia anche un rigore e la frittata è fatta ad Anfield.

Il doppio confronto europeo con lo Zenit regala emozioni antiche ai tifosi, ma Hulk e compagni segnano quando devono e l’impresa sfiorata ad Anfield con i due gol di Suarez e il gol di Allen, valgono applausi a scena aperta da un pubblico che meriterebbe una standing ovation. Fuori da tutte le coppe, compresa la Fa Cup per mano dell’Oldham, Rodgers chiede alla squadra di fare quel passo decisivo per concludere la stagione da protagonisti. Le scelte in campo chiariscono i promossi e bocciati della prima parte di stagione. Bocciati magari no, ma c’è chi in estate dovrà studiare, eccome. Carragher annuncia l’addio e torna titolare inamovibile al centro della difesa in coppia con Agger. Skrtel delude e siede in pachina, a volte in tribuna. Sterling stanco fisicamente e non solo, lascia spazio a Coutinho, Borini infortunato e senza voto vede la stagione scivolare via, Allen a fasi alterne dovrà conquistarsi sul campo il posto. Assaidi? Quasi mai pervenuto.

Le ultime undici giornate di campionato portano in cascina sei vittorie, quattro pareggi ed una sola sconfitta sul campo del Southampton. 22 gol segnati, 9 subiti e una squalifica di dieci giornata a Suarez per un “morso” al malcapitato Ivanovic nel 2-2 di Anfield con il Chelsea. Squalifica che inevitabilmente aprirà scenari di mercato per l’attaccante uruguayano, ma questa è un'altra storia. L’addio di Carragher nell’ultima giornata con il Qpr ,chiude forse un intero capitolo della storia del Liverpool. Rodgers risparmia capitan Gerrard, sempre presente e protagonista di una stagione di altissimo profilo, e Agger, cuore e cervello della difesa, nelle ultime uscite per prepararli al meglio per luglio. Fa esordire il talento di Jordan Ibe e regala minuti in campo al capitano dell’under 21 Conor Coady.

Le vere scommesse vinte però, si chiamano Sturridge e Coutinho, 11 gol per il primo, 3 gol e assist al bacio in ogni partita per il secondo. ll progetto di rifondazione è solo all’inizio ma i risultati si sono visti eccome. Più punti i casa rispetto alla passata stagione, ben 98 reti realizzate in tutte le competizioni e tanti giocatori con la valigia, vedi Downing ed Henderson, undici gol in due, ed Enrique, rigenerati dalla cura Rodgers. Senza Champions gli introiti a fine stagione sono stati comunque sostanziosi, e con la cessione definitiva di Carroll sempre più lontano dal Merseyside, quella che aspetta i tifosi del Liverpool non potrà che essere l’estate del definitivo ritorno nel calcio che conta.