Il 165° derby di Manchester ha un padrone: il Manchester City. Nonostante il valore ininfluente della partita ai fini della classifica, gli uomini del Mancio hanno vinto per l'onore e per la supremazia cittadina regalando una grandissima soddisfazione ai propri tifosi; il City esce per il secondo anno di fila trionfatore dall'Old Trafford, dopo l'umiliante 6-1 dell'anno scorso. Lo United, al contrario, tradisce le attese; poco lucido e a tratti prevedibile, riesce solo a pareggiare con un colpo di testa di Jones carambolato sulla schiena di Kompany, prima del bellissimo gol dell'argentino Aguero. Sir Alex rimane comunque a +12 sui cugini, un abisso incolmabile per ipotizzare un eventuale rimonta dei Citizens. Mancini, per il momento, allontana le ombre minacciose di Laudrup, Pellegrini e Benitez e consolida il suo secondo posto in classifica, a +7 su Tottenham e Chelsea e con 9 punti di vantaggio sull'Arsenal quinto.

City rassegnato? Macchè - Chi si aspettava una partita giocata su toni minori, è invece rimasto deluso. Nel primo tempo del derby di Manchester mancano le emozioni vere, ma le due squadre mostrano comunque un atletismo degno del miglior Bolt e delle grandissime motivazioni in gioco. Soprattutto la squadra di Mancini, decisa se non a mettere i bastoni tra le ruote a Ferguson, almeno a salvare una stagione altalenante e a tenere a bada le inseguitrici per un posto in Champions, ovvero Chelsea, Tottenham e Arsenal. Grazie al 4-2-3-1 disegnato dal tecnico jesino, i Citizens scendono in campo più agguerriti; Mancini sceglie l’artiglieria pesante in attacco, con Milner, Silva e Nasri a supporto di Tevez, l’ex di turno. I 4 là davanti giocano bene, sono tattici e velocissimi e riescono a combinare benissimo tra di loro, come succede al 2’, quando Milner viene liberato da solo davanti a De Gea, seppur in posizione defilata. Lo United, per contro, fatica a mettere in movimento le punte, ovvero Van Persie e Rooney, lasciato per l’occasione a riposo contro il Sunderland. All’8 i Red Devils provano ad impensierire Hart, ma i due centrali Kompany e Nastasic sono bravi a impedire all’olandese Van Persie di accentrarsi costringendolo a calciare a lato con il mancino. La tecnica e il talento dell’attacco del City viene fuori al 20’, quando Kompany –in odore di Barcellona- lancia in profondità Silva, lo spagnolo crossa in mezzo ma un attento Carrick evita a Tevez la comoda battuta a rete. Il City continua a controllare il gioco in mezzo al campo, e anche i due terzini di spinta, Evra e Rafael, vengono neutralizzati benissimo. Il giro palla dello United è scolastico e dunque prevedibile, ma il City non ne approfitta. Al 44’ arriva il primo brivido per Hart, con Rafael che coglie il palo d’esterno da posizione impossibile.

Il City passa - Il secondo tempo è di ben altro spessore. Al 50’ gli ospiti passano grazie ad un gol di Milner – terzo in carriera ai Red Devils- che capitalizza come meglio non si potrebbe un’azione iniziata da Barry sulla trequarti, rifinita da Nasri e consegnata dall’ex Aston Villa al povero che De Gea, che ci arriva ma non trattiene. Tutto nasce, però, da un erroraccio dell’uomo che non ti aspetti, Ryan Giggs, colpevole di un lezioso colpo di tacco mal riuscito. In attacco il City ha ottimi palleggiatori in grado di nascondere la palla agli uomini di Ferguson, ma questo non basta perché dopo soli 8’ arriva il pari del Manchester United con la complicità di Jones, che carambola sulla schiena di Kompany un pallone che termina la sua corsa in fondo al sacco. Inguardabile Hart in questo frangente. Lo United, rinfrancato e determinato a vendicarsi di quanto successo all’ultima di campionato l’anno scorso, preme sull’accelleratore e si rende pericoloso in due occasioni, ma Hart risponde presente prima a Welbeck e poi a Young.

Ancora Aguero, incubo per Ferguson - Al 70', Mancini toglie uno spento Nasri per il Kun Aguero, che ancora rievoca nefasti ricordi del passato dalle parti di Old Trafford. Sarà la mossa decisiva. E’ proprio l’argentino, al 77’ a portarsi a spasso l’intera retroguardia di Ferguson e inchiodare De Gea con un destro imparabile che toglie, spolvera e lucida l’incrocio dei pali. Per esecuzione e stile, ricorda il gol di maggio. Lo United non riesce più a reagire, e la partita si innervosisce: ne sono una dimostrazione i quattro cartellini gialli in dieci minuti. Non basta nemmeno l’ingresso del Chicharito e di Kagawa a rimettere le cose a posto. Vince il Manchester City. Di nuovo, e meritatamente. Ma è una vittoria che vale niente. Che dimostra quello che poteva essere, e invece non è stato...