Si gioca stanotte (ore 3, diretta Sky Sport), sul parquet della Oracle Arena di Oakland, gara-6 delle Finali della Western Conference, tra i Golden State Warriors e gli Houston Rockets. Texani avanti 3-2, con il primo match point sulla racchetta, californiani che sperano nell'assenza di Chris Paul per pareggiare i conti e portare la serie a gara-7. Una serie che sinora non ha tradito le attese, dimostrandosi estremamente equilibrata, in cui le difese stanno facendo la differenza, soprattutto per ciò che riguarda la squadra di Mike D'Antoni. Questi i principali spunti di interesse dei prossimi quarantotto minuti di gioco:
- Houston senza Paul. Con l'evolversi della serie, Mike D'Antoni ha ridotto a sette uomini la sua rotazione. Ma stanotte l'ex Baffo dovrà fare a meno di Chris Paul, l'equilibratore, l'uomo che sposta gli equilibri in attacco e in difesa. Con James Harden tenuto a basse percentuali nelle ultime due gare, è stato CP3 il fattore decisivo per le vittorie dei Rockets. Al suo posto partirà in quintetto Eric Gordon, mentre dalla panchina è stato già allertato Luc Richard Mbah a Moute.
- Golden State con il dubbio Iguodala. Dall'altra parte Steve Kerr non ha ancora sciolto il nodo relativo ad Andre Iguodala, k.o. per una contusione al ginocchio sinistro. L'MVP delle Finals 2015 scalpita per giocare, ma ogni decisione sul suo impiego verrà presa nell'immediatezza della partita. Iguodala garantisce una straordinaria difesa uno contro uno (attacco che i Rockets stanno esplorando con continuità), lettura delle situazioni di gioco e trattamento di palla, fattore non secondario, considerando tutte le palle perse dai Warriors in gara-5.
- Il ritmo dei Warriors. I cambi estremi, sistematici di D'Antoni hanno anestetizzato il flusso di Golden State, il celebre movimento di uomini e palle che rende generalmente inarrestabile l'attacco dei Dubs. Cambiare significa attirare nel gioco dell'uno contro uno i campioni NBA, non nel loro territorio preferito: il solo Kevin Durant, peraltro in difficoltà negli ultimi due quarti quarti giocati, è in grado di segnare continuativamente in questa situazione di gioco. Steph Curry e Klay Thompson difficilmente battono invece uomini dal palleggio: ecco perchè Golden State proverà a correre, sfruttando al massimo la transizione.
- Le chiusure al ferro. Sinora fondamentali, da una parte e dall'altra. Tanti i layup sbagliati, per la presenza di Clint Capela e P.J. Tucker per i Rockets, di Draymond Green e Kevin Durant per i Warriors. Dubs che dovranno provare a muovere ulteriormente il pallone per evitare la difesa faccia a faccia di Ariza su Durant e di Tucker su tutti gli altri. Mancherà Paul ma, almeno nella propria metà campo, Mbah a Moute dovrebbe dare il suo contributo.
- Le letture di Harden. Senza Chris Paul, James Harden è chiamato a una gara straordinaria, non solo dal punto di vista realizzativo, ma anche e soprattutto di controllo del ritmo. Il Barba dovrà evitare di tenere sempre la palla ferma, nonostante gli accoppiamenti con Curry favoriti dall'attacco di Houston: troppo importante coinvolgere i vari Gordon, Ariza, Tucker e Green, oltre ovviamente a Clint Capela al ferro.
- Gli Splash Brothers. Steph Curry e Klay Thompson non sono probabilmente al 100% dal punto di vista atletico (il secondo gioca su un ginocchio malandato). Le loro percentuali dal campo saranno però importantissime per Golden State, che dovrà replicare le ultime partite in difesa, trovando qualcosa in più, in termini di ritmo e canestri pesanti, dal suo backcourt.
- Kevin Durant. Per la prima volta da quando è a Golden State, Durant è nella situazione di trovarsi a un passo dall'eliminazione. Houston è riuscito a riportarlo nella dimensione di Oklahoma City Thunder, quella degli isolamenti. Il piano di D'Antoni è concedergli anche quaranta punti (Ariza primo difensore su di lui) pur non di vedere in ritmo gli altri esterni dei Warriors. KD dovrà saper miscelare gli attacchi sui cambi alle sue doti di passatore.
- La rotazione di Golden State. Se Iguodala non dovesse farcela, Steve Kerr dovrebbe decidere del destino di Kevon Looney, lungo messo in quintetto nelle ultime due partite. Looney offre poco in attacco e si arrangia contro i piccoli avversari in difesa. Alternative? Jordan Bell, miglior difensore di uno contro uno, o Nick Young, per sparigliare in attacco.