Le prime sei classificate delle due Conference hanno già staccato il biglietto valido per i playoff, ma prima che la postseason cominci ci sono ancora otto squadre che devono darsi battaglia per decidere il proprio futuro di questa stagione. L'arena per combatterla sarà quella del torneo play-in, competizione varata dalla NBA per rendere più interessanti le ultime partite di Regular Season e per ridurre al minimo indispensabile i tank delle franchigie che già erano certe di non finire tra le prime otto della propria Conference. Indubbiamente questa formula lascia qualche perplessità (le quali sono state anche esternate nei mesi scorsi da protagonisti della lega quali Luka Dončić e da LeBron James) e necessita di migliorie, ma se l'intento era rendere il finale di stagione interessante e significativo per più team ci sono riusciti non poco. Per chi ancora non lo sapesse al torneo play in si qualificano le squadre che si classificano dalla settima alla decima posizione. La settima gioca contro l'ottava e chi vince guadagna l'accesso ai playoff come settima testa di serie. La franchigia sconfitta, invece, si contenderà in partita secca l'ottavo seed contro la vincitrice uscente del match tra la nona e la decima classificata.
WESTERN CONFERENCE- A ovest la prima partita del nuovo torneo vedrà uno scontro di fuoco tra i Los Angeles Lakers e i Golden State Warriors: LeBron James contro Stephen Curry. I gialloviola da campioni uscenti della NBA sono ora costretti a giocare il torneo play in per accedere ai playoff. La più grande mancanza della franchigia angelina è stata semplicemente l'assenza prolungata per infortunio di entrambi i pezzi pregiati della rosa: LBJ e Anthony Davis. I Lakers fino all'ultima giornata hanno lottato per il sesto posto, ma Portland e Dallas non hanno ceduto terreno ed entrambe hanno conquistato l'accesso diretto alla postseason grazie ad un piazzamento più alto nella propria division dopo che le tre franchigie avevano concluso la Regular Season con lo stesso numero di vittorie. Tra le fila di coach Steve Kerr è mancato per la seconda stagione consecutiva un giocatore chiave come Klay Thompson e il quintetto base ruotava attorno a tre giocatori: Stephen Curry, Draymond Green ed Andrew Wiggins. A inizio stagione si diceva che senza superstar attorno Steph avrebbe fatto fatica. Il risultato? Miglior marcatore della stagione e numeri da MVP, un premio che francamente meriterebbe. L'altro match è tra i Memphis Grizzlies e i San Antonio Spurs. La franchigia del Tennessee, guidata dal Rookie dell'Anno della scorsa stagione Ja Morant, parte come favorita nel match che la vede opposta ai texani di Popovich e DeMar DeRozan che, dopo un avvio di stagione convincente, hanno ceduto ottenendo solamente due vittorie nelle ultime dodici gare.
EASTERN CONFERENCE- Partita interessantissima quella tra i Boston Celtics e i Washington Wizards capitanati dal fresco recordman di triple doppie Russell Westbrook e dall'All Star Bradley Beal. I diciassette volte campioni NBA hanno avuto una stagione complicatissima falcidiata dagli infortuni e dai tanti casi covid registrati a inizio anno che hanno destabilizzato fisicamente molti giocatori, uno su tutti Jayson Tatum. Nei Celtics fino a fine stagione sarà assente Jaylen Brown, pezzo pregiato della roster. L'altra sfida, tra la nona e la decima classificata, vede avversarie gli Indiana Pacers e i Charlotte Hornets. Tra i primi al momento è in dubbio la presenza sia di Domantas Sabonis che di Malcom Brogdon. Per quanto riguarda gli Hornets la curiosità di vederli al play in sarà tantissima, specie per il rookie LaMelo Ball.