Dopo una gara-4 persa in rimonta, i Golden State Warriors sono ora costretti a vincere due delle prossime tre partite contro gli Houston Rockets, per aggiudicarsi la Finale della Western Conference e tornare a giocare per il titolo NBA per la quarta stagione consecutiva. Impresa tutt'altro che facile, perchè il fattore campo è tornato dalla parte dei texani, così come l'inerzia - emotiva e tecnica - della serie.
I Warriors visti in gara-4 hanno convinto solo nei primi sei minuti, straordinari per intensità e organizzazione difensiva, ma sono poi stati messi alla frusta dalle scelte estreme di Mike D'Antoni. Fuori Clint Capela per i Rockets, a lungo dentro un quintetto di soli esterni, che ha significato cambi infiniti sui due lati del campo. Ne è nata una partita di isolamenti, che ha premiato - secondo logica - Houston, mentre il tipico flusso di Golden State spariva nel quarto, dopo qualche canestro folle di Steph Curry. I californiani hanno perso in attacco, sopraffatti dall'aggressività degli avversari, rimontati ancora una volta, come nella celebre gara-7 delle Finals 2016. Ecco perchè il momento è delicato: una squadra abituata a vincere è ora con le spalle al muro, come dichiarato dagli stessi interessati. "Siamo un po' incazzati - dice Draymond Green a Chris Haynes di Espn dopo l'allenamento avvenuto nella Houston University - sappiamo che abbiamo buttato via una gara. Quindi i ragazzi sono arrabbiati, ma fiduciosi. Adoro il modo in cui questa squadra risponde quando è spalle al muro. Non mi preoccupa che le nostre spalle siano al muro, perchè so di cosa siamo capaci e conosco il livello di concentrazione e d'intensità che questa squadra sa mettere in campo quando è necessario. Ora la situazione è questa. Penso che abbiamo sprecato un'opportunità d'oro, ma non è niente che non possiamo recuperare. Sappiamo che possiamo farcela, quindi niente panico". Atto di fede o consapevolezza dei propri mezzi? Difficile da stabilire: ciò che è certo è che questi Warriors sono in difficoltà, anche perchè Andre Iguodala è ancora in dubbio e Klay Thompson non è al meglio per una botta al ginocchio rimediata nel primo quarto di gara-4.
Prova a riaccendere l'entusiasmo dei californiani coach Steve Kerr: "La squadra è di buon umore - le sue parole - siamo delusi per non avere vinto la notte scorsa, ma siamo nel bel mezzo di una grande serie e siamo positivi circa le nostre prospettive future. Sappiamo che dobbiamo migliorare in tante cose. Abbiamo attraversato questa strada diverse volte. Siamo entusiasti di essere qui. Iguodala? Spero che possa giocare domani, ma ancora non possiamo saperlo". Dice la sua anche Kevin Durant: "Abbiamo davvero perso l'occasione di salire 3-1 nella serie, ed eravamo avanti di dodici punti nel terzo quarto. Proprio un'occasione mancata, ma domani possiamo nuovamente far svoltare la serie: è eccitante per noi vedere cosa succederà". Con la sconfitta in gara-4, i Warriors hanno anche visto concludersi la loro striscia di sedici vittorie consecutive in casa ai playoffs: "E' ovviamente una sensazione frustrante - dice Steph Curry - ma tra di noi ce lo siamo sempre detti: siamo una grande squadra nel voltare pagina, nell'essere resiliente e nel trovare un modo per rimbalzare di fronte alle difficoltà. Quindi non ci resta che guardare avanti, all'opportunità che avremo domani. Oggi sarebbe facile svegliarsi e pensare all'occasione che abbiamo perso, rimuginare ed essere negativi. Invece mi sono svegliato pensando che abbiamo giocato male nel quarto quarto, perso di tre punti e disputato una partita difensiva solida. Come ho già detto, abbiamo un ottimo record in situazioni del genere. Ecco perchè ho preso l'aereo con il sorriso per venire qui a Houston". Eppure, se i Golden State Warriors continuano a parlare di occasione persa, in una serie sul 2-2, significa che la ferita è ancora apertissima, e che potrebbe non rimarginarsi in gara-5.