Importantissima, cruciale vittoria nel “pivotal game” della serie di finale di Eastern Conference per i Boston Celtics. La squadra di Brad Stevens vince la decima gara su dieci al TD Garden in questi NBA Playoffs 2018, ma soprattutto sposta l’equilibrio della serie contro i Cleveland Cavaliers, siglando il punto del 3-2 e guadagnandosi due match-point per approdare alle Finals. Splendida la prova di Jayson Tatum, che chiude riempiendo ogni voce statistica dai 24 punti ai 7 rimbalzi, 4 assist, altrettante palle rubate e due stoppate con 7/15 dal campo. Bene anche Horford (15 con 12 rimbalzi), Brown (17) ed i due panchinari di lusso: Morris e Smart (13 entrambi). A Cleveland, invece, non bastano i 26 punti con 11/22 dal campo di LeBron James, parzialmente aiutato dai 14 di Love, mentre intorno sostanzialmente c’è il deserto.

È un Kevin Love on fire, come ai bei vecchi tempi, quello che apre il primo quarto: ¾ dal campo per otto dei primi undici punti della sua squadra. Boston, però, sta a contatto grazie ad un paio di magie di Tatum ed al grande lavoro tra le linee di Aron Baynes, per l’occasione tornato titolare. Il ritmo, altissimo, della prima fase scema leggermente col passare dei minuti, ed i Celtics comunque a portarsi avanti sul 16-12 grazie soprattutto a Tatum, che prima lascia andare la tripla e poi, col passaggio tra le gambe, manda a schiacciare Baynes. LeBron si iscrive alla gara accorciando in area, ma Smart mette definitivamente in gioco anche il TD Garden spedendo dentro la tripla del +4 che manda al timeout.
Al rientro Boston allunga ancora, toccando anche il +9. James, in penetrazione, accorcia il gap, ma il primo squillo di spessore di Jaylen Brown, da tre, regala la doppia cifra di vantaggio ai Celtics. Cleveland continua il suo momento di nebbia, portando a cinque il conto delle palle perse e chiudendo nel peggior modo possibile la prima frazione: è 19-32 nella bolgia in Massachusetts.

Tornando in campo i verdi (oggi in bianco) toccano addirittura il +17, ma gli animi si scaldano ben presto: scintille dopo un contatto sotto canestro tra Nance Jr. e Morris, capita nel marasma anche Rozier ed il risultato, instant replay alla mano, è un triplo tecnico. La semi-rissa risveglia la partita, con Cleveland a trovare canestri importanti dallo stesso Nance, da Korver e da Jordan Clarkson, ma dall’altra parte si arriva con facilità nel pitturato e ben presto i Cavaliers tornano ad abbassare il ritmo, finendo sotto 44-31 dopo ai sigilli di Tatum ed Horford. Per gli uomini di Tyronn Lue si gioca tanto a palla ferma, con i classici isolamenti di LeBron, che però non riesce mai a cambiare ritmo in maniera significativa se non a poco meno di quattro minuti dall’intervallo lungo, quando si inventa, letteralmente, dal nulla 4 punti filati per tornare a -10. Smart, di tutta risposta, firma due realizzazioni in penetrazione e ristabilisce la distanza originale. Il candidato rookie dell’anno, Tatum, contnua a seminare il panico nella difesa avversaria ed anche quando il suo layup esce per una carambola, a parargli le spalle è Al Horford col tap-in vincente, che mette in evidenza tutta la mancanza di grinta dei Cavaliers. Hill racimola tre punti ai liberi, ma come sempre è il Re a doversi mettere in proprio: rimbalzo difensivo, transizione e straordinario movimento in area che permette  ai suoi di chiudere “solo” in svantaggio di 11 punti il primo tempo.

Botta e risposta in avvio di terzo quarto: turnaround di qua, turnaround di là, Brown e James si stuzzicano a distanza, col Re che stampa anche una partenza da fantascienza per beffare Baynes ed appoggiarne al vetro altri due. Dopo un buon inizio però il 23 sciupa un paio di possessi di troppo, e la punizione arriva puntuale: Rozier veloce in penetrazione, palla sull’arco per Tatum che non tradisce al tiro dalla lunga distanza. Se il Prescelto cala, i suoi compagni di certo non aiutano e gli ospiti sprofondano sul -15. Love, con uno splendido semi-gancio, prova a svegliarli, ma Jayson Tatum oramai è on fire e batte anche la sirena dei 24 per il 63-48. J.R. Smith, evanescente finora, trova finalmente la retina, ma la transizione difensiva dei Cavs continua a fare acqua da tutte le parti: prima Morris, poi Smart dall’arco, altro mini-parziale e +15 Celtics. Sul finale di quarto i ragazzi di Lue trovano anche il canestro con un minimo più (anche perché onestamente, meno sarebbe stato difficile) di continuità nelle persone di Love e Green, ma ancora una volta Boston è implacabile, attaccando nei primi secondi dell’azione ed impedendo agli avversari di schierare la difesa, oltre a continuare la grandinata di tiri da tre con percentuali sovrannaturali. Tatum appoggia al vetro la palla persa, mentre Morris beffa Love e va a schiacciare: la difesa di Cleveland sembra tutto tranne che solida e vede, alla penultima sirena, il tabellone indicare 76-60.

Clarkson prova ad inventarsi qualcosa, con LBJ in panchina, ad avvio di quarto quarto, ma subito il solito Marcus Smart, ancora col catch-and-shoot dall’arco, dove Boston sembra in serata di grazia, fa centro e fa esplodere il TD Garden. Quando James torna sul parquet è evidente il tentativo di rimettere le cose in gioco, ma l’unico ad assecondarlo è Green: importante la sua tripla dall’angolo sinistro che spinge Stevens al timeout. Cleveland riesce a piazzare un 9-0 di parziale in due minuti, ma quando i Celtics vacillano non arriva il colpo del k.o., ed il risveglio è traumatico per Lue ed i suoi: James sbaglia, ennesima tranzizione veloce, “scary” Terry Rozier alza la palla che Al Horford deve solo schiacciare per il +14. Al rientro dal timeout Cleveland sembra aver staccato definitivamente il cervello dalla gara, con altre due palle perse firmate da LeBron ed un attacco che singhiozza come non mai: solo l’isolamento del Prescelto contro Rozier regala i due punti del -12, annullati subito dal jumper di Rozier. Quando Horford trova la tripla centrale del suo quattordicesimo punto personale, è chiaro a tutti che Boston avrà un match-point a disposizone alla Quicken Loans Arena, talmente chiaro che anche Lue alza bandiera bianca: dentro seconde e terze linee, garbage time di tre minuti abbondanti e sirena che inchioda il risultato sul 96-83. Una splendida prova corale, dunque, manda Boston avanti nella serie.