Sotto 2-0 in Finale di Conference, i Cleveland Cavaliers hanno bisogno di una svolta per entrare nella serie contro i Boston Celtics. Due gare al TD Garden sono costate altrettante sconfitte a LeBron James e compagni, ancorchè secondo modalità diverse. La prima partita non è stata sostanzialmente giocata dai Cavs, mentre la seconda ha vissuto - soprattutto nel primo tempo - dello show del Prescelto - che tuttavia non è bastato ad evitare la rimonta dei biancoverdi di Brad Stevens.

I vicecampioni NBA sono intanto tornati a casa, confidando nel fattore Q per ribaltare una situazione di estrema difficoltà. LeBron James ha attraversato momenti ancor più difficili nella sua carriera, ma è evidente che gara-3, in programma stanotte alla Quicken Loans Arena (fattore Q appunto) sia una partita da vincere a tutti i costi. Ne sono consapevoli a Cleveland, dove tutti, da staff tecnico a tifosi, sperano nelle difficoltà offensive della versione esterna di Boston per modificare completamente l'inerzia tecnica ed emotiva della serie. "Stiamo costringendo LeBron a giocare una pallacanestro da hero ball - le parole di J.R. Smith pre gara-3 - perchè nessuno di noi sta riuscendo ad aiutarlo". Maggior coinvolgimento del supporting cast, diversa intensità difensiva e un'altra prestazione alla LeBron di James sembrano le condizioni necessarie per prendersi il primo punto della serie. Ma non solo. Mettere in difficoltà i Celtics e la loro difesa alzando subito il ritmo: questo il piano partita di Tyronn Lue, head coach dei Cavs: "Dobbiamo entrare in campo con senso d'urgenza e attaccare presto nell'azione - le sue parole, riportate da Dave McMenamin di Espn - senza mollare niente o lasciare la presa. Sappiamo che i Celtics giocano bene in casa, dove hanno fatto due buone partite: ora tocca a noi, è il nostro turno". Svolta chiesta anche a George Hill, uno dei nuovi innesti del periodo invernale: "Vogliamo cambiare ritmo con lui in campo: deve attaccare i lunghi avversari ogni volta che ci sarà un cambio, essere aggressivo, giocare con maggior ritmo, sia che segni o che sbagli, accelerare, correre durante i pick and roll in transizione: il tutto alla massima velocità". Evidente che lo staff tecnico di Cleveland ritenga imperativo non far schierare la propria difesa, capace di cambiare come poche altre nell'NBA e di rimanere comunque perfettamente organizzata. 

Sono dei Celtics camaleontici quelli di questi playoffs. Non hanno a disposizione una vera superstar (anche se l'Al Horford visto finora ci si avvicina parecchio), bensì tanti giocatori di buon talento e di energia, capaci di aiutarsi l'un l'altro nelle due metà campo. Si sofferma su questo punto un veterano dei Cavs, Kyle Korver, in gara-2 partito dalla panchina per far spazio in quintetto a Tristan Thompson: "Penso che i Celtics abbiano tanti giocatori versatili, stanno cambiando moltissimo in difesa. Sono concentrati e attenti a LeBron, ma non lo stanno raddoppiando. Quindi il nostro attacco sembra aperto, ma vi assicuro che contro di loro non c'è nulla di aperto per noi. Quando giochi a ritmi bassi, nei playoffs difficilmente trovi la tua prima opzione offensiva. Puoi eseguire uno schema, fare una giocata, ma raramente avrai un tiro aperto. Perciò dobbiamo continuare a passarci la palla, a muoverci, a portare blocchi, a uscire più velocemente e a correre, in modo da costringerli a fare degli errori. Perchè se giochiamo a bassi ritmi, loro sono troppo forti in difesa. Penso che correre ci aiuterà a prendere tiri migliori, a segnarli e a giocare con maggiore intensità". Coinvolto in questo discorso anche Kevin Love: "Chiunque sia mai stato qui, intorno al nostro allenatore, sa che Tyronn Lue insiste sempre su questo punto. Ci dice di non guardare verso la panchina quando gli altri segnano, oppure quando ci sono pasticci o errori in difesa. E' tutta una questione di prendere la palla, tirare e giocare con ritmo. E' un concetto che abbiamo sempre predicato. I Celtics contestano tantissimi tiri, il che abbassa le nostre percentuali. Ma, una volta preso in ritmo, diventa tutto più facile per LeBron e per gli altri. Correre ci apre il campo e ci consente di prendere i tiri che vogliamo, che sono ad alta percentuale. Per noi è questa la chiave: abbiamo insistito sull'argomento non solo nelle sessioni video, ma anche negli allenamenti degli ultimi giorni".