"Non è questione soltanto del nostro attacco. Bisogna dare i giusti meriti a chi ha vinto la partita. E' tutto riconducibile per me all'intensità ed alla forza con la quale i Rockets sono scesi in campo stasera. E' necessario per vincere una partita e noi non l'abbiamo fatto. Abbiamo perso credo sette palloni nel primo quarto, abbiamo impostato il ritmo della partita su qualcosa che non è congeniale alle nostre caratteristiche. Abbiamo dato loro la possibilità di segnare canestri facili in transizione, di prendere fiducia ed entusiasmo. Loro hanno fatto meglio e giustamente hanno vinto. Questo è quanto accaduto".
Testo e parole di uno Steve Kerr visibilmente deluso dalla prestazione dei suoi, ma non per questo meno lucido e sportivo nell'analisi della gara 2 andata in scena poco prima sul parquet del Toyota Center. Il risultato finale che porta la serie sull'1-1 può sicuramente essere frutto di un insieme di fattori quali la voglia di riscatto degli Houston Rockets ed un fisiologico appagamento mentale oltre che fisico dei suoi Golden State Warriors, i quali dopo una gara 1 superlativa in termini di impegno, fatica ed intensità non hanno saputo ripetere la sfida.
"Rispetto a gara 1 hanno giocato con molta più intensità, molta più convinzione e fiducia. Noi ne abbiamo subito l'aggressività, anche qualche aggiustamento tattico. E' anche normale quando giochi nei playoffs che dopo una sconfitta come quella di gara 1 poi nella partita dopo vuoi reagire in termini di aggressività, di mordente, di atteggiamento mentale e fisico ed anche in termini di disperazione. Loro hanno giocato come dei disperati, mentre noi non l'abbiamo fatto e ciò ha fatto la differenza".
Oltre a rendere i giusti meriti ai Rockets, l'analisi di Kerr si sposta successivamente sulla scarsa capacità di muovere la palla dei suoi, il che ha portato Kevin Durant a chiudere la gara con nessun assist a referto, due in più per Klay Thompson. Troppo pochi per una squadra come Golden State: "E' chiaro che non abbiamo giocato bene come volevamo e come gara 1. Abbiamo mosso molto poco la palla e ci siamo fatti aggredire dalla loro ottima difesa. Hanno giocato davvero bene e rispetto allo scorso anno, soprattutto difensivamente, giocano molto molto meglio".
La chiosa dell'intervista riguarda Stephen Curry, visibilmente in difficoltà dal punto di vista fisico e tecnico. Il trenta di coach Kerr stenta ad entrare nella serie, attaccato ripetutamente in difesa e quasi mai in ritmo in attacco, ma il tecnico dei Warriors non sembra affatto preoccupato: "Semplicemente non è stata la nostra serata, al di là dei singoli. I Rockets ci hanno devastato con la loro intensità, soprattutto all'inizio della partita. Ovviamente non è stata la sua serata migliore. La sua partenza è stata a rilento, poi è andato migliorando nel secondo tempo. Non sono affatto preoccupato dalle sue prestazioni e dal suo impatto fisico. Ha tirato credo 1/8 da tre, ma non è quello il problema. Lui è un ragazzo competitivo, che sa riscattarsi dalle serate negative come questa, è semplicemente una serata storta".