L'attacco vende i biglietti, la difesa vince i campionati. Potrebbe essere questo lo slogan grazie al quale i Golden State Warriors sbancano il Toyota Center in gara 1 delle Western Conference Finals. Annichiliti, difensivamente, gli Houston Rockets di Mike D'Antoni, che oltre al quarantello di James Harden trovano poco e nulla dal resto dei protagonisti. La squadra di Kerr archivia la pratica nel terzo quarto, il solito terzo quarto dei Warriors, nel quale Kevin Durant - già immarcabile nel primo tempo - sale ulteriormente in cattedra, lasciando a Klay Thompson l'onere e l'onore di sigillare il vantaggio nei primi minuti della quarta frazione. Partita perfetta per gli ospiti, che ribaltano immediatamente il fattore campo nella serie.
Death lineup in partenza per Steve Kerr, il quale sceglie Iguodala dal principio in marcatura su Pj Tucker. Draymond Green va su Capela, mentre accoppiamenti molto più naturali per gli esterni, con Curry per Ariza e Thompson a vista su Chris Paul.
Durant a guardare a vista James Harden, il cui inizio è da vero leader tecnico ed emotivo della squadra: prima la tripla, poi l'appoggio al ferro che scatena la reazione di Draymond Green; tecnico e Toyota Center in partita fin dal principio (6-0). L'avvio del barba si completa con la tripla del 9-2, mentre Golden State fatica a carburare. Non appena lo fa mette paura ai Rockets, limitandoli difensivamente ed accorciando, dalla parte opposta, con Thompson e Curry da tre, i quali iniziano a trovare ritmo e fiducia. La squadra di D'Antoni sembra pagare qualche isolamento di troppo, ma le triple consecutive di Paul prima ed Harden aprono il campo alla schiacciata di Capela per il 21-12. Timeout Kerr. In uscita dalla sospensione si iscrive alla partita Durant, il quale mette a bersaglio undici degli ultimi diciassette punti dei Warriors. Paul risponde dalla parte opposta, confermando il vantaggio di 1 alla prima sirena.
Mani leggermente più fredde in avvio di seconda frazione, ma non per questo l'intensità ed il ritmo della partita cambia, anzi. Paradossalmente diventa ancor più frenetica, con la panchina - più Thompson - di Golden State che ne trae beneficio: Livingston, e soprattutto West con un paio di giocate tra assist e canestro, costruiscono il primo vantaggio ospite, mentre l'attacco dei Rockets ha un nome ed un cognome, quello di Chris Paul, il quale mantiene in piedi i padroni di casa (38-41). Ariza impatta dall'angolo, ma è la difesa di Golden State unita a Durant a lanciare il parziale in favore degli ospiti: più sei Warriors (42-49). D'Antoni richiama all'opera Harden ed il 13 non si fa pregare, firmando nove punti nel giro di tre minuti: prima attacca ripetutamente il ferro, poi infila la tripla del nuovo più tre, impattata poco prima della sirena di metà gara da Young: 56 pari!
Dai blocchi dell'intervallo escono decisamente meglio i Golden State Warriors. L'attacco di Kerr macina gioco e punti, oltre a costringere Ariza al quarto ed al quinto fallo. D'Antoni se la gioca con Green, aumentando l'arsenale offensivo, ma è in difesa che paga dazio non riuscendo praticamente mai a leggere le soluzioni offensive dei rivali, vuoi quelle corali con Iguodala e Curry, altresì quelle individuali con un Durant semplicemente immarcabile (68-73). Harden prova a fare il possibile, ma il ritmo dell'attacco di Houston cala di qualche colpo, mentre Thompson e Iguodala sigillano il più otto obbligando i Rockets al timeout. La musica non cambia; i gregari di D'Antoni - Mbah a Moute su tutti - stentano a diventare un fattore per i texani, mentre Curry acuisce le difficoltà difensive dei padroni di casa: +13. Nel momento peggiore Houston trova due bombe preziosissime da Gordon e Green, chiudendo soltanto sotto di sette a fine terzo quarto.
Eric Gordon riprende dove aveva lasciato, ovvero da una tripla, che risveglia gli animi sopiti dei Rockets. Dopo la tripla la penetrazione, alla quale risponde dalla parte opposta un sontuoso Klay Thompson: due triple e due liberi quasi filati, i quali uniti alla difesa di Draymond Green ed all'appoggio di Livingston valgono il nuovo più 13 Warriors (87-100). Houston ha il merito di non crollare dal punto di vista mentale, ma fa enorme fatica a scalare la montagna difensiva di Golden State: Paul accorcia dalla lunetta, Harden con l'arresto e tiro, ma gli ospiti mantengono immutato il vantaggio dalla linea della carità con estrema lucidità. Il barba prova a caricarsi la squadra sulle spalle nei cinque minuti finali, ma non basta: alla tripla da una parte risponde Thompson - ancora - dall'altra. I due appoggi al ferro di Curry mettono la parola fine all'incontro, con i Rockets che tirano definitivamente i remi in barca negli ultimi due minuti. Gara 1 è di Golden State.
I tabellini