Quella tra i Boston Celtics e LeBron James è davvero una sfida infinita. Sin dalle prime stagioni di successo, i destini del Prescelto si sono incrociati con quelli della franchigia biancoverde. Dalle serie con Mike Brown in panchina e LeBron a trascinare i Cavs contro i Celtics dei Big Three (Pierce, Allen e Garnett), passando per le epiche sfide in maglia Heat (sempre contro la Boston di Doc Rivers), fino agli ultimi incroci al TD Garden, di nuovo con la maglia di Cleveland, contro la "nuova" banda di Brad Stevens.
Battuti nel 2015 e nel 2017, i Celtics sono ora l'ultimo ostacolo per l'ottava apparizione consecutiva alle NBA Finals di James, ormai divenuto una dinastia di per se stesso. Le Finali di Conference che inizieranno domani sarebbero dovute essere una sfida tra LeBron e Kyrie Irving, vecchio sodale che ha lasciato l'Ohio per tentare l'avventura in biancoverde. Ma Irving, come Hayward e Theis, non ci sarà, causa problemi al ginocchio che gli hanno fatto concludere la stagione in anticipo. L'accoppiamento tra due icone della pallacanestro NBA (James e i Celtics) rimane comunque estremamente affascinante. Quasi un passo necessario per LBJ per giungere all'ultimo atto della stagione: "Non ci ho pensato - dice James a Dave McMenamin di Espn riguardo alla sua lunga storia di sfide con Boston - ma so bene che queste saranno le mie ottavi finali di Conference consecutive. In caso di successo avrò l'opportunità di giocare per il titolo, e non è qualcosa che voglio dare per scontato. Si sogna sempre di giocare partite del genere, io stesso lo facevo quando sono entrato in questa lega: era uno dei miei obiettivi, come dare il meglio di me stesso ed essere ricordato. Penso di avercela fatta durante la mia carriera. I Celtics rappresentano la storia, al Garden guardi i gonfaloni e capisci quanti grandi giocatori hanno giocato lì o in altre arene precedenti. E' una città di sport, se pensiamo ai Patriots, ai Bruins e ai Red Sox. Se non sei verde come loro, non vogliono proprio avere a che fare con te". Questa versione di Boston è forse ancor più sorprendente di quella passate, per la durezza mentale e tecnica dimostrata nonostante le assenze: "Penso che sia una della squadre meglio allenate della lega. Sapete cosa ho già detto a proposito di Brad Stevens in passato, della sua capacità di trarre il meglio dai suoi giocatori. Sono fantastici in uscita dai time-out, sulle situazioni di gioco a pochi secondi dalla fine: non conta chi è in campo per loro, sono in grado di mettere i loro giocatori in grado di ottenere successo".
"E non è una caratteristica solo di quest'anno. Nelle ultime stagioni sono sempre riusciti ad avere il massimo da chiunque fosse in quintetto. Ovviamente quest'anno il tutto è un po' amplificato a causa dei nomi dei giocatori che sono fuori causa. Hanno avuto infortuni, specie con due del calibro di Kyrie Irving e Gordon Hayward, ma hanno comunque ottenuto il massimo da chiunque abbiano schierato: è merito di Stevens, ci è sempre riuscito da quando è a Boston. Molte persone si chiedono come facciano i Celtics ad avere successo senza Gordon Hayward. E' una cosa che ho sentito dire più volte. Gordon è fuori dal primo quarto dell'opening night, non potremo mai sapere cosa sarebbero diventati. Non è mai stato in squadra, quindi possiamo parlare solo del potenziale. Quanto a Kyrie, è stato un mio compagno di squadra per tre anni, so di cosa è capace, ma questi Celtics hanno altri giocatori dannatamente forti. Non importa quanto siano giovani, sanno giocare a pallacanestro e il loro allenatore li mette in condizione di avere successo". Chi è la testa del serpente dei biancoverdi? "Ne hanno un paio", risponde sornione LeBron. James conosce Jayson Tatum, per via dei rapporti con il suo ex compagno di squadra Larry Hughes (il ragazzo è anche cugino di coach Tyronn Lue): "Più che del suo gioco, voglio parlare di che tipo di persona è: uno splendido ragazzo". Complimenti anche per Terry Rozier: "Era un ragazzo con fiducia in se stesso anche ai tempi dell'high school a Shaker Heights, in Ohio. Ha mantenuto quella fiducia, non sono sorpreso. Continua a migliorare, è stata una steal nel Draft in uscita da Lousville, ora sta solo mostrando le sue qualità. Horford? E' la loro roccia, non si fa mai prendere dal panico durante le partite. E' una gran bella rete di sicurezza per la squadra". Ma Cleveland vuole superare questa Boston: "Dobbiamo solo provare a giocare nel modo giusto. Bisogna pensare un giorno alla volta e migliorare".