Il messaggio è chiaro, diretto, senza peli sulla lingua e visto il protagonista in questione non ci si poteva aspettare altro. La Finale di Conference ad Ovest è già iniziata nel post gara-5 delle rispettive semifinali, con i protagonisti dei Golden State Warriors che, nel ventre della Oracle Arena, hanno già archiviato nella loro testa l'ostacolo New Orleans Pelicans e guardano solo ed esclusivamente a lunedì sera, quando inizierà ufficialmente la sfida contro gli Houston Rockets di James Harden e Chris Paul. Intervenuto sull'argomento, Draymond Green non si è affatto tirato indietro, anzi, ha lanciato il guanto di sfida senza alcun fronzolo: "Non importa chi sia sulla nostra strada, abbiamo vinto due anelli in tre anni, devono preoccuparsi loro. A noi non importa chi ci prova ad ostacolare, sappiamo cosa vogliamo, vogliamo vincere il terzo anello, vogliamo un altro campionato ed è questa l'unica cosa che conta".
"Adesso è il momento di giocare le partite che contano. E' tutto bello e divertente a gennaio, ma ora è il momento cruciale, dove devi andare lì fuori e giocare a basket. Vedremo chi è il migliore. Questi discorsi sono stati futili per un anno, ora è il momento di giocare. Loro hanno costruito la loro squadra per batterci, non so se chiamarla ossessione o in altro modo, ma so per certo che adesso è il momento in cui conta di più portare a casa le vittorie e scendere in campo per difendere il titolo che abbiamo conquistato lo scorso anno" ha chiosato "l'orso ballerino" dei Warriors, il quale ha già alzato notevolmente l'asticella della contesa e aizzato un discreto focolare.
Molto più politichese e con toni più freddi Steve Kerr, la cui analisi è stata decisamente di altro target: "Abbiamo bisogno di un apporto differente dalla nostra panchina. E' una serie nella quale ci saranno molti uno contro uno e molti tiri da prendere, quindi dobbiamo necessariamente essere in ritmo e provare a tenere il loro ritmo. Giocatori come Young, Bell, ed altri, devono essere pronti perché dobbiamo avere il supporto di tutti in qualsiasi matchup".
L'analisi si sposta successivamente anche sull'utilizzo, da parte di Golden State, di un centro vero e proprio come Zaza Pachulia contro squadre come Houston - ma anche New Orleans - che sfruttano invece l'atipicità e l'atletismo di giocatori come Capela o Davis sotto le plance, piuttosto che il centro vecchio stile. Questo il parere di coach Kerr, che sottolinea l'importanza di aver cambiato stile al gioco da parte di coach D'Antoni: "Credo sia colpa di D'Antoni per aver fatto estinguere la maggior parte dei centri nella NBA. Credo che Zaza debba andare da lui e dirgli che gli ha rovinato la carriera. Onestamente, quando Mike ha deciso di fare di Stoudemire il suo centro e di abbassare il quintetto a Phoenix, ha innestato una reazione a catena che è una delle motivazioni per le quali oggi si gioca con i quintetti piccoli e veloci, con i centri che hanno dovuto cambiare il loro gioco, diventare molto più atletici, versatili, e specializzati in qualcosa che prima non esisteva. Zaza è stato il nostro centro titolare per due stagioni ma in questi playoffs abbiamo dovuto cambiare necessariamente il suo utilizzo drammaticamente. E' strano, ma fa parte del gioco".
Sulla stessa falsariga di coach Kerr le dichiarazioni di Kevin Durant, il quale non alza i toni come Green ma si concentra maggiormente su quelli che saranno gli obiettivi dei suoi Warriors: "Nessuna mancanza di rispetto, anzi. Dobbiamo restare concentrati però soltanto su di noi e su quello che ci siamo prefissati, su come provare ad essere migliori giorno dopo giorno. Adesso dobbiamo pensare a restare concentrati e a continuare a lavorare su questa strada. Non sarà facile, sappiamo che loro vogliono batterci, ma anche che noi vogliamo battere loro per vincere un altro titolo. Questo è il basket".
Appuntamento fissato per lunedì sera, quando al Toyota Center di Houston inizierà la serie finale della Western Conference. Lo spettacolo è assicurato. La sfida è già iniziata.