Dopo una deludente gara-3, dal punto di vista individuale ma anche di squadra, Kevin Durant ed i Golden State Warriors mostrano la loro faccia migliore nel secondo dei due appuntamenti allo Smoothie King Center di New Orleans, dove travolgono i padroni di casa dei Pelicans e si portano 3-1 nella serie, ad un passo dalla Finale di Conference. Tre i match point sulla racchetta dei campioni NBA in carica, i quali hanno sfruttato al meglio la superlativa prova balistica del numero trentacinque, riscattatosi dopo un atteggiamento piuttosto passivo ed abulico mostrato nell'appuntamento precedente. 38 punti decisivi quelli dell'ala ex Oklahoma City Thunder, immarcabile per Holiday e tutti i padroni di casa nei 36 minuti di utilizzo sul parquet. 

Una reazione fortemente voluta da parte di Draymond Green, uomo ovunque in campo e motore motivazionale della squadra di coach Steve Kerr, il quale ai microfoni di ESPN ha ammesso candidamente di aver attaccato duramente il suo compagno di squadra dopo quanto fatto in gara-3: "L'ho sfidato ad essere ciò che è. Gliel'ho detto chiaramente. Non l'avevo visto attaccare o essere aggressivo a sufficienza nelle due metà campo l'altra sera e non gli ho visto fare ciò di cui abbiamo bisogno. Quando vedo che c'è qualcosa che non va, o che va storto, e sento di avere voce in capitolo, riferisco le mie opinioni apertamente e così ho fatto. Stiamo provando a vincere e ciò di cui avevamo bisogno era che Kevin facesse ciò che sa fare meglio". 

Una scossa, un messaggio nella notte dopo gara-3, nella quale lo stesso Green ha ammesso di non aver dormito affatto, che ha sorpreso Kevin Durant, la cui reazione è arrivata sul campo nella notte: "Mi ha detto che non dovevo interessarmi di quello che accade attorno al campo e di concentrarmi su quello che c'era da fare e di essere aggressivo. Stasera lo sono stato, ci ho provato dal primo minuto e rispetto a quanto fatto in gara-3 sono riuscito ad essere decisivo. E' bello sapere che un tuo compagno di squadra ci tiene ed è bello sentirsi dire certe cose". 

"Quello che abbiamo visto oggi da Kevin è ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Ha segnato dappertutto, era concentrato ed aggressivo, ha cambiato volto alla partita fin da subito. Questo è l'impatto che ha quando entra in campo con la giusta fame. Questo è quello che amo vedere. Se ha bisogno di qualcuno che lo stimoli continuamente sul basket, allora lo farò io anche in futuro" ha concluso il numero 23 dei Warriors, il quale ha sfiorato l'ennesima tripla doppia di carriera chiudendo con 8 punti, 9 assist ed altrettanti rimbalzi la sua gara. Poco importa.

L'importante per i Warriors era tornare nella baia con il terzo sigillo della serie e provare ad archiviarla tra qualche ora alla Oracle Arena. Detto, fatto. Adesso i Pelicans sono spalle al muro.