Il 4-3 stentato ai danni dei Milwaukee Bucks aveva aperto una lunghissima serie di processi riguardo le residue energie fisiche dei Boston Celtics di coach Brad Stevens e sulla reale possibilità di poter competere nella semifinale di Conference contro i giovani rampanti Philadelphia 76ers, di ben altra pasta rispetto ad Antetokounmpo e soci. Nemmeno una settimana dopo le nubi attorno lo status mentale e fisico dei verdi sembrano essere state dissipate velocemente grazie al netto e perentorio 3-0 che sta trascinando i Celtics verso un'altra impresa stagionale, quella dell'accesso alla Finale di Conference.
Sorprendente il percorso fatto da Horford e compagni nel corso della stagione, la quale è stata chiaramente condizionata dagli infortuni che, nel corso della stessa, hanno tolto dai giochi prima Gordon Hayward e successivamente Kyrie Irving, le due principali bocche da fuoco del gioco di Stevens. I Celtics si sono accerchiati attorno al loro orgoglio e, una volta trovata la quadra del cerchio tecnicamente e tatticamente, hanno sfruttato le proprie armi per centrare dapprima il secondo posto nella Eastern Conference e, successivamente, la forza d'animo per avere la meglio dei Milwaukee Bucks e, quasi, dei Philadelphia 76ers. Alla base dei successi dei Celtics sicuramente le doti di coaching di Brad Stevens, il cui sistema è riuscito ad imbrigliare nei primi tre appuntamenti della semifinale di Conference Embiid, Simmons e soci.
All'alba dell'appuntamento di gara-4, il tecnico di Boston ci ha tenuto a sottolineare l'importanza dell'approccio mentale da parte dei suoi, il cui rilassamento potrebbe condizionare il prosieguo della serie: "Pensiamo a giocare, non guardiamo al futuro. Proviamo a scendere in campo come se fossimo sul 2-1 per Phila, non 3-0 per noi. I ragazzi sono concentrati sulla gara di stanotte, non su quanto è accaduto nelle prime tre partite della serie. Vogliamo chiuderla il prima possibile". Boston che scenderà in campo al Wells Fargo Center con la consapevolezza di chi ha dimostrato fin qui una manifesta superiorità tecnica e tattica rispetto agli avversari e, soprattutto, con l'entusiasmo generato dal successo nel finale di gara-3, il cui finale potrebbe aver tagliato definitivamente le gambe al morale dei giovani Sixers.
A tal proposito, le parole di Jaylen Brown fanno eco a quelle pronunciate dal proprio tecnico, con il ventunenne dei Celtics che dopo essersi ripreso dall'infortunio alla gamba è risultato decisivo in gara-2 e gara-3: "Dobbiamo continuare ad essere concentrati sul presente, senza guardare né al passato e a quanto successo nelle prime tre partite della serie, né al futuro, che ancora non è stato scritto. Dobbiamo finire il lavoro che abbiamo iniziato, non vogliamo che questa serie vada avanti".
Oltre a Brown, chi continua a sorprendere partita dopo partita è sicuramente il rookie Jayson Tatum, vero e proprio go-to-guy con Horford in questa serie fin qui dominata da Boston. Il ventenne prodotto di Duke sta riscrivendo le pagine del libro della storia dei Celtics: con il ventello di gara-3, Tatum ha superato Larry Bird in questa speciale classifica centrando per la quinta volta di fila nei playoff i venti punti, record di tutti i tempi per un rookie al primo anno in maglia Celtics. Un motivo di orgoglio per il classe 98 di St. Louis, che in gara-3 è stato protagonista anche di un battibecco ravvicinato con Joel Embiid. Niente di serio, anzi, soltanto provocazione da campo come ha sottolineato il diretto interessato: "Jaylen ha strappato il rimbalzo e mi ha servito a centro area, ho visto che stava arrivando Joel e ho pensato di fare tutto più in fretta. Gli ho detto che è stato fortunato perché oltre al fallo poteva andarmi bene la schiacciata, invece è uscita. Non ho fatto del "trash talk", stavo soltanto scherzando con lui. Siamo amici, abbiamo lo stesso allenatore e ci conosciamo bene".
Riguardo le sue clamorose prestazioni per essere un primo anno, il rookie non si sbilancia, mostrando fuori dal campo lo stesso carattere e la stessa serenità che lo contraddistingue in pantaloncino e canotta: "Fin da quando ero bambino, mi sono sempre visto in momenti di partita e dei playoffs come questi, ad un livello sempre più alto. Chiaramente sono arrivati più velocemente di quanto mi aspettassi e mi augurassi, ma è pur sempre pallacanestro alla fine e io amo questo sport, mi diverto nel giocarlo. Abbiamo lavorato per una vita intera per arrivare a questo punto, a questo livello, ora è bello poterci essere e poter giocarci".
E' tempo di gara-4 per i Boston Celtics, i quali dopo le fatiche mostrate contro i Bucks, sono pronti allo sweep ai danni dei Sixers per prendersi il meritato riposo in vista della Finale di Conference contro LeBron James ed i suoi Cleveland Cavaliers. La finale è ad un passo, Boston vuole stupire ancora.