Ormai la notizia era nell'aria, ma ora è certa: Mike Budenholzer non è più l'allenatore di Atlanta. Gli Hawks e l’allenatore hanno comunicato di aver deciso di procedere per la rescissione consensuale del contratto, separando quindi le loro strade dopo cinque anni di grandi soddisfazioni, chiuse con un record di 230 vittorie e 219 sconfitte in regular season e di 17-22 ai playoff. Budenholzer, che nel corso di questi anni ha ricoperto anche il ruolo di presidente delle operazioni cestistiche, aveva altri due anni di contratto con la franchigia della Georgia (a 14 milioni di dollari complessivi), dicendosi però non interessato a continuare la ricostruzione di una squadra che si prospetta lunga e tortuosa.
Ai microfoni di ESPN, l'ex capo-allenatore ha rilasciato delle dichiarazioni, dispensando ringraziamenti a più persone: “Sono grato per questi cinque anni passati da allenatore degli Atlanta Hawks e ricorderò sempre con piacere gli incredibili risultati raggiunti dai giocatori che ho avuto la fortuna di allenare. Dalla proprietà alla dirigenza passando per lo staff e la comunità, ricorderò con grande orgoglio quello che siamo stati in grado di fare con gli Hawks. Ho trascorsi anni bellissimi, vissuto vittorie che porterò sempre nel mio cuore. D'ora in poi Atlanta sarà guardata da me in modo totalmente diverso”. Gli Hawks avevano consentito nei giorni scorsi a coach Bud di poter parlare con le dirigenze dei Suns e dei Knicks, circa un possibile futuro impiego come capo-allenatore in una di queste due franchigie, ma con Phoenix ogni ragionamento e trattativa è stata subito interrotta, mentre con la dirigenza di NY vanno avanti i negoziati.
Nel contempo, in città si fa largo l'idea di affidare la panchina degli Hawks ad un coach giovane, emergente, magari pescando tra gli assistenti delle varie panchine della lega. Una figura di basso profilo, che possa crescere di pari passo con la squadra. Tra i candidati figurano i nomi di Ime Udoka dei San Antonio Spurs, Stephen Silas degli Hornets, nonché Nate Tibbetts e David Vanterpool dei Portland Trail Blazers. Un lotto ancora ampio, destinato però a ridursi nel corso delle prossime settimane. Chiunque metta piedi ad Atlanta, in ogni caso troverà una squadra svuotata, una delle meno talentuose dell'intera Nba. Il Draft, però, verrà in soccorso. Arriveranno infatti tre scelte al primo giro di cui una particolarmente succulenta, infatti il 13.7% di possibilità ci dice che la prima può effettivamente coincidere con la 'first pick' assoluta, ed il 42.3% di finire in top-3. Le altre due invece sono la 19 dei Minnesota Timberwolves e la 30 di Houston, a cui si aggiunte anche l’interessante 33 che permette di avere un giocatore praticamente da primo giro ma senza il contratto da rookie garantito per quattro anni.
Gli Hawks avranno anche il vantaggio di potersi muovere in Free Agency, avendo solo 78 milioni come 'spazio' ocupato. La rinascita, a prescindere da chi sarà il nuovo head coach, passerà attraverso la crescita dei vari giovani attualmente a roster della franchgia della città della Coca-Cola. I tempi dei Jeff Teague, dei Kyle Korver, dei Pual Millsap e dei Al Horford sono lontani.