Bisognerà attendere ancora del tempo per rivedere in campo Steph Curry, due volte MVP della regular season NBA e stella dei Golden State Warriors. Curry, alle prese con una lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro, è fuori ormai da circa un mese, e non rientrerà presto, come dichiarato ieri dal suo allenatore Steve Kerr, a poche ore da gara-4 contro i San Antonio Spurs, poi giocata e persa dai Warriors all'AT&T Center. Secondo quanto riportato da Mark Medina del Mercury News, l'obiettivo dei campioni NBA sarebbe quello di riavere il loro numero trenta per le eventuali finali di Conference, bypassando dunque anche il secondo turno di playoffs. In questo momento i Warriors sono a un passo dal superamento della prima eliminatoria, avanti 3-1 contro gli Spurs, a una vittoria dall'accoppiamento di secondo turno contro i New Orleans Pelicans di Alvin Gentry, che hanno spazzato via in quattro partite i Portland Trail Blazers.
"Non giocherà prossimamente - le parole di coach Steve Kerr in riferimento alla sua point guard - è sulla buona strada, ma ha ancora alcune limitazioni. Vogliamo che torni senza alcun dolore. Non c'è nessuna data per il suo recupero". Nessuno a Oakland ha dimenticato ciò che accadde nella postseason di due anni fa, quando Curry fu vittima di un altro infortunio sostanzialmente uguale, nella serie di primo turno contro gli Houston Rockets: in quell'occasione tornò per le ultime partite contro Portland, ma il suo rendimento fino alle Finals NBA, perse contro i Cleveland Cavaliers, fu influenzato da condizioni fisiche non ottimali. I Warriors non vogliono rischiare di forzare i tempi, anche a costo di fare a meno di Steph contro i bollenti Pelicans, in una serie che sarà molto diversa da quello che i Dubs stanno gestendo contro i San Antonio Spurs. Sinora in quintetto, nella posizione nominale di point guard, è partito Andre Iguodala, anche per lanciare un segnale difensivo a tutta la squadra. Ma di Curry Golden State non potrà fare a meno a lungo, nonostante la presenza di altri due fenomeni come Kevin Durant e Klay Thompson.