Non basta la tripla doppia da 24 punti, 10 rimbalzi e 12 assist di LeBron James e un JR Smith già in formato finals da 15 punti con il 50% dall'arco per far vincere i Cleveland Cavaliers. Gli Indiana Pacers dominano l'incontro sin dalla palla a due grazie ad un'ottima difesa e un altrettanto ottimo attacco, anche se non si può evitare di sottolineare le defaillance difensive della squadra di Tyronn Lue, molle quanto un gelato sotto il sole africano quando si tratta di chiudere le linee di penetrazione. Oladipo fa dunque la voce grossa, confermando i progressi visti in regular season, chiudendo con trentadue punti.

George Hill scalda la Quicken Loans Arena con due inchiodata al ferro in apertura , ma a comandare la tabella del punteggio sono i Pacers, bravi ad incunearsi nelle lacune difensive dei Cavs. Indiana vola subito in doppia cifra di vantaggio grazie ai due giochi da tre punti consecutivi messi a segno da Bogdanovic. Il contributo alla causa Indiana lo dà anche Stephenson, che appena entrato in campo, nel tentativo di rubare palla, rifila una manata  sul viso a LeBron James punita con un classico fallo e non un flagrant, giustamente, dagli arbitri. Born Ready continua lo show firmando il +20 per la franchigia di Indianapolis con una schiacciata spaventosa al ferro sfruttando il ritardo di James, indietro di un giro dopo la stoppata subita da Sabonis. Già al suono della prima sirena, i Cavs sono costretti ad inseguire da lontanissimo: 14-33 il parziale in favore degli ospiti guidati da un Oladipo da 11 punti nei primi dodici minuti. 

La squadra di coach Lue inizia molto meglio il secondo quarto di gioco. LeBron smuove la casella dei tiri dal campo infilandone due in fila prima di sedersi in panchina. JR Smith, sfruttando l'assenza di difesa di Bogdanovic, ne appoggia due facili al ferro per riportare ad undici punti lo svantaggio dei Cavs. La reazione di Indiana, però, non tarda ad arrivare e lo fa con la difesa: tre palle perse forzate e tre canestri in transizione annullano quanto fatto da Cleveland in apertura di quarto. Il rientro in campo di James ribalta nuovamente tutto: due canestri ed un assist in fila per il meno dieci. La difesa dei padroni di casa decide di pressare alto Oladipo, così da impedire all'ex Thunder di bruciare il difensore con i primi passi, ma Indiana trova i canestri dei comprimari e chiude il primo tempo sul 55-38.

Il rientro dagli spogliatoi di Cleveland non è quello che tutti si aspettavano, Lue in primis che infatti chiama immediatamente il time out. L'attacco continua a non girare a dovere, manca il ritmo, la palla non si muove e così la difesa ben organizzata di Indiana ha vita facile. Non cambia, anzi, peggiora la situazione nell'altra metà campo, dove gli accoppiamenti dei Cavs sono alquanto discutibili, quando presenti. Il grande vantaggio, però, fa rilassare i Pacers che smettono di attaccare e pagano dazio. In un amen i padroni di casa tornano sul meno dieci, canestro firmato da Nance Jr, e ritrovano anche il supporto del pubblico scomparso nel corso del secondo quarto. Love firma la tripla del meno sette su assist stratosferico del ventitré, ma questa volta Collison trova la tripla per ricacciare sulla doppia cifra lo svantaggio dei Cavaliers. Stephenson commette un'altra delle sue sciocchezze e regala fallo + tecnico a LeBron che ovviamente fa tre su tre dalla lunetta per il 65-73 alla fine del penultimo periodo di gioco. 

Nel quarto quarto sale in cattedra Oladipo: tripla e jumper in arresto e tiro per provare a chiudere definitivamente il match. L'intento dell'ex Thunder è centrato. I Cavs non riescono ad imbastire un serio tentativo di rimonta e i Pacers non mollano un centimetro in difesa suggellando una vittoria tanto inaspettato, quanto importante.