Per il ventunesimo anno consecutivo i San Antonio Spurs parteciperanno ai playoffs NBA. Un dato che può sembrare scontato, considerata l'alta competività che gli uomini di Gregg Popovich hanno mantenuto stagione dopo stagione (solo undici mesi fa erano in finale di Conference contro i Golden State Warriors), ma che invece nasconde un risultato straordinario, sia per il valore delle avversarie dell'Ovest, sia per le difficoltà della regular season in corso. 

Praticamente mai senza Kawhi Leonard (l'MVP delle Finals 2014 ha giocato solo nove partite), stella della squadra con cui i rapporti si sono incrinati, i neroargento hanno ottenuto stanotte il pass per la postseason, trascinati da LaMarcus Aldridge e da Manu Ginobili, padrone dell'AT&T Center nonostante i quarant'anni. Gli infortuni hanno costretto Popovich a cambiare spesso quintetto, a promuovere i giovani Dejounte Murray e Bryn Forbes, a prendere atto del calo di Tony Parker, delle difficoltà di Danny Green, della discontinuità di Rudy Gay. Ma, ventuno anni dopo, gli Spurs sono ancora lì: "E' meraviglioso - si lascia andare lo stesso Gregg Popovich dopo la vittoria, in rimonta sui Sacramento Kings (parole riportate da Michael C. Wright di Espn) - quarantotto minuti sono tanti, e in una gara NBA le cose vanno e vengono. A volte una delle cose più pericolose per una squadra è quella di andare via nel punteggio già nel primo quarto, perchè poi spesso cambia tutto. Ma oggi la nostra difesa ha cambiato marcia, i Kings nel secondo tempo hanno segnato solo 35 punti e abbiamo fatto ciò che dovevamo. In alcune occasioni abbiamo pasticciato in attacco, ma la difesa ci ha tenuto in partita. Nel secondo tempo abbiamo giocato bene nella nostra metà campo, e da lì abbiamo segnato qualche tiro. Penso che i ragazzi abbiano attinto a tutte le loro energie, mantenendo padronanza di sè e fatto un buon lavoro. Per loro è una vittoria meravigliosa". Una vittoria che apre scenari di postseason diversi da quelli a cui gli Spurs avevano abituato il resto dell'NBA in due decadi. "Ora siamo in una posizione diversa - aggiunge Pop - una posizione in cui non ci siamo trovati molto spesso. Ma faremo ricorso alle solite regole: rimanere umili nelle vittorie, imparare dalle sconfitte e andare avanti, senza fermarci, solo cercando di migliorare. Vale ciò che ho detto in ogni altra stagione: vogliamo essere la squadra migliore possibile quando iniziano i playoffs. Penso che a questo punto, al di là del nostro rendimento in trasferta, ci conosciamo molto bene"

"Abbiamo tanti ragazzi che hanno fatto progressi, anche se siamo tutti frustrati perchè volevamo riprendere da dove avevamo lasciato lo scorso anno. Non è successo per i motivi che tutti conoscete. Ma la vita va avanti. Penso che i giocatori, considerate le circostanze, abbiano fatto un lavoro meraviglioso per trovarsi in questa posizione. Speriamo di riuscire a concludere la stagione nel modo giusto". San Antonio è attualmente sesta nel ranking della Western Conference, con una sola gara da disputare, domani notte a New Orleans. Con una vittoria o con una sconfitta, potrebbe cambiare il piazzamento finale, perchè gli speroni potranno chiudere in ogni posizione dalla quarta all'ottava, con tutto ciò che questo comporta. Le prospettive playoffs non sono quindi delle più rosee, anche se l'obiettivo minimo, più storico che contingente, è stato raggiunto. Perfettamente calato in questa nuova realtà Manu Ginobili, leader (e non solo) della squadra: "A volte bisogna essere capaci di ricalibrare i propri obiettivi in base alle potenzialità, al modo di giocare  e alla maniera in cui si è sviluppata la stagione - dice l'argentino - dobbiamo essere realisti. Magari non siamo i favoriti quest'anno, e comunque non abbiamo potuto disputare una regular season da sessanta vittorie, come accaduto in passato. Dopo ciò che è successo a febbraio e agli inizi di marzo, abbiamo dovuto modificare le nostre aspettative, come abbiamo detto più volte. L'obiettivo era partecipare ai playoffs: ora che l'abbiamo raggiunto, possiamo parlare del piazzamento. Quest'anno l'Ovest è stato folle. E' stato tutto così affollato, tutto talmente equilibrato che siamo felici di avercela fatta. E' stata una stagione durissima a causa degli infortuni e dei cambi di quintetto. Roba da montagne russe, perchè in alcune partite ci siamo sentiti bene. Poi capita di andare a Los Angeles e subire due brutte sconfitte, di tornare a casa, di riofirire e di continuare a lottare. E' stata davvero una stagione difficile".

Dopo la gara di New Orleans, gli Spurs conosceranno il loro avversario ai playoffs ma, a prescindere dal piazzamento finale, la squadra non sembra poter vincere una serie a sette contro le altre corazzate dell'Ovest. Poi inizierà l'estate, e sarà il momento di fare definitiva chiarezza sul caso Kawhi Leonard.