Ancora un fallimento per i Detroit Pistons, che saluteranno in anticipo la stagione nella notte tra mercoledì e giovedì sul parquet dei Bulls. Non sono riusciti a guadagnare un posto nella post-season per la terza volta negli ultimi quattro anni e con Stan Van Gundy sulla panchina della franchigia della Mo-Town, la squadra detiene un record negativo, 151 le partite vinte e 176 quelle perse. Gli infortuni sono stati un grosso problema. Blake Griffin, Andre Drummond e Reggie Jackson, le punte di diamante dell'attuale roster, si sono alternati in infermeria, e soltanto in quattro occasioni sono stati presenti tutti e tre contemporaneamente sul parquet con la casacca di gioco addosso.

Tom Gores, il proprietario dei Detroit Pistons, ha confidato alla stampa di essere molto indeciso circa il futuro di Stan Van Gundy, e che valuterà il tutto immediatamente dopo la chiusura della regular season, dunque nelle prossime settimane. "Non prenderei nessuna decisione prima di confidarmi con Stan" il pensiero del numero uno dei Pistons, che ha aggiunto: "È stato il nostro partner per quattro anni, un vero intenditore di pallacanestro". Gores ha però confermato che i cambiamenti devono essere fatti perché la squadra non sta vincendo abbastanza, e per puntare alla qualificazione ai prossimi playoff il roster (e non solo) dovrà essere puntellato, rinforzato. "Credo che sia giusto ascoltare il suo parere, ha svolto un buon lavoro con noi" si fida ciecamente dell'attuale head coach il proprietario dei Pistons, ciò è testimoniato dal fatto che a Van Gundy è stato attribuito il compito sia di capo allenatore che quello di guidare il front-office.

I Pistons hanno scosso lo scorso febbraio il mercato Nba chiudendo un'importante trade che ha visto sbarcare a Detroit Blake Griffin, un giocatore di primo livello sul quale costruire la squadra dei prossimi anni, un collettivo che sia in grado di stazionare costantemente tra i primi otto posto della Eastern Conference. Il patron Gores ha difeso a spada tratta il negoziato, affermando all'epoca dei fatti di 'aver aggiunto una superstar, quel giusto input che serve alla squadra per poter ambire ai piani alti della lega'. Griffin ha però inciso poco, complici i continui guai fisici che ha dovuto superare, ma si candida ad essere l'ago della bilancia in casa Pistons il nuovo anno, Pistons forse guidati da un nuovo allenatore.