La sconfitta nel derby texano contro i San Antonio Spurs non ha avuto alcuna ripercussione sul ranking degli Houston Rockets, primi nella Western Conference e titolari del miglior record della lega. Eppure, coach Mike D'Antoni ha mostrato di non essere soddisfatto dell'atteggiamento dei suoi giocatori, in campo per onor di firma, molli in difesa e senza velocità di esecuzione in attacco.
Pesa senza alcun dubbio l'assenza di Chris Paul, vero equilibratore della squadra, ma questi Rockets non possono permettersi cali di tensione, come già capitato nella precedente gara, vinta in casa allo scadere contro i Phoenix Suns (tripla di Gerald Green). Mentre altri allenatori preferiscono preparare i playoffs tenendo a riposo i loro migliori giocatori, D'Antoni insiste piuttosto sul concetto di ritmo, fondamentale per le sorti di Houston: "Sono tre o quattro partite che non siamo incisivi - le parole del coach, riportate da Tim McMahon di Espn - ci sta succedendo da qualche giorno: è spaventoso quel che succede quando fai riposare i giocatori. Ecco il motivo per cui alla fine dell'anno bisogna stare attenti a mettere fuori i giocatori e farli riposare. Tutti vogliono riposare, riposare, riposare. Bene, noi abbiamo bisogno di giocare. In caso contrario, perderemo il vantaggio che abbiamo accumulato in quasi ottanta partite, e ci aspetteranno tempi difficili. Bisogna giocare, metterci intensità, e farlo ogni singolo giorno. Torneremo a farlo. Rimanere riposati e giocare male non mi sembra una grande formula per entrare nei playoffs. Non va bene per noi. I ragazzi hanno avuto abbastanza riposo. Non capisco come non giocare possa essere diventato di moda". Parole chiarissime quelle dell'ex Baffo, che d'altronde non costituiscono una novità. Mike D'Antoni ha sempre ritenuto che i suoi giocatori trovassero ritmo ed energia giocando alla massima intensità, e che lo stesso concetto di pace sia a rischio una volta che qualche pedina dello scacchiere viene lasciata fuori. Diverso il discorso relativo a Chris Paul, che non è tenuto in panchina per riposare, ma per farlo recuperare da un problema al ginocchio sinistro.
CP3 potrebbe tornare già nella gara di martedì contro i Washington Wizards, partita dalla quale D'Antoni vorrà vedere i suoi Rockets esprimersi come accaduto per tutta la regular season, eccezion fatta per l'ultima settimana. Anche James Harden, probabile MVP, si è detto d'accordo con il suo allenatore: "Abbiamo costeggiato queste ultime partite - le parole del Barba - è il momento di cambiare nuovamente marcia, di tornare al meglio dal punto di vista fisico e mentale, per essere pronti a giocare. Ora dobbiamo solo giocare partita dopo partita e vedere come va. Dal punto di vista della gestione delle energie, il coach ha fatto un grande lavoro. Ora tocca ai giocatori scendere in campo e competere ad alti livelli". Sulla stessa lunghezza d'onda un veterano come Trevor Ariza: "Di certo non vogliamo arrivare ai playoffs giocando nel modo in cui abbiamo fatto nelle ultime gare. Dobbiamo rimanere affamati, siamo degli agonisti, mai dimenticarlo. Dobbiamo continuare a giocare duro e proseguire con le nostre abitudini". Come per (quasi) tutte le squadre di D'Antoni, i cali di concentrazione e di ritmo rischiano di essere fatali. Basta ricordare la serie dello scorso anno, secondo turno della Western Conference proprio contro i San Antonio Spurs. In quell'occasione i Rockets partirono a mille all'ora, salvo adattarsi al ritmo basso della banda di Gregg Popovich e non riuscire a risolvere il rebus neroargento, con James Harden in calando nel finale della serie. Questa Houston è diversa da quella delle stagioni scorse, non foss'altro per la presenza di Chris Paul, che ha la password dei tempi della squadra, ma è giusto ricordare che se i Rockets hanno disputato una regular season quasi perfetta, lo devono all'insistenza con cui hanno applicato i principi su cui si fonda il loro sistema.