Neanche l'assenza di Chris Paul ferma gli Houston Rockets di Mike D'Antoni, che proseguono nella loro straordinaria regular season (primo posto nel ranking della Western Conference) battendo sul parquet amico del Toyota Center i New Orleans Pelicans di Alvin Gentry. Partita mai in discussione, indirizzata fin dal primo quarto dai texani, trascinati da James Harden (27 punti, 11/24 dal campo) e da Clint Capela, che chiude con 18 punti e 16 rimbalzi. Agli ospiti non basta il solito Anthony Davis: 25 punti e 8 rimbalzi per The Brow, che dovrà lottare ancora per raggiungere i playoffs con New Orleans. 

Al Toyota Center di Houston Alvin Gentry deve fare a meno di Rajon Rondo, out per un problema al polso destro, e di Nikola Mirotic, fuori causa per un fastidio all'anca destra. Quintetto abbassato, con Darius Miller per Emeka Okafor e DeAndre Liggins in sostituzione di Rondo. Dall'altra parte D'Antoni rinuncia a Chris Paul (ginocchio sinistro gonfio), con Eric Gordon in campo dalla palla a due. L'inizio è tutto dei Rockets, che partono lanciati con James Harden: il Barba segna alla sua maniera e fa segnare, soprattutto Clint Capela. Lo svizzero si conferma uno dei migliori rollanti in circolazione ed è pronto al ferro, sia per schiacciate volanti sia per contrastare Anthony Davis, unica luce per una New Orleans ben presto sotto 17-4. Gli ospiti non riescono a segnare, si affidano al loro fuoriclasse, ma vanno presto al tappeto, travolti dal duo Harden-Capela e ai punti in uscita dalla panchina dell'elettrico Gerald Green. 29-16 dopo la prima pausa, con i Pelicans che trovano canestri estemporanei da E'Twaun Moore, Darius Miller e Ian Clark, ma mai in grado di impensierire i padroni di casa, che fanno ciò che vogliono in attacco e mostrano un insospettabile solidità difensiva. Quando cominciano a entrare anche le triple dei Rockets, per gli ospiti si fa notte fonda: dopo un paio di accelerazioni di Harden, il Barba mette a bersaglio due triple senza coscienza, imitato sulla sirena da Eric Gordon, con Ryan Anderson altro fuciliere dall'arco. Davis si batte contro Capela, ma all'intervallo lungo il tabellone recita 64-37.

Partita in ghiaccio per i Rockets, che alla ripresa delle operazioni si concedono un piccolo passaggio a vuoto. Anthony Davis non smette di giocare, Cheick Diallo approfitta del calo avversario per mettere in mostra tutta la sua energia, Jrue Holiday e Darius Miller provano a scuotersi, riportando i Pelicans intorno alle quindici lunghezze di distacco. Basta però poco a Houston per ristabilire le distanze. James Harden torna a segnare al ferro e da tre punti, Ryan Anderson è di nuovo protagonista, così come Joe Johnson, con i suoi classici canestri in isolamento. Al resto provvedono, dall'arco, Eric Gordon e Gerald Green, consentendo a D'Antoni di far riposare l'MVP in pectore in un quarto quarto di puro garbage time. Rockets che si divertono da tre, mandano in campo anche Tarick Black, provano ad affinare la forma di Anderson, caricano Trevor Ariza e gestiscono senza alcun patema il finale di gara. Per i Pelicans è invece già tempo di pensare alle prossime partite: anche Gentry fa sedere Davis, dando spazio a Okafor e al figlio d'arte Larry Drew. Finisce così 114-91, con i Rockets che continuano a dare una netta sensazione di superiorità contro ogni avversario. 

Houston Rockets (59-14). Punti: Harden 27, Gordon 19, Capela 18, Anderson 16, Green 14. Rimbalzi: Capela 16. Assist: Harden 8. 

New Orleans Pelicans (43-31). Punti: Davis 25, Diallo 15, Miller 11, Holiday 10. Rimbalzi: Diallo 9. Assist: Hill e Holiday 4.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]