Nonostante le assenze per infortunio di Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green, i Golden State Warriors di Steve Kerr tornano al successo dopo due sconfitte consecutive, battendo alla Oracle Arena i Los Angeles Lakers di Luke Walton, a loro volta privi di Brandon Ingram e Kyle Kuzma. E' Kevin Durant a trascinare la versione B dei Dubs, con 26 punti e 10/19 al tiro, ma risposte importanti giungono anche dalla panchina dei Warriors, in particolar modo da Shaun Livingston e Omri Casspi. Ai gialloviola non basta un primo tempo giocato punto a punto: troppo importante l'assenza di Kuzma, out per una distorsione alla caviglia destra. 

Sconfitti a Portland e a Minneapolis, i Warriors ritornano a casa dovendo fare a meno dei loro big three originari (Curry, Thompson e Green). Per coach Kerr è l'occasione di ridisegnare il quintetto, inserendo nuovamente Zaza Pachulia da centro, con Kevon Looney al suo fianco, e con Nick Young da shooting guard. Senza l'infortunato Kyle Kuzma, Luke Walton abbassa il suo starting five, con Isaiah Thomas dalla palla a due insieme a Lonzo Ball. E' subito Kevin Durant a prendere per mano Golden State, in un duello a distanza con Brook Lopez: il centro gialloviola segna sotto canestro e va a bersaglio dal'arco, facendosi notare anche in difesa. KD ispira i compagni di squadra, che realizzano punti con Quinn Cook, ancora confermato come point guard, e con il duo formato da Looney e Pachulia, nel solito vorticoso movimento di uomini e palla dei Dubs. Ma i gialloviola rimangono ben saldi nella partita, grazie a Isaiah Thomas, aggressivo in tutto il primo tempo (26-23 dopo il primo quarto) e all'energia di Julius Randle, difficile da contenere per i lunghi dei padroni di casa. Nella second unit dei Warriors si rivedono Andre Iguodala e Jordan Bell, ma è Shaun Livingston a prendersi la scena con una serie dei suoi canestri in post, sui quali un Lonzo Ball con il mirino non centrato può poco. Travis Wear e Alex Caruso rispondono per i Lakers, poi è ancora Durant a segnare, ma il finale di tempo è in perfetta parità (a quota 55), con Ball che appoggia nel canestro un tentativo sulla sirena di Caldwell-Pope.

Proprio Caldwell-Pope riapre le ostilità dopo l'intervallo lungo con un appoggio in contropiede da palla rubata, ma i Warriors alzano i giri del motore in particolar modo difensivamente, e approfittano di un momento di vena realizzativa di Nick Young per scappar via di una decina di lunghezze. Brook Lopez e Isaiah Thomas continuano a cercare il canestro dalla lunga distanza, ma le loro performances calano alla distanza, a differenza di un Julius Randle che è una bomba di energia. Su di lui lavorano come possono Zaza Pachulia e Kevon Looney, inattesi protagonisti per lo staff di Kerr. Durant, ancora Young e Quinn Cook proseguono nel momento caldo di Golden State, con i gialloviola costretti a rincorrere. Sette i punti di distacco all'ultima pausa: nel quarto quarto Shaun Livingston viene coadiuvato dall'israeliano Omri Casspi, fondamentale in uscita dalla panchina, e le gran giocate di Tyler Ennis non bastano agli ospiti, così come le triple in successione di Lopez, Thomas e Kentavious Caldwell-Pope. Il finale è così nuovamente di Kevin Durant, che consente ai suoi di gestire il vantaggio e a Kerr di dare spazio, nell'ultimo minuto di gioco, anche a Jones e Boucher, con McGee tornato a partire dalla panchina. 

Golden State Warriors (52-16). Punti: Durant 26, Young 18, Casspi 15, Cook e Livingston 13, Looney 11, Pachulia 10. Rimbalzi: Pachulia 12. Assist: Durant 6

L.A. Lakers (31-37). Punti: Randle 22, Lopez e Thomas 20, Caldwell-Pope 13, Ennis 12. Rimbalzi: Randle 10. Assist: Ball 11.