Proprio mentre la stagione NBA si avvia al termine, e la corsa a tutti i premi stagionali si fa sempre più scremata, ecco che un nuovo outsider potrebbe cercare di allontanare James Harden dal premio di MVP. Nei fatti, il Barba rimane il principale candidato all’onoreficenza di miglior giocatore in assoluto della stagione, dato che nelle 55 partite giocate viaggia a 31.2 punti e 8.9 assist di media, con i suoi Houston Rockets in cima alla Western Conference con il miglior record della lega (49-13) ed un net rating personale medio di +16.

Nell’ultimo mese, però, un altro giocatore ha imposto la sua candidatura prepotente per la corsa al premio personale più ambito: trattasi di Anthony Davis che, in assenza del suo partner-in-crime Demarcus Cousins (out da diverse settimane per la rottura del tendine d’achille) sta trascinando i New Orleans Pelicans in una clamorosa risalita della classifica in zona playoff. Attualmente, infatti, i pellicani occupano addirittura la quarta posizione della Western Conference, all’interno del pacchetto super-compatto che va da Portland (terza, 37-26) ad Oklahoma City (settima, 37-28). Cinque squadre, incluse Minnesota e San Antonio, raccolte in una partita di distacco.

Dopo l’infortunio di Cousins, arrivano a fine gennaio, New Orleans ha perso cinque delle prime sei partite senza la sua stella, ma da allora è riuscita ad infilare otto vittorie consecutive: mai una striscia così lunga negli ultimi sei anni. Ovvero, dal momento dell’arrivo allo Smoothie King Center di The Eyebrow. Proprio Davis, nelle partite giocate e vinte in questo arco di tempo, ha messo a tabellino 39.3 punti e ben 15 rimbalzi di media. Dati e statistiche fuori dal comune, sicuramente, che incastonano il suo nome accanto a quello di Moses Malone come unico giocatore a superare 35 punti e 13 rimbalzi di media per un mese intero negli ultimi 40 anni di NBA. Ovviamente, la Lega lo ha premiato con il premio di giocatore del mese della Western Conference.

L’exploit, però, non ha lasciato indifferente nessuno, neanche chi, periodicamente, redige la cosiddetta MVP Ladder (letteralmente, la scalata all’MVP), una sorta di proiezione della corsa al premio: alla ventesima settimana, come detto Harden rimane in super-pole position, mentre LeBron James lo tallona, nonostante la stagione altalenante dei suoi Cleveland Cavs, reduci da una ristrutturazione dalle fondamenta. Subito dietro la coppia dei Warriors, Durant-Curry, che continua ad alimentare uno degli attacchi più efficaci e spettacolari della lega, che precede proprio Anthony Davis. A completare la top 10 sono DeRozan, Irving, Westbrook, Antetokounmpo e Lillard.

Insomma, il titolo sembrerebbe già assegnato ma con ancora una ventina di partite da disputare, nel caso (improbabile, ma possibile) in cui AD23 dovesse continuare con queste medie, sarebbe impossibile ignorare una sua candidatura prepotente a uomo della stagione.