Chi sperava di rivedere in campo Kawhi Leonard dopo la pausa per l'All-Star Game è rimasto deluso. Il prodotto da San Diego State, MVP delle Finals 2014, rimarrà infatti ancora fuori causa a tempo indeterminato, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn. Leonard, che in questa stagione ha disputato solo una manciata di partite con la maglia dei San Antonio Spurs, ha deciso di non rientrare tra i giocatori "attivi" del roster neroargento, dopo diversi consulti medici.
La tendinopatia al ginocchio destro, che lo affligge ormai dalla fine della scorsa estate, non è ancora stata superata. Almeno secondo quanto ritenuto dal giocatore, che ha trascorso gli ultimi dieci giorni a New York, per ascoltare ulteriori pareri di specialisti, e che avverte ancora dolore: dal suo entourage trapela che non tornerà finchè non si sentirà in grado di gestire il fastidio al ginocchio. Prosegue dunque la paradossale situazione all'ombra dell'Alamo, perchè lo staff medico dei San Antonio Spurs ha da tempo dato il suo via libera al ritorno in campo di Kawhi Leonard, mentre il ragazzo non si sente affatto sicuro, al punto da aver chiesto e ottenuto di ricevere altre opinioni, accompagnato a Manhattan da componenti della franchigia texana. Si allarga così ulteriormente la frattura tra il numero due e il resto della squadra. Già poche settimane fa reports NBA avevano messo in evidenza come - proprio a seguito dell'infortunio - le distanze tra Leonard e il resto dello spogliatoio fossero aumentate. Una situazione di certo non abituale in casa Spurs, franchigia abituata a creare un legame di ferro con le sue stelle. Invece ora non è da escludere che il ragazzo salti anche il resto della regular season, costringendo San Antonio a cercare di raggiungere un posto playoff senza il suo miglior giocatore. Ma c'è di più: nel 2019 Kawhi Leonard avrà a disposizione una player option da 21.3 milioni di dollari, per rimanere all'ombra dell'Alamo. Già dalla prossima estate il frontoffice degli Spurs dovrà quindi prendere una decisione, legata alla volontà del giocatore. Se Kawhi dovesse chiarire di non voler rimanere, il general manager R.C. Buford sarebbe con ogni probabilità costretto a trarne l'unica conseguenza logica, quella di scambiare la sua stella per non perderla a zero dodici mesi dopo.
Un vero e proprio incubo per i San Antonio Spurs, che in questa stagione stanno faticando sul campo, con un roster in cui non c'è ancora il giusto mix tra giovani (Murray, Forbes, Anderson) e veterani (Ginobili, Parker, Gasol, Mills e lo stesso LaMarcus Aldridge). A Gregg Popovich il compito di chiudere la regular season arrivando tra i primi otto a Ovest (il tutto non così scontato, date le forze in campo) e di cercare di recuperare Leonard, se non dal punto di vista atletico (o meglio, del ritorno in campo), da quello psicologico. Ieri Popovich non si è nascosto, dichiarando ai giornalisti che a questo punto sarebbe sorpreso di rivedere in campo la sua stella in questa stagione: "Abbiamo solo un certo numero di gare da disputare - le sue parole, riportate da Michael C. Wright di Espn - e lui non è ancora pronto. Se dovesse esserci una possibilità, sarebbe molto tardi nella stagione. Sarebbe anche una decisione complicata, quella di rimettere in campo un giocatore nelle fasi finali dell'annata. Ecco perchè sto cercando di essere onesto e razionale. Sarei sorpreso se tornasse quest'anno. Il ragazzo non si è infortunato nuovamente. Ora dobbiamo andare avanti. La squadra ha capito ciò che siamo: siamo questi, e con questi giocheremo. Sperare non ci porterà niente di buono. Dobbiamo solo fare il meglio possibile, come squadra, ora che la stagione si sta per chiudere. Mancano solo 23 partite". Chiaro anche Rudy Gay: "Il coach ha parlato in questo modo per rispondere a voi giornalisti. Volevate risposte, ora le avete. Supportiamo Kawhi ma non possiamo fermarci ad aspettare nessuno. Siamo una squadra, altri devono prendere il suo posto. Quest'anno sono saliti di colpi Aldridge, Anderson e Bertans, ognuno ha cercato di coprire il buco nel miglior modo possibile. Se Leonard dovesse tornare, lo accoglieremo a braccia aperte, è uno dei migliori giocatori della lega. Ma abbiamo un lavoro da fare, con lui o senza di lui".