Miglior squadra della lega, dati alla mano, gli Houston Rockets approcciano alla pausa dell'All Star Game con all'attivo 44 vittorie e 13 sconfitte, nessuno ha fatto meglio dei texani. James Harden, favorito nella lotta all'MVP, ma non solo lui. La vera forza dei Razzi è il gruppo, nel quale spicca proprio il Barba, ma anche Chris Paul, uno degli ultimi playmaker puri presenti in NBA. Arrivato in estate dai Los Angeles Clippers, CP3 ha impiegato pochissimo tempo ad incastonarsi nel sistema di gioco di Houston, di Mike D'Antoni, ed oggi è un giocatore imprescindibile della squadra che ormai è stata etichettata da tutti come la principale rivale dei Golden State Warriors alla corsa all'anello.
"Sono contento e penso che siano tutti soddisfatti di come stanno andando le cose. Purtroppo siamo appena agli inizi di questa lunga avventura quindi non posso che concentrarmi sui margini di miglioramento" ha così esordito ai microfoni della Gazzetta della Sport. "Coach D'Antoni ti mette a tuo agio, il suo modo di interpretare la pallacanestro è molto fluido e soprattutto, riusciamo a coinvolgere tutti i compagni di squadra mettendoli nelle condizioni di dare il massimo. Giochiamo una pallacanestro molto veloce, tiriamo tanto da oltre l'arco dei tre punti, siamo efficaci e facciamo divertire. Il nostro segreto è cercare di trovare sempre l'uomo libero, sia dentro l'area che fuori". Paul è uno dei cardini dei nuovi Rockets che veleggiano in vetta alla Western Conference. 19.2 punti, 5.7 rimbalzi, 8.3 assist e 1.8 stoppate di media a partita, numeri che testimoniano il fatto che la point guard offre un alto rendimento a tutto campo, sia in attacco che in difesa: "In campo ci aiutiamo molto, il basket è un gioco di squadra e dunque remare tutti nella stessa direzione è molto importante. Il gruppo è la nostra vera forza, non si vince da soli. Intorno a noi si è creato un bell'entusiasmo, stiamo giocando bene e speriamo di arrivare ai playoff nelle condizioni ideali, mentali e fisiche".
Mezza partita di vantaggio dai Warriors, campioni in carica. Paul però ha evitate di fare voli pindarici, restando quindi con i piedi ben saldi in terra: "La stagione è ancora molto lunga. Fino ad oggi stiamo andando molto bene e l'importante è non abbassare la guardia. Una delle raccomandazioni di inizio stagione dello staff tecnico era proprio quella di concentrarsi sui finali di partita, sui punto a punto e le situazioni in qui devi fisicamente cambiare marcia e staccare gli avversari. Vincere la stanchezza è fondamentale per sopravvivere nei playoff". E' una Western Conference lancinante, tante squadre sono attrezzate, a caccia di un posto in post-season. Houston è ormai certa di parteciparvi, l'obiettivo è quello di difendere il primo posto: "Un buon piazzamento è importante in ottica playoff, ma poi le partite vanno comunque giocate". In chiusura, una domanda avente come oggetto di discussione James Harden, e la sua rincorsa verso il riconoscimento del Most Valuable Player: "Per me è il giocatore più forte con il quale ho condiviso uno spogliatoio in carriera, uno che non solo è in grado di segnare trenta di media a serata ma soprattutto di passare la palla. Quello che la gente a volte non nota è che James ha una capacità incredibile di creare gioco e mettere in ritmo i suoi compagni. Ha una visione di gioco pazzesca, non devo aggiungere null'altro, merita l'MVP a mani basse".