A meno di quarantotto ore di distanza dalla convulsa giornata di trade che ha sconvolto il roster dei Cleveland Cavaliers, si può finalmente ricostruire quanto accaduto e proiettarlo nel futuro. Già, perchè la rivoluzione dei Cavs è sia nel medio che nel lungo periodo, con un occhio a questa stagione, in cui le possibilità di tornare alle Finals rimangono comunque concrete, e uno alla prossima, in cui LeBron James potrebbe anche salutare l'Ohio. Eppure, il frontoffice e la proprietà di Cleveland (general manager Koby Altman e owner Dan Gilbert) hanno fatto di tutto per accontentare il Prescelto, modificando metà del roster a disposizione secondo i desiderata di LBJ, mantenendo peraltro la scelta dei Brooklyn Nets al prossimo Draft, senza ricevere in cambio alcuna assicurazione sul futuro. "It's a business", ha commentato James, ben consapevole che da qui a fine stagione c'è ancora molto basket da giocare. Il restyling dei Cavs è partito da Thomas, ma ha finito per coinvolgere praticamente l'intero reparto guardie. Ecco perchè:
- Thomas via per incompatibilità tecnica con LeBron. L'addio di Isaiah Thomas, che sembrava essere la mossa principale dei Cavs prima della scadenza della trade deadline, è stato spiegato perfettamente dal suo agente: "A Cleveland la palla di LeBron, il connubio non ha funzionato e non sarebbe andata meglio più avanti. Separarsi è la soluzione migliore per entrambe le parti". Dopo averlo atteso per mesi, Cleveland si è resa conto che Thomas non avrebbe mai potuto esprimersi al meglio insieme a James, per motivi tecnici. A LeBron non serve una point guard che voglia la palla (il vero playmaker è lui, passatore straordinario) e Isaiah non è giocatore da trasformare in mero tiratore, considerando anche ciò che devi "pagare" in difesa per tenerlo in campo. Le sue condizioni fisiche potrebbero aver giocato un ruolo importante nello scambio con i Lakers, ai quali è stato spedito Channing Frye, in cambio di Jordan Clarkson e Larry Nance. Atletismo e punti in uscita dalla panchina per i Cavs, un buon upgrade considerando che con Thomas la situazione era diventata insostenibile.
- Rose, Wade, Shumpert, Frye. Tutti via, tutti giocatori chilometrati, eccezion fatta per Iman Shumpert, ancora relativamente giovane, che non avrebbero potuto dare molto alla causa di Cleveland. Derrick Rose, un tempo fenomenale point guard e MVP con la maglia dei Chicago Bulls, si trascina ormai per il campo da anni, senza trovare neanche una minima continuità a medio livello. Dwyane Wade ha portato esperienza in Ohio, ma poco altro. Uomo spogliatoio, amico di LeBron, che non avrebbe spostato granchè nell'economia della squadra: giusto farlo tornare a Miami in cambio di una seconda scelta. Iman Shumpert, giocatore spesso infortunato, è stato sacrificato per arrivare a George Hill, nell'ambito della trade a tre con i Kings e i Jazz. Discorso simile per Frye, lungo tiratore ormai fuori dalle rotazioni di Tyronn Lue.
- George Hill e Rodney Hood. Sono probabilmente loro i nuovi arrivati più attesi in casa Cavs. L'ex Spurs, Pacers e Jazz porterà esperienza a livello di playoffs e soprattutto difesa contro gli esterni avversari. Ottima presa, nonostante un contratto pesante e delle percentuali al tiro ondivaghe. Ma nel roster di Cleveland andrà a ricoprire uno slot importante, soprattutto difensivamente, anche se non nella posizione di Jae Crowder, salutato dopo mesi di sostanziale anonimato. Rodney Hood è senza dubbio la scommessa della rivoluzione, perchè ha punti nelle mani ma non continuità (neanche fisica, a giudicare dagli infortuni). Ma neanche lui vuole la palla in mano, giocherà per tirare e segnare nel secondo quintetto.
- Ciò che rimane dei Cavs. Il solito equivoco/dilemma Tristan Thompson - Kevin Love. La presenza del canadese esclude quella del Beach Boy? Per il momento il problema non si pone, perchè Love sarà fuori causa fino a fine marzo per la frattura della mano sinistra. Poi starà a Lue decidere se giocare con i due lunghi oppure con un centro e quattro esterni oppure ancora con cinque tiratori. E' rimasto alla base anche J.R. Smith, titolare del ruolo di shooting guard, in un pacchetto di esterni che prevede anche Kyle Korver, il sempre più coinvolto Cedi Osman, Jeff Green e i nuovi arrivati Jordan Clarkson e Rodney Hood. Hill dovrebbe partire invece in quintetto da point guard nominale.
- Il futuro. Difficile delineare il futuro di Cleveland senza sapere se James rimarrà o meno in Ohio. Quel che è certo è che i Cavaliers hanno fatto di tutto per accontentarlo. Basterà? Impossibile da stabilire adesso. La franchigia proverà comunque a non trovarsi impreparata di fronte a un eventuale addio, con la scelta dei Nets a disposizione al Draft e diversi giocatori giovani (Nance, Clarkson, Hood) su cui fare delle valutazioni. Tutto prematuro al momento, perchè a Cleveland hanno dimostrato comunque di voler provare a vincere adesso, con LeBron James trascinatore.