Gli Utah Jazz continuano a volare e, nella notte statunitense, travolgono i Pelicans a New Orleans seppellendoli con una monumentale prestazione offensiva corale, confermandosi inoltre la squadra più in forma di tutta la NBA. Sesta vittoria consecutiva per gli uomini di Quin Snyder, i quali accorciano sempre più su quell'ottavo posto ad Ovest presieduto proprio dai Pelicans di Anthony Davis, non pervenuti nella sfida dello Smoothie King Center. Non basta Holiday ai padroni di casa, i quali ricevono poco da Davis - 15 più 11 - e da Mirotic - ancora fuori dagli schemi - oltre che dalla panchina, la quale segna meno del solo Hood, scatenato, autore di 30 punti in 27 minuti.
L'andamento della gara lo si intuisce già dai primi minuti di gara, quando i Jazz dopo aver aperto il campo con le triple di Favors e Ingles approfitta di un'eccessiva rilassatezza dei padroni di casa in difesa per scappare sul più 11 con due schiacciate di Gobert. Di contro i Pelicans si affidano alle iniziative solitarie in area di Anthony Davis, le cui percentuali non sono però altissime e legittimano la fuga ospite (23-10). Sei punti dell'idolo locale illudono i tifosi di casa, perché è Hood, nel finale, a rimettere 11 lunghezze tra le squadre, iniziando a tartassare la retina dei Pelicans da qualsiasi posizione. I suoi otto punti di fila lanciano Utah sopra di 14 (23-37), prima della scossa suonata da Miller e Clark. In un primo momento tuttavia la difesa non permette ai Pelicans di accorciare nel punteggio, ma è l'attacco a reggere in piedi New Orleans: i 41 punti a bersaglio nel solo secondo quarto però consentono a Holiday e soci di dimezzare soltanto lo svantaggio all'intervallo: +6 Jazz.
L'approccio alla ripresa dei padroni di casa però non è dei migliori e, repentinamente, si passa da una gara riaperta al nuovo più 16 Utah, con Favors scatenato da oltre l'arco e da sotto. Moore e Holiday provano a tenere a galla i Pelicans, i quali nonostante i tentativi di restare aggrappati alla gara crollano definitivamente in avvio di quarta frazione: dopo essere tornati due volte sul -11, è ancora Hood a rispondere dalla parte opposta, propiziando l'allungo definitivo che chiude la contesa. Gli ultimi minuti sono di puro garbage time, con Utah che conserva i venti punti di vantaggio mentre Moore, Clark e Hood arrotondano i rispettivi bottini personali fino al 133-109 conclusivo.
I tabellini