Dopo un periodo di prestazioni di ottimo livello, gli Oklahoma City Thunder sono tornati a vivere un momento difficile. Quattro sconfitte consecutive, l'ultima ieri sera sul parquet amico della Chesapeake Energy Arena, hanno allontanato gli uomini di Billy Donovan dalla scalata ai primi posti del ranking della Western Conference (30-24 il loro record), mentre da dietro infuria una lotta serrata tra Portland Trail Blazers, New Orleans Pelicans e Denver Nuggets (anche i Los Angeles Clippers sono in corsa per un posto ai playoffs, più staccati invece gli Utah Jazz).
La nuova Oklahoma City deve fare a meno da una decina di giorni di Andre Roberson, uno dei migliori difensori puri dell'intera lega, giocatore che in attacco dà pochissimo (battezzato al tiro dalle difese avversarie), ma che nella propria metà campo era fondamentale, sia per la capacità di andare a rimbalzo che per quella di cambiare contro attaccanti più piccoli. Rottura del tendine rotuleo per lui, un po' come avvenuto lo scorso anno a Tony Parker lo scorso anno, e conseguentemente stagione finita. La sua assenza non basta però a spiegare gli alti e bassi dei Thunder, nonostante Billy Donovan abbia più volte sottolineato l'importanza del giocatore all'interno del suo sistema: "Sono molto preoccupato dalla nostra difesa contro il tiro da tre punti - le parole dell'ex coach di Florida State, riportate da Royce Young di Espn - ovviamente si vuole sempre proteggere il pitturato, per non concedere layups agli avversari, ma quando la palla è scaricata fuori serve gente che abbia il giusto senza d'urgenza per uscire sulla linea del tiro da tre punti. In questo Andre Roberson è straordinario, forse il migliore che abbia mai visto: capace di chiudere sui tiratori, contenerli e poi anche bravo a marcarli. A volte è difficile, ma dobbiamo fare un lavoro migliore nella difesa perimetrale. Penso che nelle ultime partite siamo stati uccisi dal tiro da tre punti". Tiro dall'arco che ha rappresentato un'arma fondamentale anche per i Lakers di Luke Walton, ieri on fire prima con Brook Lopez, poi con Jordan Clarkson, abili a cogliere l'opportunità di portare a casa una gara di prestigio, contro un avversario considerato legittimamente come una contender. Dopo queste quattro sconfitte consecutive, i Thunder dovranno ripartire dalla trasferta della Oracle Arena contro i Golden State Warriors, sfida sempre molto suggestiva per il duello tra Russell Westbrook e Kevin Durant.
Nell'unico precedente stagionale l'ha spuntata Oklahoma City, ora costretta nuovamente a scuotersi in California, contro una squadra non nel suo miglior momento, come sottolineato da coach Steve Kerr e messo in evidenza dai risultati (due sconfitte nelle ultime tre partite, una rarità per i Dubs). Ma quale versione dei Thunder scenderà in campo a Oakland è difficile da immaginare: l'OKC di questa stagione è un team rapsodico, che alterna alti e bassi in entrambe le metà campo. In attacco, i Thunder hanno un potenziale di fuoco impressionante, con Russell Westbrook, Carmelo Anthony e Paul George a costituire i Big Three della squadra. Finchè la palla circola velocemente, senza isolamenti (in particolar modo per Anthony, abituato a costruirsi tiri senza il supporto di un sistema), Oklahoma City è davvero temibile, ma quando invece Westbrook decide di attaccare solo contro tutti, oppure George e Melo fermano il flusso offensivo, allora i Thunder perdono completamente ritmo, diventando solo un gruppo di straordinari realizzatori individuali. Forse più complesso il discorso relativo alla difesa: da inizio stagione Donovan ha puntato su Steven Adams unico lungo, con Roberson a completare i quattro esterni del quintetto. Senza il loro miglior difensore, i Thunder soffrono però passaggi a vuoto clamorosi, dovuti all'assenza di intensità, in genere da imputare a Westbrook e Anthony, e sopratutto alla mancanza di un vero ricambio per Roberson. Il rookie Terrance Ferguson non è quel tipo di giocatore, Jerami Grant è verticale ma non ha la mobilità del compagno, e Alex Abrines va "nascosto" per sfruttarlo invece come tiratore dall'altra parte del campo. La second unit di OKC è un altro problema della stagione dei Thunder, che avrebbero bisogno di solidità e certezze difensive, per poi provare il colpo grosso ai playoffs. Altrimenti, in caso di esito negativo, della cavalcata stagionale, tutto potrebbe essere riconsiderato, a cominciare dai rinnovi di Anthony e George.