L'immagine è di quelle emblematiche: Al Horford ha appena segnato il canestro della vittoria contro i Portland Trail Blazers, tutta la panchina dei Boston Celtics non esita un solo secondo a riversarsi completamente in campo, nemmeno fosse la vittoria del Larry O'Brien Trophy. La sensazione che il gruppo, attorno a coach Brad Stevens, stia costruendo qualcosa di magico, è sempre più tangibile, reale. Le difficoltà oramai non si contano più, la voglia di superarle e di affrontarle di petto, senza piangersi addosso, lo è altrettanto. 

Quarta vittoria di fila per i Celtics, che al Boston Garden superano i Portland Trail Blazers rendendo vani gli sforzi di Lillard nel finale: stratosferica la guardia ospite nel pareggiare cinque punti di svantaggio in compagnia di McCollum e firmare il +1 dalla lunetta, prima del beffardo epilogo. E' il basket. E' il segnale, non il primo e, chissà, nemmeno l'ultimo, che attorno alla franchigia del Massachussets qualcosa di mistico stia accadendo da inizio stagione. Lo stato d'animo dei Celtics è racchiuso, tuttavia, nel post gara, quando nel ventre del Garden Brad Stevens si presenta accompagnato da Morris, ed il motivo è presto spiegato. 

"Cosa abbiamo pensato prima dell'ultima giocata? Che dovevamo andare a vedere una partita di Football il più presto possibile". Il Superbowl sullo sfondo, con il nativo di Philadelphia che si è presentato il conferenza con la maglia degli Eagles, clamorosamente vincenti ai danni dei New England Patriots. Motivo di festa, con i volti chiaramente sereni per la vittoria acquisita. E' tempo anche di scherzare, con Morris che interrompe il tecnico urlando "Eagles" a squarciagola, mentre l'allenatore minaccia di sospenderlo dalla squadra. 

Tornando al buzzer-beater di Horford, il protagonista in questione ha spiegato così l'ultima giocata: "Il coach ha chiamato un'azione per Brown ed allo stesso tempo sembrava dicesse, prendi la palla e vai a segnare. I Blazers hanno letto la giocata alla perfezione, perché volevo passare la palla a Jaylen ma mi hanno negato il passaggio. Erano davvero vicini a lui, quindi ho provato a restare aggressivo e prendere il mio tiro in ritmo per vincere la gara. E' stata una bella sensazione quando l'ho visto entrare". 

Chi doveva prendere quel tiro, Jaylen Brown, ha successivamente commentato l'accaduto spiegando che "il tiro di Horford spiega alla perfezione il lavoro che Al sta svolgendo per noi in tutta la stagione. Non solo segna, ma crea gioco, difende a livelli altissimi. Il tiro è soltanto la ciliegina sulla torta di quel che fa in campo per la squadra".