Nella scorsa nottata l'NBA ha reso noti i quattordici nomi di coloro che parteciperanno all'All Star Game come riserve, scelti dai coach. I giocatori sono: Kristaps Porzingis, Karl-Anthony Towns, John Wall, Bradley Beal, Klay Thompson, Draymond Green, Russell Westbrook, Kevin Love, Al Horford, Jimmy Butler, LaMarcus Aldridge, Victor Oladipo, Kyle Lowry e Damian Lillard. Golden State è la prima squadra della storia a portare per due anni consecutivi ben quattro giocatori alla partita delle stelle.

Fonte: Twitter

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Il nuovo format prevede inoltre che i due capitani, Curry e James, possono scegliere la propria squadra indipendentemente dalla Conference di appartenenza. Questa scelta non sarà trasmessa ma i due super-team dovrebbero essere annunciati domani sera, quando Steph e LeBron avranno deciso chi vogliono in squadra.

D'altro canto, si è aperto un intero capitolo su chi invece è stato escluso tra le riserve, primi su tutti Paul George e Chris Paul. Il play dei Rockets non ha (per il momento) rilasciato dichiarazioni, mentre a difendere PG è intervenuto il compagno Russell Westbrook: "Incredibile. Penso che sia oltraggioso. Non so chi altro abbia fatto la squadra ma ci sono quattro giocatori dello stesso team, c'è chi si lamenta di essere snobbato finché non viene scelto (Lillard) e c'è chi ne parla tutti i giorni (Embiid?). Mentre quelli che meritano di esserci non ci sono. Non riesco a capire, non ha alcun senso."

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Anche il coach degli Oklahoma City Thunder la pensa allo stesso modo, pur restando più composto di Westbrook: "Sono davvero deluso, e con questo non voglio togliere niente agli altri giocatori, ma per me lui è uno dei migliori della lega. Potrebbe essere il miglior two-way-player della Lega. E' persino una persona migliore, so che non c'entra niente ma sono soltanto deluso, perché se scegli i dodici migliori ad Ovest e i 12 migliori ad Est, lui deve senz'altro farne parte." Molto più tranquillo invece il diretto interessato Paul George, che liquida la questione così: "Speravo di essere un All Star chiunque facesse la lista, ma a quanto pare non lo sono e la vita va avanti. Avrò una pausa più lunga durante la stagione. Il mio obiettivo primario adesso è vincere il titolo."

Chi, invece, non ha accettato di buon cuore questa decisione, sono Lou Williams e Andre Drummond, che hanno usato Twitter come mezzo di propagazione. Il primo è stato poco loquace, twittando soltanto un "Lol", scrivendo qualche minuto dopo di riferirsi proprio alla mancata convocazione. Drummond invece non ci ha pensato due volte; lasciamo qua sotto il suo tweet originale che è meglio non tradurre:

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Senza dubbio Sweet-Lou è stata una delle grandi sorprese di questa regular season e il suo nome poteva tranquillamente essere presente fra gli All Star, ma la concorrenza ad Ovest è talmente spietata che al suo posto sarebbe dovuto rimanere fuori uno tra Thompson e Butler. Per quanto riguarda Drummond invece, la polemica sembra fuori luogo visto che il lungo di Detroit, trascendendo dai numeri (14.3 punti e 15 rimbalzi di media), non ha lo stesso impatto di due come Love e Horford, per cui ci pare difficile che si potesse meritare la convocazione. Ad ogni modo, le polemiche sull'argomento in questione non finiranno mai in America, neanche dopo il 18 febbraio, ovvero quando ci sarà la tanto attesa sfida fra il team Curry e il team James.