Memphis Grizzlies - Philadelphia 76ers 105-101
Vittoria di misura, di rimonta e di carattere quella ottenuta dai Memphis Grizzlies al FedEx Forum contro i Philadelphia 76ers. Ospiti padroni del campo per tre quarti dell'incontro, salvo l'ultimo nel quale sciupano una dozzina di punti di vantaggio per crollare nei minuti finali ed esporsi al sorpasso dei Grizzlies firmato da Gasol ed Evans. Vittoria sprecata quella dei Sixers, in comando delle operazioni fin dalle prime battute, quando le triple di Luwawu-Cabarrot e Covington creano i presupposti del primo mini-break. L'intensità e l'esecuzione della squadra di Brown premia a rotazione tutti gli interpreti, anche se Embiid litiga fin da subito con i ferri del Forum. Gasol prova a tenere in piedi i padroni di casa, ma sono Luwawu-Cabarrot e quattro punti del centro africano a dare il più 11 a Phila a fine primo quarto. Memphis prova ad alzare i ritmi della sfida nel secondo periodo, contestualmente all'ingresso in campo di Mario Chalmers, ma non basta, perché i Sixers sono in ritmo e le discrete percentuali dal campo consentono agli ospiti di conservare un cospicuo margine di vantaggio.
L'avvio di ripresa sembra premiare ancora una volta l'intensità di Philadelphia, la quale sfrutta l'incredibile precisione da oltre l'arco di Luwawu-Cabarrot e di Saric per ritrovare la doppia cifra di vantaggio. Memphis barcolla, ma ha il merito di non mollare mai definitivamente la presa sulla gara. Anche sul -14, con l'ala croata scatenata, Brooks, Henry e Chalmers tengono a galla i Grizzlies che alla terza pausa pagano soltanto nove punti di distacco. Due triple di Henry, mentre l'attacco dei Sixers inizia a risentire della fatica e della scarsa fluidità della circolazione, rimettono in discussione la gara. Sale al proscenio Tyreke Evans, che raccoglie l'eredità di Chalmers e, con sette punti di fila, ribalta punteggio ed inerzia della contesa. Gasol lo spalleggia al meglio dando una buona alternativa sotto le plance, mentre Phila accusa il colpo e non regge nonostante Embiid e la tripla di Covington. Memphis prende cinque punti di margine, bottino che non si farà scappare nel finale.
New Orleans Pelicans - Chicago Bulls 132-128 (dopo 2OT)
La faccia e la felicità di Anthony Davis a fine partita spiega tutto il possibile. Il monociglio guarda con un misto tra stupore, ammirazione ed adorazione il compagno di squadra, lo abbraccia, lo venera. E come biasimarlo. La notte di DeMarcus Cousins è a dir poco stellare, da fantascienza: 44 punti, 24 rimbalzi, 10 assist e 4 palle recuperate. What else, direbbe George Clooney. Passando alla gara, chiusa dopo due tempi supplementari con la vittoria dei New Orleans Pelicans, superfluo ribadire l'equilibrio pressoché totale che si è avuto nei quarantotto minuti di tempi regolamentari, con i padroni avanti nel punteggio nella prima frazione, ma senza mai creare particolari presupposti per la fuga e gli ospiti a rispondere nella ripresa, quando a fine terzo quarto sono arrivati anche sul più sette, prontamente ricucito dalla coppia delle Twin Towers di casa a New Orleans.
Ad inizio di quarta frazione iniziano i fuochi d'artificio, con Mirotic e Nwaba che ribadiscono la volontà dei Bulls di provare a scappare nel punteggio (+17). Miller e Holiday suonano la carica per i Pelicans, che a suon di triple dimezzano lo svantaggio. Si entra negli ultimi due minuti con dieci punti di margine, ma Cousins prima e Davis successivamente, cuciono definitivamente il gap, prima della tripla di Holiday che vale il pareggio a quota 110. Davis firma il +2 per due volte, ma Markkanen e Holiday rimandano il discorso all'overtime. Holiday e Cousins rispondono ai tentativi di fuga di Chicago, New Orleans ha la palla per la vittoria, ma Clark la spreca da tre. Nel secondo prolungamento sono le triple di Cousins e Moore a fare la differenza, con i Pelicans che rispediscono al mittente i tentativi di Lopez e Markkanen di rimonta ospite.