"Abbiamo il bisogno di concentrarci su ciò che stiamo facendo, tutte le nostre energie, mentali e fisiche, sul messaggio da mandare ogni giorno al resto del mondo". E' un Luke Walton molto carico quello che, al termine della vittoria sugli Atlanta Hawks, ha parlato nella classica conferenza stampa togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe. Il giovane tecnico dei Los Angeles Lakers, al centro della critica - soprattutto di papà Ball negli ultimi giorni ("la squadra non lo segue, non vogliono giocare per lui") - dopo le otto sconfitte di fila della squadra giallo-viola, ha così risposto rivolgendosi ai media, non disdegnando qualche battuta.
"L'ho tolto presto a causa delle parole dette da suo padre..." ha esordito prima di sdrammatizzare con un ovvio "stavo solo scherzando". "Sembrava un po' stanco, anche se non ha detto niente. In ogni caso ho preferito toglierlo presto sia nel primo tempo che nel secondo, dandogli poi la possibilità con il secondo quintetto, dove abbiamo alcuni buoni tiratori adatti al suo gioco, di giocare qualche altro minuto. Ed è andata decisamente bene" ha successivamente proseguito.
Ovviamente la vittoria contro la peggior squadra della NBA - gli Atlanta Hawks del nostro Marco Belinelli - non può rappresentare motivo di vanto ed orgoglio per i Lakers, chiamati in questi ultimi mesi a stilare un ultimo bilancio riguardo quei giocatori che in estate potranno restare a far parte della nuova squadra, quella che dal prossimo anno dovrà necessariamente puntare alla postseason: "Dobbiamo essere in grado di fidarci l'uno con l'altro e guardare ognuno le spalle dell'altro, senza guardare a ciò che si dice fuori dallo spogliatoio, a cosa si dice su Twitter o cosa dicono i media. Chiaramente non è sempre facile, ma è il messaggio che vogliamo mandare quest'anno".
Il chiaro riferimento è alle parole di LaVar Ball, attorno alle quali gran parte della stampa si è appigliata nel momento della caduta libera della squadra, la quale ha pagato tra le altre cose gli infortuni di Ball figlio, di Ingram e di Lopez, oltre alla situazione legata all'impossibilità di Caldwell-Pope di giocare in trasferta. Proprio Ingram, intervenuto sempre al termine della gara, ha inoltre sottolineato quanto detto da coach Walton: "E' molto importante per noi tenere tutto lontano dallo spogliatoio. Il nostro lavoro riguarda soltanto venire in campo e stare a sentire il coach e gli assistenti ogni giorno. Non possiamo controllare ciò che avviene fuori dal campo, o chi sta parlando attorno a quest'ultimo. Possiamo però provare a stare uniti e provare a vedere che risultati otteniamo aiutandoci l'un l'altro ogni giorno".
Ci si attendeva una risposta, prima in campo e poi innegabilmente anche fuori dal campo, alle parole di LaVar Ball, alla quali hanno fatto seguito tra le altre cose anche quelle del figlio Lonzo: "E' un uomo cresciuto, può dire tutto ciò che vuole, non posso fare molto a riguardo. Il mio compito resta quello di giocare a basket, non di pensare a ciò che dichiara mio padre. Io non decido chi allena, come ho spesso detto, siamo noi contro tutti gli altri". Non è mancato, infine, anche il supporto della dirigenza al lavoro di coach Luke Walton, con le parole di Jeanie Buss che attraverso Twitter ha lanciato il suo messaggio di sostegno al tecnico - sebbene fosse chiaramente rivolto ad un altro destinatario: "InLukeWeTrust".