Brooklyn Nets - Boston Celtics 85-87

Sesta vittoria di fila per i Boston Celtics di coach Brad Stevens che passano a Brooklyn contro degli ostici Nets non senza patemi. Anzi, c'è bisogno di cinque punti di fila di Jayson Tatum ad un minuto dalla fine per ribaltare uno svantaggio che sembrava poter dare la vittoria ai padroni di casa, trascinati da un ottimo Dinwiddie e dalla solita buona prestazione corale. Avvio lanciato per i Nets, che sfruttano la buona vena del loro playmaker ed i canestri di Carroll e Zeller per provare ad allungare (15-10). Intensità e ritmo diametralmente opposti a quelli dei Celtics, che stentano in quanto ad energia nelle due metà campo: ne approfittano Harris e Stauskas per il più 8, prima del ritorno degli ospiti firmato Rozier e Larkin. Irving impatta, mettendosi in partita ed ingaggiando un duello a distanza con Dinwiddie. Hollis-Jefferson e Zeller, ancora, provano ad allungare prima della pausa, ma Tatum e Smart cuciono lo strappo all'intervallo. 

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Anche in avvio di ripresa l'approccio alla gara dei Nets sembra decisamente migliore, ma Irving e Morris tengono a galla gli ospiti, lanciando il parziale che trascina Boston sopra di tre lunghezze. L'ex Cavaliers sale in cattedra e con cinque punti di fila personali, dopo il canestro di Hollis-Jefferson che ferma in parte l'emorragia, mette sei punti di divario tra le squadre. Celtics che appaiono in controllo di ritmi e gara dopo aver ribaltato l'inerzia della sfida, ma Dinwiddie ancora e Harris riportano a stretto contatto Brooklyn, prima del canestro di Morris del più 3 alla penultima sirena. Si viaggia sui binari dell'equilibrio più totale anche nell'ultima frazione, con un botta e risposta continuo tra le parti. Si entra negli ultimi tre minuti in totale parità: Dinwiddie risponde a Smart, prima di firmare il sorpasso in penetrazione (82-81). Nel momento decisivo Boston trova Tatum, che silenziosamente prima schiaccia il nuovo vantaggio, poi approfitta dell'assist di Irving per piazzare dall'angolo la tripla del definitivo KO. 

Detroit Pistons - Houston Rockets 108-101

Vittoria di carattere e di personalità quella ottenuta dai Detroit Pistons a MoTown contro gli Houston Rockets ancora privi di James Harden. Partenza lanciata però per gli ospiti, che dopo aver subito 10 dei 14 punti iniziali da uno scatenato Bullock - da tre come in penetrazione - e i primi 4 di serata di Harris, rispondono con ritmo ed intensità selvaggi: Paul prima ed Ariza successivamente ribaltano l'iniziale svantaggio. E' l'ingresso di Tucker e soprattutto di Green - tre triple in un amen - a spaccare in due la contesa, con i Rockets che sembrano in grado di andare via nel punteggio (+6 alla prima sirena). La reazione dei padroni di casa però non si fa attendere e, contestualmente, i ritmi frenetici maggiormente consoni agli ospiti calano a dismisura al pari delle percentuali al tiro di Anderson e soci. Marjanovic domina il pitturato cucendo lo strappo, Bradley e Smith impattano a quota 51. L'equilibrio non si schioda fino all'intervallo (57-58), ma il vento della gara inizia a cambiare lentamente. 

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L'inerzia della gara si sposta lentamente in favore dei padroni di casa, che nei minuti iniziali del secondo tempo approfittano di un approccio blando degli ospiti per scappare nel punteggio grazie a Smith, Bradley e soprattutto ad uno scatenato Harris: Houston non trova il fondo del secchiello per svariati minuti, soffrendo l'aggressività difensiva dei Pistons e forzando fin troppo nella conclusione da oltre l'arco. Ariza e Green provano a metterci una pezza, ma è Harris a confermare il trend del periodo e firmare con Bullock il più 14 alla terza pausa. Le triple di Green e Gordon a cavallo degli ultimi due quarti danno un minimo di fiducia alla squadra di D'Antoni, che però difensivamente paga dazio su Marjanovic e Buycks, fondamentali nel confermare la doppia cifra di vantaggio e rispedire al mittente i tentativi di rimonta ospiti. Gli sforzi di Chris Paul e soci risultano vani, Houston torna sul -4 ad una manciata di secondi dalla sirena, con Detroit che glaciale dalla lunetta sigilla la vittoria.