Ancora una volta i Cleveland Cavaliers si trovano in un momento non facile, anche se gli spettri di inizio stagione sembrano lontani. Stanotte a Boston LeBron e compagni hanno tirato con il 34.8% dal campo, peggior risultato stagionale dopo la sconfitta nel Christmas Day. I Cavs, dopo la sconfitta di ieri con i Celtics per 102-88, hanno un record di 2-5 nelle ultime sette partite. Se è vero che recentemente Cleveland ha affrontato squadre di alto livello, è anche vero che ha perso contro Utah e Sacramento, non le migliori della classe. Inoltre, sono proprio i risultati contro le più serie contender a non lasciare impressioni positive, e lo stesso LeBron James ammette come ancora la squadra non giri alla perfezione.

"Sono sempre preoccupato riguardo agli altre team che migliorano sempre di più - dice il numero 23 - ma mi preoccupo di più sui nostri miglioramenti. Questa è la cosa più importante. L'Est è davvero competitivo quest'anno, e per adesso noi non siamo abbastanza forti. Lo siamo stati, ma adesso non lo siamo più. Vediamo cosa succederà, di sicuro dovremo sempre preoccuparci delle altre squadre. Non so ancora di cosa siamo capaci e non lo saprò finché Isaiah Thomas non sarà completamente guarito. Ma sappiamo qual è il programma, quindi non ci ha sorpreso non vederlo giocare stanotte. Sappiamo già che non giocherà ad Indiana il giorno dopo il match a Minnesota; in questo momento non può giocare back-to-back. Quindi dobbiamo aspettare che Thomas e Thompson tornino al 100%, proveremo le varie rotazioni e cose di questo genere. Faremo di meglio."

Fonte immagine: http://www.nba.com/cavaliers
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Oltre al tanto celebrato ritorno di IT, è passato un po' in sordina quello di Tristan Thompson, tanto criticato questa stagione ma pur sempre l'unico rim protector che i Cavs hanno a disposizione. Nella notte appena trascorsa, Thompson ha realizzato una doppia doppia da 10 punti e 11 rimbalzi, giocando un totale di 29 minuti. "E' tutto nuovo sia per noi che per il coach - dice Thompson sulla situazione attuale - Lue sa cosa porto alla causa e io so cosa aspettarmi da me stesso. Quindi quando conterà, so che lui potrà fare affidamento su di me per essere più produttivo possibile."

D'altro canto, a soffrire più degli altri il ritorno di TT è stato senza dubbio Channing Frye, ormai a margine del progetto. In verità, l'ex lungo dei Suns, che ha già superato i 34 anni, ha avuto poco spazio anche negli scorsi playoff, e quest'anno il suo minutaggio potrebbe scendere ancora. Channing non pare preoccupato e, in modo più che professionale, accetta tutte le decisioni di Tyronn Lue: "Fa ciò che deve fare - sentenzia Frye sul proprio allenatore - Io sono qui per giocare; se gioco, bene, altrimenti rimango pronto ad entrare. Deve fare ciò che è meglio per la squadra, e io devo rimanere professionale ed essere pronto quando sono chiamato in causa." Il giornalista poi lo incalza con una domanda che riguarda il pari ruolo Thompson, ma Frye non si scompone: "Se io sono pronto per giocare oppure lo è lui, non è una cosa che devo decidere io. Penso che entrambi diamo qualcosa in più alla squadra per vincere; entrambi comprendiamo che abbiamo qualità diverse ma entrambi alla fine vogliamo soltanto vincere."

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Le domande che Lue deve farsi in questo periodo sono senz'altro molte. Innanzitutto deve cercare di interrompere questo momento negativo, reintegrando piano piano Thomas e dando fiducia a Thompson, due elementi che dovranno farsi valere durante la corsa all'anello.