“Mi sento come un dannato rookie”, sono le parole di Isaiah Thomas, quando a passi cauti si avvicina verso lo spogliatoio, ad indossare per la prima volta la maglia numero “3” dei Cleveland Cavaliers. Era da maggio che Isaiah non tangeva il campo da gioco, dalla partita di playoff giocata proprio contro i Cavs di LeBron James e, al tempo, dell’ex compagno di quest’ultimo: Kyrie Irving. L’entrata in campo del nativo di Tacoma viene accompagnata da una sontuosa standing ovation di tutta la Quicken Loans Arena; il sorriso del giocatore fa trasparire la sensazione che sia veramente come la prima volta di un rookie. Isaiah Thomas però, ci mette poco ad ambientarsi e già nel primo quarto mette a segno il suo primo canestro per i “Wine and Gold”; non sembra decisamente un rookie, anzi, a sprazzi è il solito all-star che noi tutti conosciamo. In 18 minuti segnerà 17 punti, tirando con una percentuale del 50% (6 su 12), decisamente non male. Le sue parole a fine gara saranno queste: “È stata una serata speciale per me, non ho giocato per sette mesi, così essere là fuori e competere contro altri team è fantastico. Ovviamente aver ottenuto la vittoria è stato ugualmente importante ma essere in grado di competere ed essere nell’ambiente di gioco, è una grande sensazione per me”. Se Boston pareva essere casa, Cleveland non sembra essere da meno. Isaiah ha trovato un solido gruppo, costituito da veterani che conoscono il gioco e i suoi segreti alla perfezione. “Famiglia prima che squadra” sembra essere il motto di questi Cavs; per curare lo spogliatoio e l’affiatamento ci vuole intesa fuori, prima ancora che in campo. Questa filosofia è perfetta per Thomas, perché se esiste un giocatore con un fortissimo lato umano, quello è lui. L’emozione porta avanti il suo gioco, e se le influenze esterne sono positive (così come lo erano a Boston) il suo livello sale. Su questo devono puntare i Cavaliers: far sentire a casa Isaiah, farlo sentire in famiglia.
La prossima partita dei Cleveland Cavaliers sarà proprio contro i Boston Celtics, ex squadra di Thomas. Il suo minutaggio sarà inevitabilmente basso. Coach Tyronn Lue non vuole rischiare di far giocare un back-to-back ad un giocatore appena rientrato da un lungo stop, la stagione è ancora lunga, e le cose si faranno serie arrivati ai playoff. Così su esplicita richiesta di Isaiah Thomas non saranno mostrati video tributo in questo match, ma l’attesa per il celebrato ritorno si posticiperà a febbraio, quando le due squadre si affronteranno di nuovo, e l’ex play dei Celtics probabilmente sarà nello starting five dei Cavs. Thomas ha speso parole anche per il suo ritorno a Boston, dove si è detto sicuro che ci sarà solo amore da parte della sua ex città: “So che sarà tutto amore. Continuo a dire che ho dato a quella città tutto ciò che avevo e mi hanno mostrato vero amore, e penso che l'amore durerà per sempre. Quindi, non c’è rancore. Questa non è la partita della vendetta. Sanno a cosa hanno rinunciato. Sapevano quello che avevano. Ma va bene. Sono concentrato sui Cleveland Cavaliers e sto cercando di vincere un campionato”.
Come cambia il gioco dei Cavaliers con l’inserimento di Isaiah Thomas?
La miglior cosa che può derivare dall’inserimento di Thomas nelle rotazioni del team è che la palla non dovrà essere gestita per forza da LeBron James; il nativo di Akron potrà sviluppare il suo gioco senza palla ed essere una minaccia interna alla difesa avversaria. Un altro fattore che a mio avviso migliorerà la fase offensiva dei Cavs è la capacità di isolamento di Thomas, che potrà così aprire a possibilità di extra pass, in caso di aiuti dei difensori, oppure potrà provocare and-one come quello che si è visto nella partita contro i Portland Trail Blazers. Oltre all’iso, un’altra fondamentale abilità del piccolo numero “3” è l’intelligenza sul pick-and-roll, dove Isaiah valuta perfettamente se passare la palla al giocatore che ruota sul blocco, se penetrare verso il canestro oppure se arrestarsi e tirare subito dopo il blocco, sfruttando l’allontanamento del difensore che copre l’attacco a canestro, che sia da due o da tre. Quest’ultimo punto è uno di quelli che si sta un po’ perdendo nel basket moderno ma che si dimentica spesso essere uno dei più letali, perché nonostante sia un tiro in movimento, si è la maggior parte delle volte molto lontani dal difensore e quindi liberi di prendersi un ottimo tiro. Tutti questi punti vanno a braccetto con la capacità di Isaiah Thomas di leggere il gioco, vedendo tagli a canestro e servendo assist ai compagni che sfruttano le disattenzioni dei difensori. Le scelte offensive dei Cavaliers si vedono così moltiplicate, dando meno peso a LeBron, e facendo ruotare il gioco per mani diverse dalle solite del “23”, il quale probabilmente sfrutterà la sua fisicità in area, a rimbalzo offensivo e in tagli che solo lui sa vedere prima di tutti. Proprio James ha parlato del ritorno al gioco di Isaiah nel post partita: "Lui è molto buono, molto buono! Può sparare da tre, può penetrare nella corsia, sa passare la palla. Creerà così tanto per il nostro team. Quello che mi piace di lui è che non smette mai di lavorare, vuole sempre lavorare sodo. Ora gli mancano gli scatti e le cose di questo tipo, ma non siamo preoccupati. Un ragazzo come lui ha sempre voglia di migliorarsi e lavorare, e quando metti tutto questo nel gioco, il gioco ti ripaga". Non resta che attendere il maggior minutaggio possibile del play di Cleveland, per mostrare al mondo quale sarà il gioco di una delle maggiori contender per il titolo.