Christmas Day in NBA: abbuffata di basket per tutti gli appassionati, con cinque partite consecutive a partire dalle 18 italiane per arrivare all’alba del giorno di Santo Stefano. Nel cuore della notte, alle 2.00, toccherà alla squadra che più di ogni altra sta sorprendendo in questa stagione: gli Houston Rockets viaggeranno fino alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City per sfidare i Thunder e Russell Westbrook.

Inevitabile, dunque, pensare a questa sfida come un duello tra singoli: appunto, l’MVP uscente da un lato, che ha visto le sue medie adeguarsi (ma non troppo) all’arrivo in squadra di due violini dalla mano pesante come Paul George e Carmelo Anthony, dall’altra un James Harden che sembra aver completato il suo processo di crescita con Mike D’Antoni e, coadiuvato da Chris Paul, essere diventato il pericolo pubblico numero uno della lega.
Già testa a testa nella corsa al premio di giocatore dell’anno nel 2017, i due hanno condiviso anche il passato, proprio ai Thunder, in stagioni che sembrano già preistoria. The Beard, con la sua classica autostima, non ha mai nascosto di ritenersi superiore, almeno offensivamente, a tutti i suoi colleghi, ma il verdetto ha incoronato un RW da record: 42 triple doppie in stagione, chiusa a 31.6 punti, 10.3 assist e 10.7 rimbalzi di media. Quest’anno, nonostante il nativo di Long Beach si stia confermando su numeri quasi simili, Harden gli ha rubato la scena: una serie di prestazioni mostruose, alla guida dei suoi Rockets, capaci di ridicolizzare ogni difesa sui parquet del principale campionato di pallacanestro del pianeta. Il 13 dei texani viaggia oltre i 32.5 di media (nessuno come lui), affiancando a questi anche nove assist ad allacciata di scarpe. Soprattutto, Harden sembra beneficiare della presenza di Chris Paul accanto a lui: l’ex-Clippers toglie un minimo di pressione e di responsabilità di playmaking dal suo leader, lasciandolo più lucido (e di conseguenza con percentuali più alte) nel tiro da tre e nelle sue micidiali penetrazioni. Con Paul infortunato, però, Harden giocherà probabilmente da point guard, e probabilmente potremmo assistere alla sfida diretta, faccia a faccia, tra due dei giocatori più dominanti del mondo.

Ma non solo: sul parquet non ci saranno esclusivamente i due leader, ma due compagini complesse, nel bel mezzo ognuna del suo processo di crescita autonomo. Da un lato, gli Houston Rockets assomigliano sempre di più al proprio allenatore, Mike D’Antoni: rotazioni molto corte (8, massimo 9 elementi fissi in stagione regolare), uso spropositato del tiro da tre punti, che sta pagando altissimi dividendi, ed un gioco fatto di ritmo, transizione veloce e capacità di occupare gli spazi. Per arrivare a Chris Paul, il front-office dei texani ha dovuto ipotecare due elementi importanti della second-unit come Beverley e Williams, ma il sesto uomo dell’anno 2017 Gordon sta riuscendo comunque a tenere alto il rendimento della panchina di D’Antoni. Ad oggi, i razzi sono la miglior squadra della Lega per record (25-6) e per rendimento offensivo, ad oltre 115 punti di media. L’obiettivo pubblico dichiarato, ora, è spodestare, dopo tre anni, i Golden State Warriors dal trono della Western Conference.

Di fatti, lo stesso obiettivo aveva, ad inizio stagione, la dirigenza di OKC: costruire un super-team per giocarsi il tentativo della vita in quest’annata, per poi iniziare il rebuild (con tanto spazio salariale) la prossima estate. Così, mettendo sul piatto diversi asset futuri (scelte, ma anche Oladipo, Kanter, Sabonis e co), Sam Presti è riuscito a portare in Oklahoma Carmelo Anthony e Paul George, che con Adams, Robertson e lo stesso Westbrook andrebbero a comporre uno dei quintetti più temibili in circolazione. Il campo, però, non ha fornito da subito le risposte sperate: la squadra è sembrata disunita, ha faticato tanto a carburare, ed anche le stelle a roster si sono accese solo ad intermittenza. Ultimamente, comunque, i passi avanti sono evidenti, con Anthony relegato ad un ruolo prettamente da tiratore e gli altri due “Big Three” a dividersi le redini del gioco, approfittando del contributo di diversi uomini di sistema funzionali a Billy Donovan. Se questo potrà far diventare i Thunder una contender credibile è impossibile affermarlo ora, ma la stagione è ancora lunga ed i tasselli sembrano andare a posto: la gara di stasera è una cartina tornasole dei progressi di un gruppo dalle potenzialità sicuramente importanti.