Atlanta Hawks vs Oklahoma City Thunder 117-120

Oklahoma parte forte nel match, Russell Westbrook già dai primi minuti sembra avere la mano calda e porta la squadra in vantaggio nel primo tempo. Atlanta resiste il primo quarto, poi sembra non poter sostenere la corsa del numero zero di Okc. Rientrati dalla pausa halftime ecco che le cose cambiano, siamo al solito down Oklahoma, che nella partita si manifesta a momenti alterni, ma arriva sempre. Il terzo quarto è da dimenticare per tutti i Thunder, con un parziale di 31-18 gli Hawks riescono a rientrare in gara, grazie soprattutto ad un freddo Marco Belinelli (27 punti nella gara) che metterà a segno 5 triple nell’intera sfida; aiutato da un Ersan Ilyasova altrettanto in stato di grazia (22 punti), il quale tirerà con il 70% complessivo, e un egregio 80% dalla distanza.

Il momento della verità arriva sempre per Okc, ma ultimamente sembra veramente in grado di rispondere positivamente ad esso (5 partite vinte sulle ultime 6). Questa volta con un amen di Russell Westbrook, il quale con il punteggio fissato sul 117 a 117 prende la palla a spicchi nelle sue mani, no Carmelo Anthony, no Paul George; lui sa benissimo che si dovrà prendere quel tiro, perché ciò che è stato Oklahoma e ciò che si vuole sarà in futuro passa sostanzialmente da lui. Il cronometro segna 1.7 secondi, e Russell fa quello che gli riesce meglio: essere un giocatore clutch. Spara la tripla ed è più tre. Stavolta al momento della verità risponde lui, ma va detto che il quarto quarto ha visto anche entrare parecchi tiri dal giocatore in maglia numero 7: Carmelo Anthony, il quale ha messo ben 7 triple, con 24 punti finali.

Oklahoma City Thunder: Punti, Westbrook 30 (70%, 12/17), Anthony 24, George 17 – Assist, Westbrook 15 – Rimbalzi, Adams 10, Roberson 9, Westbrook 7

Atlanta Hawks: Punti, Belinelli 27, Ilyasova 22, Delaney 20 – Assist, Bazemore/Delaney 6, Belinelli 5 – Rimbalzi, Collins 9

 

Los Angeles Lakers vs Golden State Warriors 106-113

Golden State dà l’impressione di essere in controllo della gara già da subito, senza Stephen Curry è Kevin Durant a tenere il pallino del gioco della squadra, insieme ad un inaspettato gregario: Jordan Bell il quale mette a segno la prima doppia doppia della sua carriera, 20 punti e 10 rimbalzi. Lonzo Ball entra nella partita molto concentrato, infatti mette a segno due buone triple nel primo quarto, dalla lunga concluderà con un 83%, tirando 5 su 6. La decisione di quando andare al tiro e quando non farlo sembra migliorare nel ragazzo, che nei primi mesi di stanziamento nella lega tendeva a tirare quando probabilmente non andava fatto. Complessivamente concluderà la partita con un 56% al tiro, e ben 24 punti per il rookie di LA.

Nel terzo quarto, con i Lakers sotto, l’unico a crederci sembra essere l'altro rookie Kyle Kuzma che si fa carico della squadra e mette a segno un’altra buonissima prestazione con 27 punti e 14 rimbalzi, diventando così la prima matricola dei Lakers con tre partite consecutive con più di 25 punti; l’ultimo era stato un certo Jerry West. Nel quarto quarto i ragazzi di coach Luke Walton sono con il fiato sul collo degli Warriors, e il parziale segnerà 34-29, ma i giovani di LA non riusciranno a resistere ai colpi di un Durant in versione MVP delle Finals (33 punti, 7 rimbalzi, 7 assist, 2 palle rubate, 4 stoppate) quando le cose si fanno complicate, e non solo offensivamente, ma soprattutto difensivamente, questa è la chiave.

Los Angeles Lakers: Punti, Kuzma 27, Ball 24, Randle 21 – Assist, Ball 5 – Rimbalzi, Kuzma 14, Randle 10

Golden State Warriors: Punti, Durant 33, Bell 20, Thompson 16 – Assist, Durant/Green 7 – Rimbalzi, Green 11, Bell 10, Durant 7