Prendete una squadra che già l'anno scorso aveva fatto divertire dopo un impatto a dir poco traumatico con la massima serie, alla sua prima esperienza in assoluto tra i grandi del basket italiano. Prendete un coach e un assistente che hanno dimostrato di poter essere tra i migliori nel settore, al punto da comporre probabilmente il miglior tandem tra capo e vice dell'intera serie A. Aggiungete un gruppo di giocatori che era già forte dopo la stagione precedente e che è stato smussato tra elementi di spicco che sono andati via ed altri giocatori che hanno sposato la causa di un club in costante e silenziosa crescita. Spolverate con un pubblico strepitoso che spinge e tifa con costanza e con ardore per quaranta e più minuti. Non viene fuori la ricetta della portata principale del pranzo di Natale, bensì la squadra migliore del girone di andata del massimo campionato di basket, la Germani Brescia. Un inizio di stagione incredibile, che ha avuto come ciliegina sulla torta la prestazione impeccabile al cospetto dei campioni d'Italia della Umana Reyer Venezia, letteralmente asfaltata dai lombardi.
La partita del PalaGeorge tra la indiscutibile e applauditissima capolista e l'altrettanto apprezzata vincitrice dell'ultimo scudetto è stata la prova lampante di quanto faccia sul serio questa Leonessa, inarrestabile e capace di tenere un ritmo forsennato sui due lati del campo per quaranta minuti, mandando al tappeto con irrisoria facilità la squadra che aveva sorpreso quasi tutti per il cammino tenuto fino al tricolore. Con Luca Vitali a menare le danze con una performance al tiro non esattamente eccellente ma con un apporto in termini di assist che è ancora di primo livello. Con il tandem composto da Lee Moore e Dario Hunt che mai come ieri hanno fatto il bello e il cattivo tempo in attacco, con un dominio pressochè totale del pitturato suggellato in 50 punti e ben 14 rimbalzi complessivi e una valutazione in tandem addirittura a quota 75. Questi alcuni dei numeri di una partita splendida, che non fa altro che confermare quanto di buono ha messo in piedi la Germani Basket Brescia in queste prime undici giornate. Una sola sconfitta, quella patita al fotofinish sempre nell'impianto di Montichiari contro il Banco di Sardegna Sassari.
Un andamento da schiacciasassi, quello che ci si poteva attendere da una squadra che ha decisamente speso di più ed è quasi confinante con quella bresciana, ovvero quella Olimpia Milano che sarà anche il prossimo banco di prova per la indiscussa capolista della massima serie, nella super-sfida in programma nel pomeriggio di Santo Stefano in un Mediolanum Forum che rappresenta di fatto la prova del nove per la banda allenata da Andrea Diana. Già, quel coach che sta facendo letteralmente i miracoli alla guida della Leonessa, a partire dalla stagione di due anni fa e che si è conclusa con la storica promozione nella massima serie dopo un imperioso terminato in finale playoff. L'allenatore che di fatto resterà per sempre nella storia della Germani, con un lavoro certosino e curato nei minimi dettagli sul piano tattico, sui due lati del campo e con un lavoro eccellente anche su misura per il roster che gli è stato costruito. Il perfetto rappresentante di una società che lavora con un profilo sempre molto basso, ma senza mai rinunciare ad ottenere il massimo da qualsiasi situazione.
E lo specchio di questa società che parla poco ma sogna in grande è rappresentato anche dal presidente, uno dei rari casi di donne al potere nel mondo del basket. Graziella Bragaglio è a capo di un club e di una squadra che è arrivata quasi in punta di piedi nell'Olimpo della palla a spicchi nazionale, e che sempre in punta di piedi ma con impronte sempre più ingombranti è salita alla ribalta, puntando senza mezzi termini a quello che è il sogno di una vita, di una carriera e di una storia sportiva, ovvero l'eccellenza a livello nazionale: quello scudetto che in Lombardia è sempre stato celebrato in altri lidi ben più prestigiosi, come la già menzionata Milano ma anche Varese e Cantù, ma che ora sognano anche a Brescia con grande trasporto e senza paura. E se non dovesse arrivare il trionfo che finora la Leonessa sta dimostrando di meritare, sarà comunque una bella storia da portare avanti e un'esperienza che aiuterà la società a continuare a crescere, per far sì che questo grande sogno diventi realtà.