Se la ridono in panchina Stephen Curry e Kevin Durant e ne hanno ben donde soprattutto dopo il secondo tempo messo in scena dai Golden State Warriors in casa dei Miami Heat. All'American Airlines Arena di South Beach, infatti, la resistenza della squadra di Eric Spoelstra dura poco più di venti minuti, prima di lasciare il proscenio agli ospiti, trascinati da Stephen Curry, oltre che dalle solite giocate di Kevin Durant, autore di trenta punti. Nonostante una buona partenza degli Heat, l'attacco dei padroni di casa perde notevolmente colpi in corso d'opera, non riuscendo più a tenere il passo con quello dei viaggianti, che ipotecano la vittoria nel terzo periodo.
Spoelstra si presenta senza Hassan Whiteside, centro nevralgico del gioco di Miami sotto le plance, anche se la sua assenza in avvio non si avverte particolarmente. Ritmo ed intensità frenetici quelli imposti da Dragic e soci alla contesa, i quali valgono le triple di Dragic e Winslow e la schiacciata del 10-2 di Adebayo. I Warriors procedono al piccolo trotto, limitandosi alle conclusioni di Thompson prima e Curry successivamente per restare aggrappati alla sfida, senza tuttavia scomporsi più di tanto. Miami risponde però presente ai tentativi del trenta ospite di riportare avanti i suoi e, grazie al gioco da quattro punti di Dragic ed alla tripla di Ellington, allunga sul 33-25.
Due triple di Curry avvicinano nuovamente Golden State prima della sirena di fine primo quarto, e lanciano un messaggio ai compagni di squadra. L'avvio di secondo periodo è decisamente meno frenetico, condizione che consente alla sfida di mantenersi costantemente sui binari dell'equilibrio: Ellington ed Olynyk rispondono ai primi tentativi di fuga dei Warriors, portati da Thompson e David West, mentre Livingston si fa espellere per un faccia a faccia con un arbitro per un mancato fischio. Miami continua ad eseguire i giochi con pazienza e raziocinio, trovando discrete percentuali da oltre l'arco - con Ellington e Dragic - che le consentono all'intervallo di restare ancorata alla gara, mentre dalla parte opposta primi cenni di risveglio anche da Kevin Durant: alla pausa lunga è 62-60 Warriors.
Al ritorno in campo Curry prende per mano immediatamente i suoi e, dopo aver firmato due triple quasi di fila, serve a Durant l'assist per il facile canestro ed il 12-2 di parziale che spacca in due la contesa. Dragic prova a rispondere, ma l'attacco di Miami fa immensa fatica a costruire tiri degni di tal nome; la difesa genera contropiede, con Thompson in angolo che punisce la difesa degli Heat e lancia la fuga ospite sul più 13. Nonostante i tentativi di bagnare le polveri ai tiratori ospiti, la squadra di Spoelstra perde il filo del discorso in attacco, trovando sporadiche conclusioni da Richardson e Dragic, mentre Golden State infila un altro parziale, con Curry onnipresente, e Thompson essenziale da oltre l'arco, che vale il +22 alla terza pausa.
L'ultimo quarto è pura accademia, con i Warriors che restano saldamente in controllo delle operazioni, continuando a tenere il piede sull'acceleratore soprattutto in difesa. La frustrazione e lo scoramento per quanto appena accaduto condiziona e non poco l'attacco di Miami, incapace a trovare le chiavi giuste per reagire e scuotersi nel finale. Thompson rifinisce il suo bottino personale, prima di dare la possibilità anche a Casspi e West di arrotondare il proprio: Miami non c'è più ed il garbage time conclusivo è utile a fissare soltanto il punteggio sul 123 a 95 finale.