Memphis Grizzlies - San Antonio Spurs 79-95
Decima sconfitta di fila per i Memphis Grizzlies di Marc Gasol, i quali non riescono a rialzarsi nemmeno dopo l'esonero di coach Fizdale. Passano i San Antonio Spurs, trascinati dal solito LaMarcus Aldridge, oltre che da Rudy Gay e Manu Ginobili, veterani impeccabili ed implacabili in uscita dalla panchina, essenziali nei momenti del bisogno. Eppure l'avvio di gara sembrava arridere ai padroni di casa, con McLemore e Green sugli scudi per il vantaggio di misura. Spurs al piccolo trotto che si affidano, con il passare dei minuti, alle forti spalle di Aldridge e all'ingresso di Ginobili e Gay. La difesa sale di colpi, l'intensità sempre maggiore, la quale irretisce l'attacco dei Grizzlies: 12-2 di parziale e Spurs in controllo della sfida. Martin ed Harrison provano a rispondere in avvio di seconda frazione, ma è San Antonio, con la solita calma, a mantenere intatto il vantaggio con Forbes ed implementarlo con Green ed Anderson dalla lunga distanza (+12). Gasol e Green accorciano poco prima dell'intervallo.
Le folate dei padroni di casa risultano tuttavia sporadiche e quasi mai prive di fondamento, alle quali San Antonio risponde in attacco con relativa facilità: Aldridge firma il massimo vantaggio ospite, prima della scossa che Chalmers e Parsons provano a suonare. I nervi degli Spurs rimangono tuttavia saldi, con Mills, Gasol e Ginobili che confermano il vantaggio alla terza pausa. In avvio di ultima frazione il colpo di grazia, firmato dal duo Ginobili-Gay: 7-0 e gara in ghiaccio, con Memphis che non riesce più a trovare il bandolo della matassa nelle due metà campo per accorciare il gap e far vacillare le certezze della squadra di Popovich.
Oklahoma City Thunder - Minnesota Timberwolves 111-107
Tornano al successo gli Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook, che davanti al pubblico amico della Chesapeake Energy Arena superano i Minnesota Timberwolves al termine di una gara condotta dal primo all'ultimo minuto. I beniamini di casa partono immediatamente con il piede sull'acceleratore e dopo 2 minuti è già 9-2, con la tripla di George che sembra spaccare la contesa in due. La reazione ospite tarda ad arrivare ed Adams banchetta nel pitturato, mentre la tripla di Anthony vale la doppia cifra di vantaggio. Poco e nulla per gli ospiti, i quali limitano i danni e grazie ad una non irresistibile difesa dei Thunder riescono con Teague, Wiggins e Dieng a chiudere soltanto sotto di nove alla prima sirena, nonostante i 42 punti subiti. Adams è scatenato e, sfruttando le accelerazioni di Westbrook, prova a dare un'ulteriore spallata alla sfida: 10-0 di parziale in avvio di secondo quarto e massimo vantaggio sul 52-33. Il ritorno in campo di Towns e Butler scuote gli ospiti, che all'intervallo lungo pagano soltanto 10 lunghezze di margine.
I canestri di George ed Anthony in avvio di ripresa sembrano confermare l'andamento della sfida, anche se l'inerzia cambia a metà frazione, quando l'intensità difensiva degli ospiti forza a qualche persa di troppo l'attacco dei Thunder, il quale torna ad affidarsi fin troppo di soluzioni individuali. Wiggins e Towns accorciano, Crawford da tre firma il -6, con Donovan costretto a parlarci su per placare l'ira dei Timberwolves. I Thunder tornano a sfruttare uno stratosferico Adams, il quale non trova quasi mai opposizione nei suoi tagli a canestro (27 per il neozelandese a fine gara). Dalla parte opposta Minnesota è tuttavia in partita e, le triple di Towns e Wiggins, unite ai canestri di Butler in rapida successione, valgono il -3. Westbrook piazza il jumper che da nuova linfa ai suoi, prima dei liberi di George che chiudono definitivamente la pratica, rendendo vani gli sforzi dei T'Wolves.