DENVER NUGGETS - MEMPHIS GRIZZLIES 104-92
I Denver Nuggets tornano tra le mura amiche del Pepsi Center e conquistano la vittoria contro i Memphis Grizzlies. Il mattatore dell'incontro è Nikola Jokic, ancora una volta sublime sul parquet, che in 36 minuti in campo registra una prova da 28 punti, conditi da 13 rimbalzi e 8 assist. A dare una mano al serbo, ci pensano Jamal Murray e Gary Harris, entrambi chiudono la contesa con 15 punti a referto. Dall'altra parte, l'attacco dei Memphis Grizzlies è ancora una volta anemico, le uniche note positive sono quelle di Jamychal Green, perfetto dal campo con 9-9 e 21 punti realizzati, e Marc Gasol che termina con 15 punti, 14 assist e 6 rimbalzi. Il centro spagnolo, in assenza di Mike Conley, si dimostra il vero e proprio playmaker della squadra.
Gara a senso unico, con i padroni di casa che fin dall'inizio dei giochi si impongono. Nel primo quarto la franchigia del Colorado apre con un parziale di 12-8. A pagare è la scelta di coach Michael Malone di mettere Kenneth Faried nello starting five. Infatti il numero 35 dei Nuggets dà alla squadra tantissima energia, soprattutto a rimbalzo offensivo. A fine primo quarto, Denver riesce a mettere su un altro parziale di 10-4, che permette di andare al primo riposo in vantaggio di nove lunghezze (27-18).
Nel secondo quarto, non arriva la risposta dei Memphis Grizzlies. Entrambe le squadre partono molto lentamente dal punto di vista offensivo, con gli ospiti che, oltre a Marc Gasol, non riescono a trovare nessuna soluzione. Così Denver ne approfitta, coach Malone rimette i titolari sul parquet e questi riescono a costruire un vantaggio di ben diciotto lunghezze a due minuti dalla fine. Ancora una volta Gasol mette una pezza per Memphis e riduce, anche se di poco, lo svantaggio, permettendo ai Grizzlies di andare all'intervallo sotto di sedici punti (61-45).
Al rientro dagli spogliatoi, arriva finalmente la risposta dei Grizzlies. Il sesto uomo di coach David Fizdale, Tyreke Evans, riporta in vita la franchigia del Tennessee ed aiuta Memphis a rientrare. Così gli ospiti riescono a portarsi sino al meno sette, costringendo coach Malone a chiamare il timeout. Ma la replica di Denver non arriva ed i Grizzlies riescono a portarsi all'ultimo riposo sotto di soli due punti (76-74).
Nel quarto ed ultimo periodo, però i Denver Nuggets tornano a difendere ed ad attaccare bene. La squadra ospite sembra essere spompata dopo un terzo quarto da urlo, e così i padroni di casa, guidati dal leader serbo Nikola Jokic, ne approfittano e ricostruiscono il vantaggio in doppia cifra. A questo punto, Memphis è alle corde e si arrende, andando ad incappare nella undicesima sconfitta stagionale, la settima consecutiva. Mentre invece sorride Denver, che torna al successo dopo la sconfitta contro gli Houston Rockets (104-92).
GOLDEN STATE WARRIORS - CHICAGO BULLS 143-94
I Golden State Warriors conquistano una vittoria a dir poco dominante contro i poveri Chicago Bulls, pur privi di due stelle come Kevin Durant e Draymond Green. Brilla il rookie Jordan Bell, ironia della sorte draftato con la numero 38 dai Bulls lo scorso Draft e poi dirottato ai Warriors. Bell ringrazia la franchigia dell'Illinois costruendo una prestazione da 7 punti, 6 rimbalzi, 4 assist e ben 6 stoppate, dominando difensivamente Chicago.
Nonostante il punteggio finale, si deve dire che per un quarto i Chicago Bulls sono in partita. Complici Bell e Curry, subito con problemi di falli, i Bulls giocano bene, riuscendo a finire il primo quarto con il 55% dal campo e riuscendo a chiudere i primi dodici minuti in vantaggio di tre lunghezze (29-32).
Ma lì più o meno termina la partita di Chicago. Infatti nel secondo quarto torna sul parquet Steph Curry e dà inizio al suo show. Curry fa impazzire gli avversari e riesce a realizzare in qualsiasi modo, non solo con i tiri da tre, suo marchio di fabbrica. Il figlio di Dell realizza 26 dei 45 punti del quarto dei Warriors, mandando in visibilio il pubblico di casa ed infuocando l'Oracle Arena. Così, confusi, i Chicago Bulls affondano (74-53).
Al rientro dagli spogliatoi, i Golden State Warriors, per non annoiare i tifosi, decidono di dare inizio allo show del secondo Splash brother, Klay Thompson. Il figlio di Mychal dà sfogo alla sua mano infuocata, mettendo a segno ben 15 punti nel solo terzo quarto e rimembrando al pubblico di casa le serie playoffs vinte prima dell'esplosione di Green e prima dell'arrivo di Durant, ricordano a tutti quanto possano essere fatali gli Splash Brothers. Il terzo quarto si conclude così con il punteggio di 110-66.
Nel quarto periodo coach Steve Kerr decide di lasciar riposare gli Splash Brother e dare spazio a Nick Young, che guida la panchina con 17 punti. La partita va in archivio così con un sonoro 143-94, con i Golden State Warriors che tornano alla vittoria dopo la batosta contro gli Oklahoma City Thunder. Continua invece il momento nero per i Chicago Bulls alla quarta sconfitta consecutiva.